Il dipinto raffigura un’accattivante scena di genere. Ci trasporta infatti in una galleria del Salone del 1874, dove si accalcano molti visitatori: giovani donne eleganti con una bambina al seguito; una donna più anziana che consulta l’opuscolo del Salone; tre uomini intenti a contemplare i quadri che occupano l’intera parete di fronte a loro.
Camille-Léopold Cabaillot-Lassalle, formatosi nella bottega del padre – anch’egli pittore – vanta, all’epoca, già una certa familiarità con il Salone, cui è solito inviare dei dipinti raffiguranti sofisticate donne parigine, che ricordano lo stile di Tissot o Stevens. Anche quest’opera, Il Salone del 1874, è destinata al Salone, dove viene esposta sin dall’inaugurazione, il 1° maggio 1874 (No. 292).
Essendo questo Salone posteriore al quadro, il pittore non trascrive qui una scena osservata, bensì la anticipa, e realizza così un’opera assolutamente unica, senza equivalenti. I quadri che si vedono appesi alle pareti riproducono opere realmente esposte al Salone del 1874: una natura morta di Eugène Petit, dei paesaggi di Jules Jacques Veyrassat, Ernest Guillemer, Camille Corot, Léon Richet, e un ritratto firmato Henriette Browne. Ne è fatta menzione nell’opuscolo del Salone, dove per giunta si precisa che «i quadri in formato ridotto presenti su questa tela sono stati eseguiti dagli autori stessi degli originali».
Con quest’opera, dunque, Cabaillot-Lassalle realizza una vera prodezza, poiché inserisce nella propria tela sei miniature di altri pittori. È probabile che questi artisti, quattro dei quali erano suoi vicini sul boulevard de Clichy o nelle vicinanze, si siano recati al suo atelier per eseguire ognuno/a il proprio dipinto in miniatura in punti chiaramente prestabiliti della tela. In seguito Cabaillot-Lassalle aggiunge presumibilmente le cornici che delimitano le miniature e infine le figure in primo piano, di cui quattro sovrapposte alle miniature stesse. A occhio nudo si osservano delle ovvie differenze di stile tra una miniatura e l’altra, e tutte si differenziano dalla tecnica asciutta e precisa di Cabaillot-Lassalle.
“…il pittore attenderà addirittura l’inaugurazione del Salone e la pubblicazione del catalogo per iscrivere sulle cornici delle miniature i numeri di identificazione esatti dei quadri rappresentati…”
Sulle pareti del Salone del 1874, l’opera fa subito scalpore: «forse il quadro più originale di tutto il Salone», esclamano i critici, «strano», «molto curioso», «unico». La tela intriga e affascina, proiettando gli spettatori in un mondo in miniatura in cui «si aspettano di veder passare sé stessi nel quadro», osserva un altro critico. Animato da una vertiginosa esigenza di esattezza, il pittore attenderà addirittura l’inaugurazione del Salone e la pubblicazione del catalogo per iscrivere sulle cornici delle miniature i numeri di identificazione esatti dei quadri rappresentati – spingendo così al limite questo gioco di mise en abîme.
In realtà, però, al Salone del 1874 i sei quadri qui dipinti fianco a fianco non hanno mai condiviso la stessa parete: le opere erano infatti collocate in sale diverse, secondo l’ordine alfabetico dei loro autori, come era d’uso all’epoca. Ma l’opera di Camille-Léopold Cabaillot-Lassalle, «progetto» complesso e insieme faceto, rimane comunque notevole, tanto per il suo intento quanto per la sua esecuzione.
Il Salone del 1874, unica opera di Camille-Léopold Cabaillot-Lassalle presente nelle collezioni del Museo d'Orsay, è attualmente esposta nella mostra «Parigi 1874, inventare l'impressionismo», visitabile dal 26 marzo al 14 luglio 2024.
Opere in formato ridotto realizzate dai seguenti artisti, dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra
- Eugène Petit (1839-1886), Crisantemi e pesche, numero 1473 nel catalogo del Salone del 1874
- Jules Jacques Veyrassat (1828-1893), Carro nella foresta, No. 1781
- Ernest Guillemer (1839-1913), Valle di Franchard, Fontainebleau, No. 876
- Jean-Baptiste-Camille Corot (1796-1875), La sera, No. 459
- Léon Richet (1847-1907), Mulino a vento, in Piccardia, No. 1558
Henriette Browne (1829-1901), Ritratto di M.E.S, No. 274 [M. Surville]