Louis Dodier en prisonnier

/
Adolphe Humbert de Molard
Louis Dodier en prisonnier
1847
daguerréotype
H. 11,5 ; L. 15,5 cm.
Don famille Braunschweig en souvenir de la galerie Texbraun, par l'intermédiaire de la société des Amis du musée d'Orsay, 1988
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Adolphe Humbert de Molard
Louis Dodier en prisonnier
1847
daguerréotype
H. 11,5 ; L. 15,5 cm.
Don famille Braunschweig en souvenir de la galerie Texbraun, par l'intermédiaire de la société des Amis du musée d'Orsay, 1988
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
Adolphe Humbert de Molard (1800 - 1874)

Cresciuto in un'agiata famiglia parigina, il barone Louis Adolphe Humbert de Molard è uno di quei ricchi fotografi dilettanti che mettono il loro talento e la loro passione al servizio della fotografia nascente che pratica sin dal 1843 utilizzando, come in questo caso, il dagherrotipo. In seguito, a metà 1800, de Molard diventa uno dei primi fotografi francesi ad utilizzare il calotipo, tecnica su carta messa a punto in Inghilterra da Talbot che instaura il principio del positivo-negativo.
Talvolta le immagini realizzate dal barone sono scattate dal vero tuttavia, il più delle volte, tali immagini sono composte come vere e proprie scene di genere. Questa scelta è in parte giustificata tenendo presente la lunghezza della ripresa ma anche il retaggio della tradizione pittorica.
Molte composizioni di de Molard evocano scene di vita contadina. I personaggi, infatti, sono intenti a sbucciare i fagioli o a dividere un maiale in più pezzi. Sono le persone a lui più vicine, familiari e domestici, a fargli da modelli. Il barone fa così posare, in più occasioni, il suo amministratore, Louis Dodier, in uno dei ritratti che testimoniano l'intimità che regna tra i due uomini In questo caso, la scena non è del tutto esplicita. Siamo lungi dalla vita quotidiana e l'ispirazione che guida l'impaginazione è quella di riprodurre l'aspetto pittorico e letterario, in particolare dei racconti di Byron o dei romanzi di Walter Scott. La monumentalità della composizione, dovuta ad una sapiente illuminazione e ad una ripresa dal basso, evidenzia l'austera bellezza del protagonista dell'immagine.
Di questa scena conosciamo oggi tre versioni. Realizzando più immagini dello stesso soggetto, Humbert de Molard manifesta il suo interesse per la ricerca estetica, come gran parte dei fotografi dilettanti che, nella pratica della loro attività, non sono tenuti a considerare l'aspetto commerciale.

Artwork not currently exhibited in the museum
Notizie sulla collezione