Exposition au musée

Alexandre Charpentier (1856-1909). Naturalismo e Art Nouveau

Dal 22 Gennaio al 13 Aprile 2008
Alexandre Charpentier
Pupitre à musique, 1901
Paris, musée des Arts décoratifs
© Paris, photo Laurent Sully Jaulmes, Tous droits réservés / DR

"Le singolari ricerche di Charpentier in tutti i campi della sua arte"

Alexandre Charpentier-Jeune mère allaitant son enfant
Alexandre Charpentier, Emile Muller et Compagnie
Jeune mère allaitant son enfant, entre 1890 et 1892
Musée d'Orsay
Préemption en douane, 1990
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
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L'evoluzione della carriera di Charpentier è di per sé singolare. Il giovane artista, pur essendo attratto dalla scultura, si vede costretto ad imparare la tecnica dell'incisione su medaglia alla Scuola delle Belle-Arti. Il suo debutto, a 21 anni, avviene con un minuscolo medaglione raffigurante il ritratto della madre. Il suo primo colpo da maestro, però, nel 1883, è un imponente bassorilievo, la Giovane madre che allatta, in cui la figura è a grandezza naturale.Tuttavia, è proprio a seguito del rimpicciolimento dell'opera e della sua successiva diffusione in varie dimensioni che Charpentier ritorna all'arte della medaglistica. In seguito, a partire dal 1893, l'artista, tramite l'applicazione di questo rilievo ad un armadio per corredo da neonato, opera come decoratore, una strada, questa, che Charpentier sembra proprio intenzionato a percorrere. Alla fine della sua carriera, Charpentier torna di nuovo alla medaglistica, in particolare per l'Associazione "Amici della medaglistica francese", così come alla statuaria. Sfortunatamente, le sue opere monumentali - Narciso, La Famiglia felice, i monumenti a Charlet e a Zola – sono andati persi. Resta soltanto il rilievo di grandi dimensioni in gres policromo dei Fornai, (Parigi, square Scipion, Vo arrondissement)
"Bassorilievista"

Alexandre Charpentier-La Danse
Alexandre Charpentier
La Danse, 1898-1902
Collection particulière
© DR

Ciò che unisce la maggior parte delle creazioni di Charpentier, dalla medaglistica al grande bassorilievo, dall'oggetto in metallo o in ceramica al mobile in legno, è la pratica del rilievo, disciplina nella quale l'artista eccelle. Del resto, è lo stesso Charpentier che ama definirsi "bassorilievista". Possiamo tranquillamente affermare che assieme all'Italiano Leonardo Bistolfi (1859-1933) e all'Americano Augustus Saint-Gaudens (1848-1907), Alexandre Charpentier è stato uno dei grandi bassorilievisti di fine secolo.

"L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica"

Alexandre Charpentier-Pot à tisane
Alexandre Charpentier
Pot à tisane, en 1892
Musée d'Orsay
1893
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
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A priori, Charpentier non è artista da opera unica. Quando le sue creazioni sono isolate è perché esse sono di carattere personale oppure talmente costose che l'artista non è stato in grado di riprodurle in molteplici copie. Questo è esattamente il caso della maggior parte dei suoi mobili, come ilPianoforte (1898) e Armadio per quartetti (1901).Può anche accadere che l'artista rifiuti semplicemente di ripetere il lavoro già eseguito, come nel caso della Fontana- lavabo (1894).
In questa fine secolo, l'opera d'arte è entrata, secondo la definizione di Walter Benjamin, "nell'epoca della sua riproducibilità tecnica". Charpentier suggerisce naturalmente la produzione delle sue creazioni. Non in "un numero infinito di esemplari", ma "fissandone scrupolosamente la quantità". S'impone, dunque, la scelta di materiali e di tecniche a buon mercato, tali da garantire un costo di produzione e un prezzo di vendita ragionevoli.
La "Mobilia da scultore"

Alexandre Charpentier-Boiserie de salle à manger
Alexandre Charpentier, Alexandre Bigot, Fontaine
Boiserie de salle à manger, entre 1900 et 1901
Musée d'Orsay
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
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Le creazioni di Charpentier nell'ambito dell'arredamento e della decorazione hanno suscitato tiepide reazioni e sono molto meno apprezzate di quelle degli architetti o dei disegnatori suoi contemporanei. Cosa si rimprovera all'artista? Sostanzialmente la diversità, indice di "una fantasia sregolata". Tuttavia, si può biasimare Charpentier solo per il fatto di avere incessantemente sperimentato e attinto da molteplici fonti ?
Riconosciamo all'artista il merito di avere messo la sua "fantasia" al servizio di commissioni molto particolari. Effettivamente, molti dei suoi mobili rappresentano una scommessa. I rivestimenti e gli scaffali dell' Armadio per quartetti, alti e profondi, possono contenere un gran numero di spartiti e di archetti che non meritano di essere esposti. Gli strumenti, al contrario, sono in mostra dietro le vetrine. Questo mobile, unico nel suo genere, coniuga in maniera sublime il bello all'utile.
Per il suo Biliardo, Charpentier rinuncia all'intarsio che, invece, era solitamente utilizzato. L'artista studia il modo di sfruttare, in veste decorativa, la regola che prevede di mandare le biglie in buca. Proprio allora, si è affermata l'idea di raccogliere queste biglie nei drappeggi delle ballerine. Il bronzo, infatti, era sufficientemente solido per resistere alla loro continua caduta.

Alexandre Charpentier-Danseuse
Alexandre Charpentier
Danseuse, 1901
Collection particulière
© Musée d'Orsay / Sophie Crépy

"Statuaria amovibile"

L'Art Nouveau rappresenta il trionfo dell'oggetto e gli scultori vi hanno notevolmente contribuito. Cosa propone Charpentier ? "Una sorta di statuaria amovibile di piccole dimensioni", stando alla definizione di Camille Mauclair. La sua specialità consiste nello scegliere un oggetto di forma tradizionale - boccale, zuccheriera, cassetta delle lettere, scopetta per briciole... - per poi applicargli una decorazione scolpita che gli conferisca un carattere originale. Il rilievo è spesso inserito con una grande sporgenza, fino al tuttotondo.

Charpentier, tuttavia, non cade mai nella volgarità o nell'ostentazione. Egli dà vita a "minute e delicate cesellature", figure femminili dalla sensualità discreta. I suoi personaggi comunicano dignità e perfino austerità, nulla a che vedere con i sorrisi ad effetto di tanti soprammobili in stile Art Nouveau. Il loro fascino, circostanza singolare, è dato proprio dal fatto che, questi personaggi, non manifestano espressioni diverse dalla concentrazione e dalla serenità. Sempre in azione, anche quando meditano o contemplano, essi emanano presenza ed energia comunicativa e sono più che semplici ornamenti.

"Venere che lava"

Il naturalismo di Charpentier non si esprime soltanto attraverso i suoi temi – madri che allattano e bambini in tenera età, operai e medici, ritratti di grandi e piccoli maestri del naturalismo letterario. Esso si afferma altresì tramite la scelta di modelli anticlassici. L' ideale di bellezza di Charpentier non è quello dell'Accademia ma quello della strada. I suoi, sono modelli popolari. L'artista, infatti, raffigura tipi sociali alla maniera di Jules Dalou (1838-1902) e Constantin Meunier (1831-1905).

Alexandre Charpentier-La contrebasse
Alexandre Charpentier
La contrebasse, en 1901
Musée d'Orsay
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
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Per i suoi nudi, lo scultore sceglie modelli non accademici: "Raffigurava Venere che lava e Ganimede adolescente all'angolo della strada" (Rossella Pezone-Froissart). Due sono le figure femminili alle quali si ispira: una, molto giovane, minuta e delicata, l'altra più matura, dalle forme generose. Secondo Léonce Bénédite, la prima figura, caratterizzata da un "aspetto ossuto e mal nutrito", si riscontra sulle placche di protezione della porta di formato verticale come Il Violoncello e L'Arpa. La seconda figura è utilizzata per placche più grandi che decorano il mobile per quartetti, come L'Alto et Il Contrabbasso.

Alexandre Charpentier-La modiste
Alexandre Charpentier
La modiste, entre 1896 et 1898
Musée d'Orsay
Don de la société des Amis du musée d'Orsay, 1989
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Gérard Blot
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"Una vita più bella, più armoniosa e più intensa"

Charpentier realizza un numero cospicuo di immagini raffiguranti manovali, arnesi in mano. Passa minutamente in rivista il gesto, preciso e ripetuto, mettendo in evidenza i muscoli in azione. A suo dire, l'artista non deve limitarsi al lavoro di ideazione ma deve mettere mano all'impasto. Eccolo dunque frequentare, con vivo interesse, le botteghe artigiane imparandone trucchi e mestieri.
Così facendo, Charpentier esprimeva forse la sua nostalgia per le corporazioni? Egli sogna "una vita più bella, più armoniosa e più intensa" (intervista rilasciata a Gabriel Mourey nel 1902).

Questa dichiarazione rivela l'idealismo di cui Charpentier è plasmato. È un uomo con le sue opinioni, che investe tutte le proprie energie nella difesa di Alfred Dreyfus, partecipa al movimento conosciuto con il nome di "arte sociale" e aderisce a numerose associazioni. Il suo impegno anarchico, a fianco dei suoi amici del gruppo dei neoimpressionisti (Luce, Pissarro, Signac, Fénéon...) è autentico. Nelle sue interviste e nei testi firmati dal gruppo L'Arte in Tutto da lui fondato nel 1896, Charpentier esprime la propria volontà di mettere l'arte alla portata di tutti.

Alexandre Charpentier-Armoire à layette
Alexandre Charpentier
Armoire à layette, 1893
Bruxelles, musées royaux d'Art et d'Histoire
© Musées royaux d'Art et d'Histoire, Bruxelles

Per Charpentier, tutto è motivo di spunto per la decorazione e la fantasia. Stravolge la gerarchia esistente tra le arti "maggiori" – la pittura e la scultura – e le arti decorative, considerate "minori". Si appropria di oggetti utili per renderli belli e accessibili a tutti, senza mai rinunciare alla sua originalità.