Nymphéas bleus

/
Claude Monet
Nymphéas bleus
entre 1916 et 1919
huile sur toile
H. 204,0 ; L. 200,0 cm.
Achat, 1981
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Claude Monet
Nymphéas bleus
entre 1916 et 1919
huile sur toile
H. 204,0 ; L. 200,0 cm.
Achat, 1981
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Claude Monet
Nymphéas bleus
entre 1916 et 1919
huile sur toile
H. 204,0 ; L. 200,0 cm.
Achat, 1981
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Claude Monet
Nymphéas bleus
entre 1916 et 1919
huile sur toile
H. 204,0 ; L. 200,0 cm.
Achat, 1981
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Claude Monet
Nymphéas bleus
entre 1916 et 1919
huile sur toile
H. 204,0 ; L. 200,0 cm.
Achat, 1981
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Claude Monet
Nymphéas bleus
entre 1916 et 1919
huile sur toile
H. 204,0 ; L. 200,0 cm.
Achat, 1981
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Claude Monet (1840 - 1926)
Niveau supérieur, Salle 34
Nymphae è in botanica il nome dotto dato al nenufaro bianco. Monet coltiva questo tipo di piante nel giardino acquatico che ha fatto allestire nel 1893 nella sua tenuta di Giverny. A partire dal primo decennio del XX secolo e fino alla morte del pittore nel 1926, questo giardino e in particolare il bacino in esso contenuto, diventano la sua unica fonte di ispirazione. A tal proposito l'artista confessa: "Ho di nuovo intrapreso cose impossibili da compiere: acqua e piante che oscillano nel fondo. Fatta eccezione per la pittura e il giardinaggio, non sono buono a nulla. Il mio capolavoro meglio riuscito è il mio giardino".
Tralasciando l'orizzonte ed il cielo, Monet concentra il punto di vista su una piccola zona dello stagno percepita come una parte di natura quasi in primo piano. Non c'è un punto particolare che attiri di più l'attenzione rispetto ad un altro e, l'impressione dominante, è quella di una superficie informe. Il formato quadrato della tela, rafforza la nozione di neutralità che traspare dalla composizione. La mancanza di un punto di riferimento conferisce al frammento le qualità dell'infinito, dell'illimitato.
Mai la pennellata del pittore è stata così libera di esprimersi, così distaccata dalla descrizione delle forme. Se guardiamo la tela da vicino, possiamo avvertire il sentimento di una totale astrazione dal momento che le tracce di pittura che la pennellessa ha lasciato sulla tela hanno la meglio sull'identificazione delle piante o dei loro riflessi. Lo spettatore deve fare un costante sforzo visivo e cerebrale per dare forma al paesaggio evocato.
L'incompiutezza dei bordi che non sono stati dipinti, mette ulteriormente l'accento sulla pittura concepita come una superficie riempita di colori, idea che, soprattutto i pittori americani chiamati "paesaggisti astrattisti" o "astrattisti lirici" metteranno in pratica dopo la Seconda Guerra mondiale.
Notizie sulla collezione