Mostra

Gli artisti e l’affare Dreyfus

Dal 25 Marzo al 05 Ottobre 2025
René Hermann-Paul
La Vérité c'est très joli (dessin lié à l'affaire Dreyfus), entre 1897 et 1898
Musée d'Orsay
Achat, 2017
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
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Attraverso una mostra, una programmazione cinematografica e un percorso all’interno delle collezioni, il Museo d'Orsay esplora la reazione degli artisti di fronte all'affare Dreyfus e l'ascesa dell'antisemitismo in Francia alla fine del XIX secolo. Vignette, illustrazioni giudiziarie e film d’epoca testimoniano l’impegno, le lotte e le tensioni che segnarono questo importante evento della storia repubblicana.

La mostra presenta due volti dell'opera grafica di Hermann-Paul, artista impegnato nel movimento pro-Dreyfus: le vignette satiriche apparse sui giornali e le illustrazioni giudiziarie delle udienze del processo Zola e del secondo processo Dreyfus tenutosi a Rennes (sala 41).

La programmazione cinematografica invita invece a scoprire il ruolo cruciale svolto da Lucie Dreyfus, “compagna eroica e devota” del capitano, nel sostenerlo durante le prove attraversate e nel portare alla luce la verità, attraverso tre estratti di film realizzati in Francia tra il 1899 e il 1908 (sala 47).

Infine, un percorso all’interno delle collezioni analizza la posizione e il ruolo svolto da alcuni artisti e personaggi della scena artistica dell'epoca.


Sullo stesso tema, la mostra “Alfred Dreyfus. Verità e giustizia”, al Museo d’arte e di storia del giudaismo dal 13 marzo al 31 agosto 2025.

Accordéon

Dal 1894 al 1906, la Terza Repubblica dovette affrontare quella che sarebbe diventata una delle sue crisi più gravi. Un ufficiale dell'esercito francese di fede ebraica, il capitano Alfred Dreyfus (1859-1935), fu accusato di spionaggio in favore della Germania. Processato a porte chiuse dai suoi superiori sulla base di prove che si rivelarono false, fu accusato di tradimento e condannato all'ergastolo sull'Isola del Diavolo.

In sordina, furono condotte due controinchieste, una dalla famiglia del condannato e l'altra dal tenente colonnello Picquart del servizio di intelligence dello Stato Maggiore, che stabilirono la responsabilità del vero colpevole: il maggiore Esterhazy.

L'intensa copertura mediatica data al caso da Mathieu Dreyfus, che riuscì a mobilitare pubblicamente giornalisti, intellettuali, artisti e cittadini convinti dell'innocenza del fratello, scatenò il cosiddetto affare Dreyfus, che toccò l’apice negli anni 1898-1899, sotto l’incitamento dell'implacabile requisitoria di Zola che portò alla luce lo scandalo. L'opinione pubblica francese si divise tra i sostenitori di Dreyfus (“dreyfusards”), convinti dell'innocenza del capitano, che si ergevano a difensori della verità e della giustizia, e gli “antidreyfusards”, antirepubblicani, nazionalisti e antisemiti, che sostenevano incondizionatamente la colpevolezza di Dreyfus.

Titre
Mostra
Sous-titre
Disegnare per la giustizia.Hermann-Paul e l'affare Dreyfus (1897-1899)
Lieu
Livello 5, sala 41

È negli anni più intensi dell'affare Dreyfus (1898-1899), percepiti come “età della carta” e caratterizzati da uno scatenarsi di opinioni, che René Georges Hermann Paul, detto Hermann-Paul (1864-1940), partecipò alla cosiddetta guerra delle matite, in cui i disegnatori anti-Dreyfus e i loro colleghi pro-Dreyfus si affrontavano senza tregua e a volte con ferocia, consapevoli del loro ruolo e della forza specifica del loro mezzo espressivo. Accanto a intellettuali, scrittori e uomini di scienza, costoro si sforzarono di trasformare l'affare Dreyfus e le polemiche a esso legate in un dibattito che andasse oltre la semplice cronaca quotidiana dei viluppi di un caso giudiziario pieno di colpi di scena. Hermann-Paul fu uno dei tanti disegnatori, pittori e scultori che, per il loro attaccamento alla Repubblica e al rispetto delle sue fondamenta ‒ verità, giustizia, uguaglianza e libertà ‒ misero i loro mezzi espressivi al servizio della causa Dreyfus.

Il lavoro di Hermann-Paul sull'Affare assunse due forme: le vignette satiriche per la stampa e l’illustrazione giudiziaria. Il suo attivismo grafico gli procurò ben presto la fama di “giostraio della sinistra”, in un contesto politico, sociale ed etico particolarmente turbolento, che vedeva minacciate le fondamenta stesse della Repubblica. Pubblicò grandi disegni a doppia pagina su Le Cri de Paris , in cui derideva le azioni dell'esercito e del sistema giudiziario, i cittadini che si rifiutavano di dubitare della cosa portata in giudizio, i politici invischiati in dichiarazioni o posizioni insostenibili e le passioni di una società in preda al veleno dell'antisemitismo. Contemporaneamente alla sua attività di vignettista e caricaturista, Hermann-Paul fu inviato da Le Figaro come illustratore giudiziario per coprire le udienze del processo Zola nel febbraio 1899 e del secondo processo Dreyfus, tenutosi a Rennes nell'agosto-settembre 1899. Il Museo d'Orsay conserva un corpus di quasi 300 schizzi giudiziari realizzati da Hermann-Paul, che dimostrano il suo talento di illustratore giudiziario non professionista e allo stesso tempo fanno luce sulla sincerità delle sue convinzioni pro-Dreyfus, prima che diventasse un disegnatore apertamente antisemita dopo la Prima guerra mondiale, contribuendo ai giornali di estrema destra Candide, Gringoire e Je suis partout.

Curatela
  • Bertrand Tillier, professore all'Università di Parigi 1 Panthéon-Sorbonne;
  • Isolde Pludermacher, conservatrice generale Pittura al Museo d'Orsay, con Géraldine Masson, addetta alla valorizzazione della collezione di arti grafiche del Museo d'Orsay.
Titre
Programmazione cinematografica
Sous-titre
Lucie Dreyfus al cinema. La “devota ed eroica compagna” del capitano.
Lieu
Livello 5, sala 47

Tra marzo e dicembre 1895, i fratelli Lumière organizzarono a Parigi e a La Ciotat le prime proiezioni di film registrati con il cinematografo. Nello stesso anno, il capitano Alfred Dreyfus fu accusato di alto tradimento in favore della Germania, degradato nel cortile dell'École Militaire di Parigi davanti a centinaia di soldati e a una folla di curiosi, quindi condannato all'ergastolo sull'Isola del Diavolo, nella Guyana francese.

Sensibili al drammatico interesse del caso e dei suoi colpi di scena in stile guerra civile culturale e politica tra pro-Dreyfus e anti-Dreyfus, alcuni registi, consapevoli della sua importanza storica, non tardarono ad appropriarsi dell’argomento. Tra la decina di film contemporanei all’Affare (film a trucchi, ricostruzioni di fatti di cronaca, commedie), alcuni ritraggono, nel corso di una sequenza o di un'immagine rubata, la lotta di Lucie Dreyfus per sostenere e scagionare il marito: un impegno incessante, anche se all'ombra del fratello e degli avvocati dell'ufficiale.

“Perché mi avete lodata così tanto? Non me lo merito affatto. Se ho sopportato questi anni di sofferenza, è perché lo dovevo a mio marito e ai miei figli. Ho semplicemente fatto il mio dovere; se avessi fatto altrimenti, sarei stata una criminale”. (Lucie Dreyfus in una lettera all'amica Hélène Naville, luglio 1898)

Facendo pressione sugli ambienti politici, giudiziari, religiosi e intellettuali per portare alla luce la verità e lavare l’onta di Alfred Dreyfus, che fu riabilitato nel 1906, Lucie Dreyfus segna l’avvento delle donne sulla scena pubblica. Il cinema allora nascente contribuì a farne una figura che incarna i valori universali di lealtà, giustizia e amore.

Curatela
  • Marie Robert, conservatrice capo al Museo d'Orsay, Fotografia e Cinema.
Titre
Percorso all’interno delle collezioni
Sous-titre
Intorno all’affare Dreyfus
Lieu
Sale del museo

Un percorso all’interno delle collezioni museali analizza la posizione degli artisti e degli intellettuali in questa grande crisi repubblicana. Si esplorano opere di pittori e scultori come Edgar Degas, Paul Cézanne, Édouard Manet e Auguste Rodin, la cui realizzazione o ricezione fu segnata dall'affare Dreyfus, ma anche opere legate ai personaggi pubblici coinvolti (Zola, Clemenceau, Anatole France...).

Presentato nel 1898, il Monumento a Balzac di Auguste Rodin fu rifiutato dal suo committente, la Société des gens de lettres, adducendo come motivo l’irriconoscibilità del romanziere. Ne derivò allora una polemica che si intrecciò con l'affare Dreyfus: la maggior parte degli artisti e dei letterati che ammiravano l'opera erano sostenitori di Dreyfus, mentre i suoi detrattori erano principalmente anti-Dreyfus. Rodin decise di ritirare il suo Balzac, non volendo prendere posizione.

Anche la stampa ebbe un ruolo importante nell'affare Dreyfus e molti giornalisti e letterati si schierarono da una parte o dall'altra. Ai caricaturisti, per esempio, piaceva appropriarsi di opere famose per colpire l'opinione pubblica. Nell'ottobre 1898, Henri-Gabriel Ibels (1867-1936) pubblicò un disegno intitolato “Il colonnello Henry che custodisce il segreto dello Stato Maggiore”, riprendendo la stessa posa dell'opera dello scultore anti-Dreyfus Saint-Marceaux. Il colonnello Henry aveva prodotto, su richiesta dei suoi superiori, dei documenti falsi che accusavano Dreyfus.

Il giornalista e polemista Henri Rochefort fu un altro dei più strenui oppositori del Secondo Impero, prima di orientarsi verso posizioni sempre più nazionaliste e conservatrici. Rodin lo ritrasse nel 1884 e produsse questa versione ingrandita, più cupa, nel 1898, lo stesso anno in cui espose il suo Balzac, aspramente criticato da Rochefort. Antisemita dichiarato, Rochefort fu un “anti-dreyfusard” particolarmente virulento.

Curatela
  • François Blanchetière, conservatore capo al Museo d'Orsay, Scultura e Architettura.
  1. Lunedì chiuso
  2. Martedì 9h30 - 18h00
  3. Mercoledì 9h30 - 18h00
  4. Giovedì 9h30 - 21h45
  5. Venerdì 9h30 - 18h00
  6. Sabato 9h30 - 18h00
  7. Domenica 9h30 - 18h00
Museo d’Orsay
Mappa e itinerario
Lingue disponibili
Langue
Francese
Tarifs
Plein tarif horodaté
16 €
Tarif réduit horodaté
13 €
Enfant & Cie
13 €
Notturna
12 €
- 18 anni, - 26 anni residenti EEU
Free

Opere in mostra