Le Silence

Lucien Lévy-Dhurmer
Le Silence
1895
pastel
H. 54,0 ; L. 29,0 cm.
Dation, 2006
Droits réservés © Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Lucien Lévy-Dhurmer (1865 - 1953)
Artwork not currently exhibited in the museum

Il Silenzio, che Levy-Dhurmer custudì per tutta la vita è, senza tema di smentita, una delle opere più affascinanti dell'artista. Il potere suggestivo di detta opera è simile a quello di un'icona, immagine tanto più sconcertante giacché essa si presenta in forma di enigma: fissa in una postura ieratica, gli occhi immersi nell'ombra, la figura sfugge a qualsiasi spiegazione. Massiccia ed immobile, essa racchiude in sé quello che si ritiene sia il segreto del suo dolore. Le lunghe pieghe cadenti, esaltate dal formato verticale, evocano inesorabilmente sia l'imponenza fisica (alla quale è impossibile sottrarsi) sia la grandezza morale.
Questa figura del silenzio è altresì un'allegoria della fatalità; essa esprime la parte arbitraria che governa il mondo che si contrappone al determinismo degli scienziati. L'opera, che non è soggetta a nessun tipo di aneddoto e non evoca nessun personaggio specifico, nessuna epoca e nessun luogo determinato, assurge a simbolo e all' universale. La scelta del pastello, tecnica preferita da Lévy-Dhurmer, conferisce intensità ai colori utilizzati, mentre il tratteggio attribuisce all'insieme un aspetto inquietante.
Nel 1899, il critico Achille Ségard parlava giustamente di un viso "simile a quello di una statua". Lévy-Dhurmer, difatti , pur rifacendosi all'iconografia tradizionale del silenzio (il gesto è quello del dio egizio Horus e del dio greco Arpocrate), si ispira più direttamente al medaglione scolpito da Auguste Préault per la tomba di Jacob Robles al cimitero del Père-Lachaise (1842). Per la sua vicinanza agli ambienti letterari, è lecito pensare che Lévy-Dhurmer abbia tratto ispirazione dagli scritti del suo tempo. Il pensiero corre soprattutto alla raccolta di poemi del suo amico Georges Rodenbach, Il regno del silenzio (1891), che terminava con queste parole: "E poiché cala la notte , - ho sonno di morire".
Esposto a Parigi nel 1896 e, successivamente, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, Il Silenzio conquistò i suoi contemporenei ed ebbe un forte impatto sulla generazione simbolista da Fernand Khnopff a Odilon Redon.

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