Vue de Capolago
Meno famoso in Francia rispetto ai figli Alberto e Diego, Giovanni Giacometti fu tuttavia una figura di spicco nel panorama artistico svizzero all'inizio del XX secolo.
Di ritorno in Svizzera dopo un soggiorno a Parigi dove si era recato per proseguire gli studi iniziati a Monaco, il giovane Giacometti incontra Giovanni Segantini che diventerà il suo più fidato consigliere. Tuttavia, sebbene nel corso della sua carriera, l'artista resti legato alla rappresentazione di paesaggi alpini che il suo maestro gli ha insegnato a guardare, Giacometti prende le distanze dalla tecnica divisionista di Segantini come questa Vista di Capolago, realizzata verso il 1907, dimostra in modo esemplare.
Il pittore sta attraversando una fase di ricerca e di studio. Infatti, grazie all'amico pittore Cuno Amiet, Giacometti non solo ha scoperto l'opera di Paul Gauguin ma soprattutto quella di Vincent Van Gogh. Da notare come l'influsso di quest'ultimo si rivelò determinante per Giacometti nell'utilizzo dei colori più espressivi ed anche nella pennellata.
Le lunghe scanalature colorate utilizzate in questo paesaggio sono un'allusione diretta alle pennellate a forma di bacchetta caratteristiche dal grande maestro olandese. Giacometti, pur restando fedele alla rappresentazione della natura, abbandona tuttavia ogni sorta di aneddoto e di illusionismo. Il suo linguaggio pittorico diventa uno dei più sintetici e la sua tavolozza una tra le più audaci.
Il quadro è presentato nella sua cornice originale, bianca e di legno, uguale a tutte quelle utilizzate dal pittore dopo la scoperta del neoimpressionismo. Questa scelta evidenzia l'attenzione speciale che l'artista rivolge alla percezione del colore.