Exposition au musée

Aubrey Beardsley (1872-1898)

Dal 13 Ottobre 2020 al 10 Gennaio 2021

Aubrey Beardsley

Aubrey Beardsley

Aubrey Beardsley (Brighton 1872-Menton 1898) ha costruito un universo grafico immediatamente riconoscibile, audace e virtuoso. Dall’ultimo decennio dell’Ottocento incontra un successo folgorante, tanto che a Londra quegli anni vengono indicati come il "Beardsley Period". Diagnosticatagli la tubercolosi sin da bambino, sapeva che la sua vita sarebbe stata breve; alla sua morte, all’età di venticinque anni, aveva già realizzato oltre mille disegni. Gli originali – di cui una sessantina qui riuniti – sono rimasti relativamente confidenziali perché è attraverso la stampa nei libri e nelle riviste che il pubblico li ha conosciuti. La reputazione di Beardsley è strettamente legata a una nuova tecnica di riproduzione fotomeccanica delle immagini in bianco e nero: la stampa su zinco. Questo procedimento, realizzato in maniera fotografica a partire da un disegno originale, restituisce con grande precisione il tratto della sua penna calligrafica, scattante e sicura.
La mostra, prima monografica dell’artista in Francia, propone un percorso cronologico che segue le grandi fasi dello stile proteiforme e immediatamente riconoscibile di Beardsley il quale diceva: ‘’Ho sette stili diversi e tutti e sette hanno avuto successo’’.

Aubrey Beardsley, artista dandy

Artista dandy, simbolo della decadenza fin-de-siècle, amante del bello non comune, Aubrey Beardsley costruisce la sua immagine di giovane prodigio anticonformista e provocatore, un’immagine che è parte integrante del suo successo. Svelando l’ipocrisia del puritanesimo che caratterizza la fine dell’età vittoriana, è pioniere nella rappresentazione delle identità e dei desideri associati alla libertà sessuale e alla fluidità dei generi. Si reca spesso a Parigi, Dieppe e Menton, e termina la sua vita in Francia, dove era associato a Watteau, Molière, Sade, Balzac, Sand, Gautier, Zola, Flaubert e infine a Huymans, autore di quel ‘’breviario della decadenza’’ quale è il romanzo A Rebours [Controcorrente].

Gli esordi,

Gli esordi, Le Morte Darthur e l'influenza preraffaellita

A diciott’anni, Beardsley incontra Edward Burne-Jones (1833-1898), figura centrale del preraffaellismo. Questo movimento artistico inglese nato a metà Ottocento si riallaccia all’arte medievale, prima di Raffaello, ai primitivi italiani, Sandro Botticelli e Andrea Mantegna, ed estende la sua influenza alle arti decorative, al libro e all’illustrazione. Dopo aver visto la produzione del giovane artista, Burne-Jones gli consiglia di diventare disegnatore professionista.
Nel 1892, grazie all’amico nonché fotografo e libraio Frederick H. Evans, Beardsley fa la conoscenza dell’editore Joseph Malaby Dent che gli affida le illustrazioni di una nuova edizione di Le Morte Darthur di Thomas Malory, scritto nel Quattrocento a partire dalle leggende di Re Artù. Per questo progetto, egli realizza nell’arco di due anni 353 disegni e inizia così a vivere della sua arte.
Beardsley mette in parodia il tratto dell’incisione su legno e l’iconografia medievale delle pubblicazioni della Kelmscott Press fondata da William Morris. Interpreta in maniera molto libera il testo e introduce spesso e volentieri elementi della mitologia pagana quali fauni e satiri, dando grande importanza ai motivi floreali che usa come collante tra le diverse illustrazioni.

Un nuovo illustratore

Un nuovo illustratore

Dopo aver visitato, insieme alla sorella Mabel, la ‘’Peacock Room’’ (Stanza dei Pavoni) decorata dal pittore James McNeill Whistler (1834-1903) nella residenza londinese del collezionista Frederick Leyland, Beardsley comincia a introdurre nei suoi disegni dei dettagli giapponesizzanti. Si ispira in particolare alla finezza dei katagami, stencil giapponesi, e alle convenzioni grafiche delle incisioni su legno giapponesi: stilizzazione delle forme, trattamento piatto delle grandi superfici, assenza di prospettiva lineare, contrasto tra figure accuratamente disegnate e sfondi astratti. Come molti suoi contemporanei, tra cui i Nabis in Francia, egli apprezza il formato verticale oblungo dei kakemono, dipinti o calligrafie appese a guisa di rotolo.
Nel 1893, la nascita della rivista d’arte The Studio che fonde belle arti e arti applicate, contribuisce alla diffusione del movimento Arts and Crafts. Beardsley partecipa a 13 numeri della rivista e realizza diverse copertine. Il primo numero gli conferisce la fama grazie a un articolo elogiativo dello scrittore e incisore Joseph Pennell, che loda la sua arte ‘’rimarchevole tanto nella realizzazione quanto nell’invenzione’’. Da quel momento, Beardsley riceve numerose commesse per libri e riviste letterarie.
Quello stesso anno, per la serie di libretti umoristici Bon-Mots, esegue delle ‘’grottesche’’, dal nome di quelle decorazioni scoperte durante il Rinascimento in alcune vestigia romane, mescolanti arabeschi, vegetazione, elementi architettonici e figure fantastiche. Col suo tratto agile e sottile, Beardsley vi rappresenta caricature e mostri di sua invenzione, creature embrionali a metà tra feti e satiri.

Lo

Salomè

Secondo il racconto biblico Salomé, figlia di Erodiade, è innamorata di Giovanni Battista (Iokanaan), prigioniero del re Erode. Rifiutata dal suo amato, ella chiede al suo patrigno, Erode Antipa, la testa del Battista in cambio della propria esibizione nella danza dei sette veli.
Oscar Wilde (1854-1900) dedica una pièce a questo mito della femme fatale, molto presente nelle arti dell’ultimo trentennio dell’Ottocento. La sua prima Salomè è scritta in francese ed è creata al Théâtre de l’OEuvre di Parigi nel 1896. Ispirandosi a quella versione Beardsley esegue un disegno apparso nella rivista The Studio, che spinge Wilde e il suo editore John Lane a sceglierlo per illustrare l’edizione inglese della pièce. L'artista realizza allora diciotto tavole che sono altrettante immagini del desiderio e della morte, connubio di mito e universo contemporaneo, eleganza e grottesco, profusione di dettagli e stilizzazione estrema. Nel 1894, solamente dieci disegni vengono pubblicati nella prima edizione inglese della pièce. Ben presto, questi diventano le immagini più celebri di Beardsley.

Lo Yellow Book

Nel 1894 Beardsley diventa direttore artistico dello Yellow Book (Il Libro giallo), una rivista d’avanguardia che mette sullo stesso piano arte e letteratura. Grazie ai disegni audaci e accattivanti del giovane artista, la rivista diventa una delle pubblicazioni iconiche di quel decennio. La scelta del giallo dà il là: già colore alla moda, esso ricordava in particolare le copertine dei romanzi popolari erotici francesi. La notorietà che Beardsley acquista grazie a questa rivista, di cui realizza anche le copertine, è però di breve durata. Difatti, l’opinione pubblica lo associa a Oscar Wilde dopo le sue illustrazioni di Salomè e, dopo la condanna dello scrittore nel 1895 per oltraggio ai buoni costumi, Beardsley viene addirittura espulso dalla redazione dello Yellow Book. Ritrovatosi in gravi ristrettezze economiche, lascia l’Inghilterra per la Francia e si unisce alla comunità di artisti e scrittori inglesi di Dieppe, in Normandia.

e lo spirito del Settecento

The Rape of the Lock [Il ricciolo rapito ] e lo spirito del Settecento

Beardsley ammira molto il poeta Alexander Pope (1688–1744), un gusto deriso da Oscar Wilde che aveva proclamato: ‘’Ci sono due modi di non amare la poesia: uno è non amarla, l’altro è amare Pope’’ (‘’There are two ways of disliking poetry; one way is to dislike it, the other is to like Pope’’). Nel 1896 Beardsley si lancia nell’illustrazione del poema eroicomico The Rape of the Lock (‘’Il ricciolo rapito’’, 1712) che ridicolizza un incidente realmente accaduto: Lord Petre (il barone) taglia una ciocca di capelli di Arabella Fermor (Belinda) senza il permesso di lei, provocando una lite tra le rispettive famiglie. Beardsley si ispira alle incisioni calcografiche del Settecento francese, di cui è grande ammiratore e collezionista, per sviluppare un nuovo stile, decorativo e opulento, sovraccarico di motivi la cui delicatezza ricorda l’arte del ricamo. E difatti il testo viene pubblicato nel 1897 non come ‘’illustrato’’ ma come ‘’ricamato’’ da undici disegni di Aubrey Beardsley (‘’Embroided with eleven drawings by Aubrey Beardsley’’).

L'Antichità lasciva, illustrare Aristofane e Giovenale

In convalescenza nel sud dell’Inghilterra durante l’estate 1896, Beardsley comincia le sue due serie più esplicitamente sessuali, ispirate ad alcuni testi della classicità. La prima è un corpus di otto disegni realizzati per la Lisistrata di Aristofane (411 a. C.), commedia satirica in cui un gruppo di donne ateniesi e spartane fanno lo sciopero del sesso per indurre gli uomini a cessare i combattimenti. L’altra serie si ispira alla Satira-VI di Giovenale (fine I - inizio II secolo d. C.), attacco misogino ai costumi delle donne dell’antica Roma.
In questi soggetti Beardsley trova la materia per esprimere il suo humour irriverente e la sua assenza di tabù nell’affrontare gli aspetti più diversi della sessualità. Emerge qui un nuovo stile lineare ispirato in particolare alle stampe erotiche giapponesi e alla ceramica dell’antica Grecia. Queste serie troppo provocatorie per circolare apertamente furono conosciute solo da un ristretto pubblico di iniziati tramite sottoscrizione privata con l’editore, Leonard Smithers. Convertitosi al cattolicesimo poco prima della morte, Beardsley gli chiederà di distruggere tutti i suoi ‘’disegni osceni’’, cosa che l’editore non fece...

The Savoy

The Savoy

In seguito al suo incontro a Dieppe, nel 1895, con Leonard Smithers, libraio ed editore specializzato nella pornografia, Beardsley partecipa alla creazione della rivista The Savoy, lanciata nel 1896. Ne diventa il direttore artistico mentre la parte letteraria è affidata allo scrittore e poeta Arthur Symons. Il titolo della rivista fa riferimento all’hotel Savoy di recente inaugurato a Londra, primo edificio pubblico interamente illuminato a corrente elettrica, rinomato per la sua modernità. In soli otto numeri, The Savoy si impone come una pubblicazione di riferimento, con testi di Stéphane Mallarmé, William Butler Yeats e Joseph Conrad, solo per citarne alcuni. Beardsley realizza tutte le copertine, alcune delle quali vengono censurate da certi librai londinesi. Scrive e illustra una versione ludica ed erotica dell’opera Tannhaüser di Wagner, Venus and Tannhaüser, pubblicata in forma purgata in The Savoy sotto il titolo Under the Hill (‘’Sotto la collina’’). A causa del conservatorismo sociale e morale contro cui combatte, la rivista fu interrotta dopo un anno.

Gli ultimi disegni

Tra il 1897 e il decesso nel marzo 1898, Beardsley si dedica a diversi progetti rimasti incompiuti. Nel 1897, illustra Mademoiselle de Maupin (1835) di Théophile Gautier. Questo romanzo narra le avventure di una fanciulla che si traveste da uomo e sfugge così all’arbitrarietà del genere e all’assegnazione sessuale; androgina, è attratta sia dagli uomini che dalle donne e sente di appartenere a entrambi i sessi. La prefazione al libro è un manifesto dell’arte per l’arte, contro la visione utilitaristica e moralizzatrice della bellezza.
Nei suoi disegni, Beardsley realizza delicate tonalità di grigio al lavis e all’acquerello. Inizia inoltre dei disegni per Volpone, una commedia di Ben Jonson (inizio Seicento). Questi capolavori grafici sono ispirati dall’arte barocca e dall’esuberanza delle pettinature e dei costumi dei secoli XVII e XVIII.
Beardsley muore a Menton, in Francia, all’età di venticinque anni. Già fenomeno in vita, entra allora nella leggenda. L’inizio del Novecento conosce un vero e proprio ‘’Beardsley Boom’’, un periodo breve caratterizzato da un’intensa produzione di copie e imitazioni dello stile dell’artista. La sua grafica precisa, audace e astratta, e il suo spirito ribelle ispireranno numerosi artisti.