Projet pour un monument à Victor-Emmanuel à Rome, élévation générale
Nel 1880, lo stato Italiano costituitosi appena 19 anni prima, bandisce un concorso per erigere un monumento in onore del primo re d'Italia, Vittorio Emanuele II, deceduto nel 1878. Otto francesi partecipano a questa prima consultazione che viene vinta dal giovane Henri Paul Nénot, all'epoca borsista presso Villa Medici. L'opinione pubblica italiana, però, si oppone a questa scelta e, sulla spinta del nazionalismo, nel 1883 il governo bandisce un nuovo concorso. Boitte vi partecipa presentando questo progetto che rappresenta una vera lezione di storia dell'architettura italiana, una reminiscenza sintetica dei suoi studi romani.
La monumentale scalinata a doppia rampa ricorda il palazzo Farnese di Caprarola, opera dell'architetto italiano Vignole (1507-1573) da non confondere con il palazzo Farnese di Roma. L'immensa loggia centrale si ispira all'opera di Bramante (1444-1514) in Vaticano, mentre l'utilizzo delle bugne evoca il Bernini (1598-1680). Questi riferimenti, che testimoniano la solida passione che Boitte nutre per l'Italia, finiscono col conquistare anche la giuria il cui unico pensiero è che questo monumento assurga a simbolo del genio della nuova nazione italiana. Alla fine, la realizzazione del progetto viene affidata all'architetto italiano Giuseppe Sacconi (1854-1905).