Etude de pieds et de mains, 1818-1819
Montpellier, Musée Fabre
© Musée Fabre de Montpellier Agglomération ?R cliché Frédéric Jaulmes" / DR
Nello stesso tempo, il tema criminale investe le arti visive. Nei maggiori pittori, Goya, Géricault, Picasso e Magritte, le raffigurazioni del crimine o della pena capitale portano alla creazione di opere straordinarie. Anche il cinema, fa subito suo il fascino inquieto di una violenza estrema e la rappresentazione della stessa è trasformata in piacere, addirittura in voluttà.
Proprio sul finire del XIX secolo un modo di trattare l'indole delinquenziale, con pretese scientifiche, nasce e si sviluppa. Il tentativo è quello di dimostrare che gli elementi che caratterizzano la persona che commette un crimine si manifesterebbero nella fisionomia della stessa. Teorie di questo genere incidono fortemente sulla pittura, sulla scultura e sulla fotografia. Per farla breve, alla violenza del delitto corrisponde quella del castigo: come non ricordare l'onnipresenza di soggetti quali il patibolo, la garrotta, la ghigliottina o la sedia elettrica?
Al di là dell'azione delittuosa, il problema che si pone è quello di affrontare ancora e per sempre il tema del Male e, oltre la condizione sociale, l'inquietudine metafisica. A simili quesiti, l'arte fornisce una testimonianza spettacolare. Questa mostra potrebbe soltanto riconciliare l'estetica della violenza e la violenza dell'estetica, riunendo immagini di ogni sorta, letteratura e musica.
Il museo informa i signori turisti che alcune opere esposte in mostra possono urtare la sensibilità dei visitatori (in particolare quella dei più giovani).
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