Che cos’è la ricerca di provenienza?
La ricerca di provenienza designa le indagini storiche che cercano di conoscere la successione dei diversi proprietari di un’opera che intercorrono tra la sua creazione e la sua acquisizione, o progetto di acquisizione, da parte del museo. Essa permette di comprendere meglio l’opera, il suo status, la sua diffusione e la sua storia.
D’altra parte, ciò risponde anche ad esigenze etiche e normative, e mira soprattutto all’accertarsi che l’opera non sia stata sottratta al suo legittimo proprietario durante il periodo compreso tra l’instaurazione del regime nazista in Germania e la fine della Seconda guerra mondiale, ovvero tra il 1933 e il 1945.
La ricerca di provenienza si è considerevolmente sviluppata negli ultimi decenni, grazie a una vera e propria presa di coscienza collettiva della posta in gioco che rappresenta per tutti gli attori coinvolti. Così, è diventata una disciplina e un mestiere a sé, insegnata all’università in alcuni Paesi e, in Francia, oggetto di formazioni per i professionisti del patrimonio e del mercato dell’arte.
La ricerca di provenienza al Museo d’Orsay
Conformemente ai valori dell’Istituto e alle norme deontologiche emanate dall’ICOM, dall’accordo di Washington (1998) e dal Ministero della Cultura, la cronologia delle opere è oggetto di rigorosa attenzione al Museo d’Orsay.
Per le acquisizioni di nuove opere, l’Istituto pubblico ha dunque stabilito dei rigidi protocolli che implicano una serie di consultazioni dei fondi archivistici e delle banche dati di riferimento, secondo le norme delle pratiche professionali oggi in vigore. Così, il minimo sospetto di proprietà controversa tra il 1933 e il 1945 provoca un abbandono del progetto di acquisizione.
Per le opere entrate in quelle che sono poi diventate le collezioni del Museo d’Orsay alla sua apertura nel 1986, è in corso uno studio retrospettivo generale delle cronologie.
Un curatore referente coordina le ricerche di provenienza e le questioni ad esse legate all’interno della squadra scientifica, che ha la responsabilità collettiva di condurre queste ricerche. Queste sono svolte grazie al cospicuo sostegno della Missione di ricerca e di restituzione dei beni culturali trafugati tra il 1933 e il 1945 del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Commissione per l’indennizzo delle vittime di spoliazione (CIVS).
Cercare una provenienza
Le cronologie note di tutte le opere figurano sul catalogo online delle collezioni museali. Esse vengono regolarmente completate e aggiornate. Se pensate di possedere informazioni su determinate cronologie non presenti, siete pregati di contattare la curatela del museo LIEN. In questo modo ci aiuterete a rendere questi dati quanto più possibile accurati.
La biblioteca del Museo d’Orsay conserva una sezione dedicata alla ricerca di provenienza e ai beni culturali trafugati durante la Seconda guerra mondiale. Il catalogo è accessibile online LIEN e le opere possono essere consultate da chiunque negli orari di apertura della biblioteca LIEN.
Il sito Rose-Valland del Ministero della Cultura fornisce strumenti di ricerca e link relativi alla ricerca di provenienza.
Restituzioni di opere MNR
Il 26 luglio 2018, lo Stato ha restituito agli eredi di Gaston Lévy due quadri, La corne d’or, matin [Il Corno d’oro, mattina] di Paul Signac e Gelée blanche, jeune paysanne faisant du feu [Giovane contadina che accende fuoco.Gelata bianca] di Camille Pissarro.
Questi due quadri erano stati rubati durante l’ultima guerra dalle forze dell’Occupazione, quindi rispediti in Francia nel 1947 e infine scomparsi. Confiscati dalle Dogane nel 2000, sono stati riconsegnati al Museo d’Orsay. Gli sforzi congiunti degli Archivi diplomatici, del Servizio dei musei di Francia, del Museo d’Orsay, e di Agnès Sevestre-Barbé, consulente e mandataria degli eredi di Gaston Lévy, hanno permesso di stabilire la provenienza di queste opere nella collezione dello stesso Lévy.
Il 29 ottobre 2020, un disegno di Ernest Meissonier, Joueurs d’échecs [Giocatori di scacchi], è stato restituito agli aventi diritto di Marguerite Stern, alla quale era stato rubato durante l’Occupazione di Parigi.