Il cinema nelle collezioni di Orsay

Caran d'Ache, Barat (atelier), Lebaillif (Maison)
Tambours montant à l'assaut, entre 1886 et 1896
Musée d'Orsay
Acquisition, 2003
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
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Ingresso del cinema nella stazione di Orsay

Sin dall’apertura del Museo d’Orsay nel 1986 viene dedicata una sala alla nascita del cinematografo avvenuta nel 1895; essa sarà completata, qualche anno dopo, da oggetti e documenti relativi all’invenzione del fonografo nel 1877 (teorizzato da Charles Cros e realizzato da Thomas Edison). Situato al piano intermedio, dal lato della rue de Lille, questo spazio chiude il percorso di visita, dopo le arti e le decorazioni della Terza Repubblica, e annuncia il Novecento.

Tomatropio, fenachisticopio, stereoscopio, lanterna magica e lanterna da proiezione, prassinoscopio-teatro sono esposti in delle teche e dialogano con alcune cronofotografie di Jules-Etienne Marey, con delle sagome di zinco del Théâtre du Chat Noir e con una colonna Lumière che permette di guardare degli autocromi. Questi giochi ottici e altri apparecchi visivi, accompagnati da incisioni tratte dalla stampa illustrata, da un manifesto delle pantomime luminose di Emile Reynaud e da statuette di ballerine arabesque di Edgar Degas, evocano la «nascita a episodi» del cinema. Essi intendono testimoniare «i primi tentativi di messa in moto dell’immagine» nonché i progressi della fotografia e i tentativi di immagini tridimensionali.

, Chéret, Jules|Chaix imprimerie
Jules Chéret, Chaix imprimerie
Les Pantomimes lumineuses, en 1892
Musée d'Orsay
1983
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Jean Schormans
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Nel decennio successivo, diverse mostre temporanee vengono dedicate all’archeologia del cinema, al cinema del primo periodo e persino al cinema muto «classico», posteriore alla Prima guerra mondiale. Nel 1988, in occasione dei cinquant’anni della Federazione internazionale degli archivi filmografici (FIAF), il museo ospita contemporaneamente tre mostre-dossier: Il cinematografo, l’invenzione del secolo (che tratta, sotto il segno della locomozione, i primi dieci anni del cinema attraverso le fantasticherie e le invenzioni dei pionieri, allestita dalla navata fino al padiglione Amont), Locandine del cinema muto (1895-1929) e Alla ricerca dei film perduti (dedicata alla preservazione del patrimonio cinematografico). Contemporaneamente, nell’auditorium viene trasmesso un ciclo di film documentari sulla nascita della fotografia e del cinema intitolato «La cinepresa, l’occhio, lo sguardo» e un altro di film muti con accompagnamento di pianoforte.

Nel 1991, con I fotogrammi dei fratelli Lumière, allestita nella sala dedicata alla nascita del cinematografo, viene presentata una piccola serie di stampe a contatto che riunisce fotogrammi di «vedute» Lumière, ingrandimenti fotografici e filmati diffusi su schermi luminosi. Per sperimentare l’invenzione che condivide con il fratello Auguste e valorizzare le sue potenzialità commerciali, Louis aveva girato nel corso dell’anno 1895 alcuni «reportage» e scene familiari, con la complicità di parenti, amici e operai della fabbrica. Queste stampe a contatto, offerte al museo nel 1991 dal medico lionese Paul Génard, erano destinate al catalogo della produzione Lumière, poiché permettevano di visualizzare velocemente un frammento del film e quindi di facilitarne la vendita.

, Lumière, Auguste|Lumière, Louis
Auguste Lumière, Louis Lumière
Déjeuner de Bébé. Mme M. Aug. Lumière Mlle Andrée, entre 1896 et 1897
Musée d'Orsay
cinéma
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
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Nel 1995, quattro mostre-dossier celebrano il centenario della nascita del cinema. Prima del cinema: fotografia e movimento (sala 19, 4° piano) rievoca la passione per il movimento che anima la fotografia durante l’Ottocento e la progressiva conquista dell’istantanea. Magia e illusionismo. L'universo di Robert Houdin (sala 8, piano terra) ripercorre la storia dell’illusionismo; Lanterne magiche, quadri trasparenti (sala 8, piano terra) esplora tecniche, usi e repertori dell’immagine su vetro prima dell’avvento della diapositiva. Musica e cinema muto (sala 69, piano intermedio) mostra come il cinema non sia mai stato davvero silenzioso. Completano le mostre due festival di film muti (uno sugli accompagnamenti musicali di film tra il 1908 e il 1926, l’altro sul cineasta Marcel Lherbier) e un ciclo di conferenze.

Queste manifestazioni ricordano le molteplici origini del cinema, crocevia delle tecniche di proiezione, di animazione delle immagini e di registrazione fotografica. Il suo repertorio iniziale attinge sia dalle arti dello spettacolo (féerie, teatro, magia, opera, music-hall) che dall’immaginario popolare (cartoline, stampa illustrata, fumetti).

L'esistenza della sala dedicata al cinema fu tuttavia di breve durata. Difatti, all’inizio degli anni 2000, dopo diverse modifiche del percorso permanente, già non esisteva più.

Il cinema va in mostra: il cinema e le altre arti

A partire dal 2003, con la mostra Alle origini dell’astrattismo (1800-1914) in cui vengono proiettati i primi tentativi di cinema astratto (di Léopold Survage e Morgan Russell), numerose mostre esplorano il rapporto tra il cinema e le arti dell’Ottocento. Da quel momento, a essere presentati non sono tanto gli archivi o gli apparecchi, ovvero ciò che resta del film, della sua realizzazione e ricezione, quanto più i film stessi.

Come ricordò la storica Madeleine Rebérioux durante la prefigurazione del museo nel 1981, il «cinema ha introdotto un cambiamento radicale dell’immaginario» e i commissari espositivi indagano oggi la conversazione tra i media (Geneviève Breerette, «Un entretien avec Mme Madeleine Rebérioux. Orsay, les œuvres et l'histoire», Le Monde del 2 ottobre 1981). Così, nel 2007, La foresta di Fontainebleau. Un laboratorio a grandezza naturale. Da Corot a Picasso mostra una selezione di film realizzati in questa foresta attraverso tutta l’arte dell’Ottocento. Questa "sintesi di tutti i luoghi possibili" ha in effetti permesso al cinematografo nascente, la cui estetica partecipa ampiamente a quella della pittura storica, di girare sia la Vie et Passion de Notre Seigneur Jésus-Christ [Vita e passione di Gesù Cristo] (Alice Guy, 1906) che Quatre-Vingt-Treize [Novantatré] (Albert Capellani e André Antoine, 1920). Jean-Léon Gérôme (1824-1904). La storia in spettacolo (2010) ci rivela quanti quadri dell’artista, a metà tra illusione del vero e potenziale narrativo, sono diventati dei motivi iconici della cultura popolare, sia quella del cinema francese del primissimo Novecento sia quella dei successivi blockbuster hollywoodiani.

Seguiranno, tra le altre, mostre che danno ampio spazio ai dialoghi, ai prestiti, alle citazioni e alle interpretazioni: Misia, regina di Parigi (2012),  L'angelo del bizzarro. Il romanticismo nero da Goya a Max Ernst (2013), Gustave Doré (1832-1883). La fantasia al potere (2014), Van Gogh / Artaud. Il suicidato della società (2014), Splendore e miseria. Immagini della prostituzione , 1850-1910 (2015),  Chi ha paura delle donne fotografe? (2015), Degas Danza Disegno. Un omaggio a Degas con Paul Valéry (2017),  Renoir padre e figlio. Pittura e cinema (2018), Tissot. L’ambiguità moderna (2019). A breve Viva il cinema! (2021)

 

Pollice Verso, Jean-Léon Gérôme
Jean-Léon Gérôme
Pollice Verso, 1872
Collection of Phoenix Art Museum
© Phoenix Art Museum / DR

 

Dei film sono stati proiettati anche durante le mostre temporanee. A tal proposito, il lavoro di Alice Guy, sopra citata, viene regolarmente proposto: nel 2016, in occasione dei trent'anni del Museo d’Orsay, nell’ambito di una mostra sull’Opera di Parigi, è stato proiettato in loop il suo Avenue de l’Opéra (1900); nel 2019 è stata la volta de Les Résultats du féminisme [Le conseguenze del femminismo] (1906) all’interno del percorso «Donne, arte e potere».    

Il cinema: dalla nascita al riconoscimento

Sin dall’apertura del museo, ci si è chiesti se bisognasse trattare il cinema come una tecnica oppure considerarlo un’arte. Un dibattito che si riallaccia a quello sulla fotografia. Esporre il cinema al museo è un paradosso: essendo al tempo stesso un oggetto (un proiettore, una pellicola, uno schermo), un dispositivo di proiezione, uno spettacolo collettivo e un’architettura, il cinema non si appende alle pareti! Per mancanza di tempo e di spazio, di solito non si possono mostrare le opere intere ma solo degli estratti. Peraltro, pur rivoluzionando il mondo visivo di fine Ottocento, il cinema evolve in modo relativamente autonomo rispetto alle arti del suo tempo. Esso nasce negli ultimi anni dell'Ottocento dalla mente di ingegneri e industriali che combinano in misura diversa le tecniche di registrazione fotografica, di animazione delle immagini e di proiezione: kinetoscopio di Edison, cinematografo di Louis e Auguste Lumière, tetrografo di Paul e bioscopio dei fratelli Skladanowski.

Ben presto vengono esplorate la dimensione sonora, la colorazione e persino la tridimensionalità. Pur attingendo dal repertorio pittorico, fotografico e teatrale, i primi operatori si spingono ben oltre sfruttando le possibilità inedite del montaggio. Féerie e film con effetti speciali, cartoni animati, realtà ricostruite, scenette comiche, corse-inseguimento, western, serial, melodrammi, film d'arte: nell’arco di due decenni si sviluppano e si codificano decine di generi, conquistando un’ampia fetta di spettatori.

Spettacolo inizialmente riservato a un pubblico popolare, nel retro dei caffè, nei baracconi e nei grandi magazzini, il cinema prende posto all’interno di sale dedicate dove si riunisce ormai l’élite sociale e culturale. Artisti e critici (come Abel Gance nel 1912) già lo considerano la «sesta arte».

Dal 2019, nei gabinetti sud del museo, una quindicina tra film ed estratti sono proiettati su tre schermi dotati di diffusori audio direzionali. I temi, specifici alla storia interna del medium, varieranno in modo da trattare i primordi del cinema sotto diverse angolazioni e scoprire le grandi tappe della sua invenzione (1895-1914). La programmazione iniziale voleva mostrare che, sin dai suoi esordi, il cinema racconta storie... di cinema e ne svela i retroscena.

Essenziale per meglio comprendere tanto il mondo ottocentesco quanto l’avvento della modernità, il cinema fa ormai parte integrante del percorso delle collezioni.