Il trionfo del colore. Da Van Gogh a Matisse, le collezioni del museo d’Orsay e dell’Orangerie
La mostra Il trionfo del colore. Da Van Gogh a Matisse, le collezioni del museo d’Orsay e dell’Orangerie fa luce sul processo che, alla fine dell’Ottocento, porta il colore ad affrancarsi dalla realtà sensibile tramite l’applicazione delle teorie scientifiche sui colori complementari e la mescolanza ottica. Vicino a Seurat e Signac, Van Gogh adotta, durante il suo soggiorno parigino nel 1886-1887, il colore puro e la tecnica della divisione della pennellata propria dei pittori neo-impressionisti. Egli nutre la stessa ammirazione per le ricerche di Gauguin, il quale utilizza il colore in un’ottica simbolista e intellettuale. I colori piatti, stesi in modo uniforme, come nelle stampe giapponesi, conferiscono un carattere poetico e decorativo alle composizioni dei Nabis che seguono la lezione di Gauguin. Questa rivoluzione cromatica conoscerà una svolta radicale a cavallo tra Ottocento e Novecento con i Fauves, che adoperano il colore come un linguaggio espressivo a se stante.
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