Carpeaux (1827-1875), uno scultore per l'Impero
Philoctète sur l'île de Lemnos, 1852
Valenciennes, musée des Beaux-Arts
© RMN-Grand Palais / Thierry Le Mage
Si iscrive come allievo di François Rude, figura importante del Romanticismo nonché scultore della Marsigliese dell'Arco di Trionfo dell'Etoile, e tuttavia persona non gradita negli ambienti della suddetta Ecole.
L'annuale concorso per il Prix de Rome, questione di primaria importanza nell'ottica di una carriera parigina, è sin dall'inizio uno degli obbiettivi del giovane Carpeaux. Ai vincitori spetta un soggiorno di quattro anni a Roma presso la Villa Medici, sede dell'Accademia di Francia, durante il quale perfezionare la loro formazione a contatto con i capolavori dell'Antichità e dell'arte italiana, inviando regolarmente i propri lavori a Parigi.
Tuttavia, i temi della mitologia e della storia antica, così come quelli delle Sacre Scritture non sono una grande fonte d'ispirazione per il giovane Carpeaux; difatti, dopo una serie di infruttuosi tentativi, egli decide di abbandonare l'insegnamento di Rude per quello dello scultore Francisque Duret, professore all'
La decorazione del Louvre
Tête de jeune femme les yeux baissés
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Prossimo al crollo, il padiglione di Flora viene demolito e ricostruito dall'architetto del nuovo Louvre di Napoleone III, Hector Lefuel, per poter accogliere gli appartamenti del principe imperiale.
Forte del successo di Ugolino, nel 1864 Carpeaux vede affidarsi la decorazione del coronamento della facciata sud, lato Senna: si tratta di un frontone ornato da figure allegoriche, La Francia imperiale porta la luce nel mondo e protegge la Scienza e l'Agricoltura, di un rilievo sull'attico, Flora, e di un fregio di putti che brandiscono delle palme.
Lo scultore realizza numerosi schizzi preparatori per le figure del frontone, ispirandosi, per la Scienza e l'Agricolturaalle allegorie del Giorno e della Notte scolpite da Michelangelo per le cappelle medicee a Firenze Carpeaux accumula sempre più ritardo provocando così l'esasperazione di Lefuel, il quale minaccia di ritirargli il progetto. Contemporaneamente, Carpeaux lavora attivamente all'altorilievo di Flora, passando da una composizione di stampo rinascimentale a una figura sorridente e rubensiana, vibrante di vita.
Manifesto di un eclettismo che rinnova profondamente la scultura moderna, la composizione spezza il vincolo di secolare asservimento della scultura decorativa all'architettura. D'altro canto Lefuel, indignato per la sporgenza della figura, che ritiene inadatta alla disposizione del progetto, minaccia Carpeaux di livellarne la testa. Lo scultore chiede allora l'arbitraggio dell'imperatore e ottiene la meglio.
Inaugurato nel 1866, l'insieme del gruppo scultoreo pensato da Carpeaux consacra la sua celebrità. Monumenti pubblici
Saint Bernard prêchant la croisade, 1874
Valenciennes, musée des Beaux-Arts
© RMN-Grand Palais / René-Gabriel Ojéda / Thierry Le Mage
Fatta eccezione per il Watteau a Valenciennes, che la morte gli impedirà di vedere ultimato, e per la Fontana dell'Osservatorioa Parigi, Carpeaux non realizza nessun monumento pubblico che non sia legato a una decorazione architettonica. Temperanza scolpita per la chiesa della Trinità, la decorazione del padiglione di Flora, Danza, Fontana dell'Osservatorio, e il frontone dell'Hôtel de Ville di Valenciennes gli vengono commissionati uno dietro l'altro, lasciandogli poca tregua in un periodo in cui dà peraltro prova di un'intensa attività di ritrattista.
Spinto dal suo amico, il marchese di Piennes, Carpeaux partecipa tuttavia a diversi concorsi nazionali e internazionali, che cristallizzano talvolta i suoi dubbi. Restano così numerosi progetti incompiuti, come testimoniano disegni e abbozzi che fanno luce su un aspetto importante della vita degli scultori della seconda metà dell'Ottocento: l'incessante ricerca di commissioni per sopravvivere.
Osservando le opere dei suoi contemporanei, Carpeaux vede spesso le cose in grande e immagina talvolta monumenti di un afflato epico impressionante la cui realizzazione avrebbe rotto una volta per tutte con l'estetica allora assegnata al genere (Moncey). Indebolito dalla sua salute declinante, Carpeaux non riesce a portare due ordini tardivi – Rabelais e San Bernardo – oltre lo schizzo preparatorio. Watteau
Tête de la statue de Watteau, vers 1867-1869
Stockholm, Nationalmuseum
© Erik Cornelius / Nationalmuseum Stockholm
Il monumento al pittore originario di Valenciennes, Jean-Antoine Watteau (1684-1721), è un progetto che occupa Carpeaux per buona parte della sua carriera.
Sin dai tempi del soggiorno romano, lo scultore riflette a un modo per esprimere la propria riconoscenza alla città natale, la quale gli ha precedentemente concesso una borsa di studio.
Il progetto viene presentato al sindaco nel maggio 1860: si tratta di una fontana sormontata dalla statua in piedi di Watteau.
Carpeaux incita la città di Valenciennes a prendere esempio da Anvers, dove vent'anni prima era stato eretto un monumento a Rubens, e non chiede alcun compenso, accontentandosi dei rimborsi spese, poiché desidera eseguire la statua in marmo.
Per lo studio della sua composizione effettua varie copie dei disegni di Watteau. Come la maggior parte dei progetti monumentali a cui si dedica lo scultore, la statua di Watteau conosce diverse peripezie, tra cui la distruzione di un modello in gesso in un accesso di sconforto.
La lentezza delle decisioni municipali non frena l'ardore di Carpeaux che continua a promuovere instancabilmente il suo progetto tra 1869 e 1874.
È nel 1879, quattro anni dopo la sua morte, che il monumento, fuso in bronzo, è inaugurato ai piedi della chiesa Saint-Géry e non nel luogo sognato da Carpeaux, sulla piazza d'Armi.
Il sentimento religioso
Descente de croix, entre 1865 et 1870
Musée d'Orsay
1965
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Vedi il bando dell'opera
"Amo con ingenuità, credo con tutta la forza che ho nell'animo e adoro con raccoglimento tutto ciò che si innalza verso Dio", scrive Carpeaux sul finire della sua vita.
Accanto alle opere commissionate che lo tengono costantemente occupato, egli trova sempre il tempo per modellare, dipingere e disegnare motivi di ispirazione religiosa.
Il dualismo dell'arte di Carpeaux, sospesa tra pathos ed esaltazione della vita, si ritrova espresso nella figura della Vergine Maria, rappresentata come protettrice e materna, celata appena sotto le sembianze dell'imperatrice Eugenia (Madonna del santo Cordone) o come una Vergine addolorata o Pietà di tradizione tenebrista, il cui volto pieno di pathos è tratto da uno dei suoi modelli che ha subito la perdita del figlio (Mater Dolorosa).
Numerosi sono i disegni, i dipinti e gli schizzi che traducono con naturalezza il profondo misticismo presente in Carpeaux, pieno di ammirazione per la pittura religiosa italiana e fiamminga, da Michelangelo a Rembrandt
Le diverse deposizioni dalla croce, pietà, compianti sul Cristo morto, gruppi di modeste dimensioni, sono altrettante rappresentazioni scolpite nella terra con un forza evocatrice che pochi scultori del secolo sono riusciti a trasmettere. Alla corte imperiale
Un bal masqué aux Tuileries, 1867
Valenciennes, musée des Beaux-Arts
© RMN-Grand / René-Gabriel Ojéda / Thierry Le Mage
Introdotto dalla principessa Matilde, cugina dell'imperatore, protetto e incoraggiato da suo amico fidato nonché ciambellano dell'imperatrice, il marchese di Piennes, Carpeaux è particolarmente apprezzato dai sovrani.
L'imperatrice Eugenia acquista i due marmi del Pescatore con conchiglia e della Ragazza con conchiglia, Napoleone III difende l'altorilievo di Flora dalle critiche dell'architetto del padiglione omonimo, e la coppia imperiale accoglie la proposta di Carpeaux di realizzare il ritratto del principe ereditario.
Tuttavia, pur essendo probabilmente il loro scultore preferito, egli non è il loro statuario ufficiale: Carpeaux non esegue infatti il ritratto solenne di nessun sovrano durante il suo regno.
Affascinato dai fastosi ricevimenti a cui è invitato al palazzo delle Tuileries o alle famose "serie" di Compiègne, brevi soggiorni più informali dove si riuniscono, su iniziativa dei sovrani, le élite sociali e intellettuali, Carpeaux moltiplica il numero dei disegni preparatori realizzati dal vero o a memoria.
Queste testimonianze estremamente personali, talvolta ai limiti del reportage, si traducono spesso in pittura, che Carpeaux pratica parallelamente a un ricca varietà, senza tuttavia esporre in pubblico. La statua del principe imperiale
Le Prince impérial et le chien Néro, en 1865
Musée d'Orsay
1969
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Michel Urtado
Vedi il bando dell'opera
Nel 1864, Carpeaux dà delle lezioni di disegno e modellatura al principe Napoleone Eugenio Luigi Bonaparte, figlio unico di Napoleone III e dell'imperatrice Eugenia, nato nel 1856.
Invitato a Compiègne durante l'autunno, Carpeaux fallisce nel tentativo di far posare l'imperatrice per un busto ma ottiene in compenso l'autorizzazione di ritrarre l'erede della dinastia.
Siccome la sovrana desiderava un busto e l'imperatore una statua in piedi, Carpeaux si dedica ad entrambe le opere nella primavera del 1865.
Il risultato è una statua che rompe con le precedenti rappresentazioni dei discendenti reali e pone l'accento sull'accessibilità del giovane principe, rappresentato come un giovanotto dell'alta società con addosso un elegante abito civile, in compagnia di Néro, il cane dell'imperatore. Carpeaux dedica tutte le sue energie a questo lavoro, senza tuttavia perdere di vista le sue ambizioni: "La mia statua del principe imperiale lascerà una bella impronta dei tempi moderni per l'avvenire, in essa ripongo tutto il mio sapere, tutta la mia vita; essa sarà un tassello della mia gloria".
Ben presto lo scultore realizza delle miniature della statua, di cui la casa imperiale acquista i diritti nel 1869. Oggetto di propaganda declinato in diversi materiali e dimensioni, l'effigie del principe imperiale riscuote un notevole successo.
Nel 1868 Carpeaux ne realizza una variante in bronzo argentato, senza il cane, destinata all'Hôtel de Ville di Parigi, distrutto nell'incendio del 1871.
Ritratti
Charles Garnier, en 1869
Musée d'Orsay
legs Mme Charles Garnier, 1921
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / René-Gabriel Ojéda
Vedi il bando dell'opera
In meno di dieci anni, in un'epoca che vede la proliferazione di ritratti dipinti o scultorei, Carpeaux ha profondamente rinnovato un genere malvisto, considerato spesso di sussistenza.
Traendo ispirazione dalla scultura francese del Settecento, egli si applica nella realizzazione di busti solenni così come di composizioni più intime, il tutto con una sorprendente economia di mezzi. Spesso prodotti in un violento slancio di creatività, in cui Carpeaux afferma di operare essenzialmente "d'istinto", questi intensi ritratti appaiono immediatamente agli occhi dei suoi contemporanei come delle vere e proprie reincarnazioni, palpitanti di vita.
Lo scultore ripone tutta la sua attenzione nel restituire l'intensità di uno sguardo, così come nella resa delle chiome, di un sorriso.
I risultati migliori si hanno quando modella il busto di uno dei suoi cari o dei suoi amici artisti.
Se i disegni e i dipinti sono talvolta direttamente connessi ai ritratti scultorei, essi si presentano al tempo stesso come delle opere dotate di una propria autonomia, in cui il pittore ritrae dal vero l'impressione lasciata da un volto amichevole.
La vivacità, l'intimità disinvolta e la ricchezza plastica dei busti di Carpeaux segneranno tutta la nuova generazione di scultori degli anni 80 dell'Ottocento: secondo Rodin, "Carpeaux ha realizzato i più bei busti dei nostri tempi". Carpeaux dal suo punto di vista
Autoportrait dit aussi Dernier Autoportrait, en 1874
Musée d'Orsay
Legs de Mme Louise Clément-Carpeaux, fille de l'artiste, 1961
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Vedi il bando dell'opera
A differenza della maggior parte degli scultori ottocenteschi, Carpeaux ci ha lasciato un gran numero di autoritratti. Per tutta la sua vita, egli dipinge regolarmente il proprio volto, spesso senza concessioni, dalla gioventù piena di avvenire all'introspezione disperata degli ultimi anni.
Nessuna scultura: lo sguardo, sempre grave, di questi dipinti o disegni è la testimonianza di una personalità complessa, perennemente in bilico tra entusiasmo e abbattimento. Ritratti di famiglia Carpeaux incontra per la prima volta Amélie de Montfort, figlia del governatore del palazzo del Lussemburgo, durante un ballo alle Tuileries. Fidanzatisi nel 1869, i due i sposano lo stesso anno nella chiesa della Maddalena.
Fidanzato focoso, lo scultore modella un busto della sua futura sposa, disegnandola in numerose occasioni.
Questo matrimonio d'amore, che è al tempo stesso una mésalliance, si sgretola rapidamente. Morbosamente geloso e a volte violento, incoraggiato dai suoi genitori la cui presenza influirà negativamente sulla sua vita quotidiana, Carpeaux accusa ingiustamente la moglie di tradimento.
La dote di Amélie Carpeaux è sperperata nelle spese legate alla Danza e alla sistemazione dell'atelier di Auteuil. All'indomani della morte dello scultore, ella sarà tuttavia la custode prima e l'accorta amministratrice poi, proseguendo le edizioni, le vendite o le concessioni delle opere ai musei francesi, come farà a sua volta la figlia, Louise Clément-Carpeaux.
I pochi "ritratti di famiglia" modellati da Carpeaux, caratterizzati da un'affettuosa intimità, in particolare quello della viscontessa di Montfort, suocera dello scultore, rivaleggiano spesso in finezza psicologica con i busti del Settecento francese. Il lato oscuro
Portrait de femme, à mi-corps, vue de trois quarts à gauche
photo musée d'Orsay / rmn © Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
La violenza e la sua rappresentazione attraversano l'esistenza e l'opera di Carpeaux, violenza che talvolta può ritorcersi contro la sua stessa opera, come quando distrugge il busto marmoreo della marchesa di La Valette, che non era piaciuto al modello.
Dopo Ugolino, le sue sculture abbandonano il tragico per addentrarsi in un naturalismo vibrante di vita.
Il suo atelier pullula tuttavia di schizzi modellati o disegnati, oltre che di dipinti d'ispirazione decisamente cupa, come egli stesso scrive nel 1863: "Deposizioni dalla croce, Giudizi universali, Zattere della Medusa, Massacri di Scio sono per noi necessari – l'umanità sollevata come per raffiche di vento che fanno urtare le generazioni l'una contro l'altra, simile al vento che fa volteggiare la polvere nel suo furore; la disperazione: ecco, credo, l'espressione della nostra epoca".
Le teste ghigliottinate disegnate a partire da Géricault, la rappresentazione di violenze pubbliche contemporanee, così come di agghiaccianti scene di parto o di naufragi, costituiscono un macabro museo personale, fortemente impregnato di Romanticismo, ma con una libertà spesso visionaria, "una pittura da cataclisma", come osserva il critico Paul Geffroy a proposito dell'Attentato di Berezowski.
L'edizione
Carpeaux dimostra ben presto il suo spirito innovatore sviluppando egli stesso l'edizione delle sue opere destinate al commercio. Se per i bronzi si rivolge a dei fabbri che lavorano in proprio, a partire dal 1868 si stabilisce ad Auteuil dove ha la possibilità di creare un atelier.
Vera e propria impresa familiare, l'atelier riproduce in gesso, terracotta forgiata o marmo delle copie sono per lo più variazioni o "estrazioni" realizzate a partire dalle sculture che hanno reso celebre l'artista, come ad esempio il Genio della Danza.
Carpeaux elabora peraltro dei modelli nuovi, più costosi, su cui esercita un rigoroso controllo artistico. Dopo la sua morte, lo sfruttamento della sua produzione scultorea è portata avanti dagli eredi dell'artista.
La Danza
La Danse, en 1869
Musée d'Orsay
1964
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Vedi il bando dell'opera
Nel 1861, il giovane architetto Charles Garnier vince il concorso per la costruzione del nuovo Teatro dell'Opera di Parigi. Due anni dopo si rivolge a Carpeaux, suo compagno di studi alla Petite Ecole, per la realizzazione di uno dei quattro gruppi di tre personaggi destinato a ritmare la parte inferiore della facciata.
Garnier rifiuta la prima proposta dello scultore e gli chiede di riflettere sul tema della danza.
Carpeaux presenta allora un progetto composto da nove figure che avanzano senza rispettare la disposizione della facciata. Questo audace girotondo di baccanti attorno a un genio centrale viene tuttavia accettato da Garnier.
Con grande libertà, Carpeaux mescola fonti antiche e richiami contemporanei, moltiplicando il numero dei disegni preparatori. Una vera e propria squadra sarà all'opera tra l'anno 1868 e l'inizio del 1869, con la partecipazione dello stesso Carpeaux alle prese con compasso e scalpello.
Il prezzo di costo risulta molto più elevato del previsto e l'extra viene pagato inizialmente dall'architetto, poi da Amélie de Montfort. All'inaugurazione della facciata dell'Opera nel 1869 seguono immediatamente aspre reazioni del pubblico, scandalizzato dal realismo dei nudi femminili, mentre la critica si scatena contro Carpeaux.
Una bottiglia di inchiostro fu addirittura scagliata contro il gruppo scultoreo nella notte tra il 26 e il 27 agosto. Dinanzi al dilagare delle proteste, l'amministrazione e lo stesso Garnier decidono di rimuoverlo con grande disperazione di Carpeaux che rifiuta di realizzarne un altro: l'ordine viene allora commissionato allo scultore Charles Gumery.
Tuttavia, prima la guerra del 1870 e la caduta del Secondo Impero, poi la morte di Carpeaux nel 1875 salvano la Danza dalla rimozione.
Nel 1964, lo scultore Paul Belmondo realizza una copia di questo gruppo scultoreo e l'originale viene portato al museo del Louvre prima di essere trasferito all'Orsay nel 1986. Nell'atelier
Gli schizzi sono probabilmente l'elemento in cui è possibile cogliere meglio l'originalità espressiva di Carpeaux. Essi ci permettono di avere un'idea piuttosto completa del difficile avanzamento verso il risultato definitivo.
Questo aspetto della sua opera destava già l'interesse dei suoi contemporanei, alimentando sin dai tempi dello scultore una sorta di "leggenda aurea", come testimonia il commento dello scultore David d'Angers: "Tagliate pure la testa a Carpeaux, egli continuerà a modellare". Molti di questi schizzi rimandano spesso alla miriade di disegni dell'artista tuttora conservati.
La fontana dell'Osservatorio
Les quatre parties du monde soutenant la sphère céleste, en 1872
Musée d'Orsay
1889
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Vedi il bando dell'opera
Nel 1867, il barone Haussmann chiede all'architetto Gabriel Davioud, direttore dei lavori della Città di Parigi, di progettare una fontana all'estremità sud dell'avenue de l'Observatoire.
Davioud propone di commissionare il gruppo scultoreo a Carpeaux e i cavalli marini a Emmanuel Fremiet.
Il progetto conosce allora diversi stadi di evoluzione. "Galileo mi ha messo sulla retta via dicendo 'La Terra gira!'. Così ho rappresentato i quattro punti cardinali che si muovono secondo la rotazione del globo", scrive Carpeaux poco prima di consegnare il plastico definitivo in cui sono raffigurati i quattro continenti, Africa, America, Asia ed Europa, nell'atto di sorreggere la sfera celeste.
Carpeaux studia innanzitutto le tipologie etniche, prendendo per l'Africa e l'Asia dei modelli reali, di cui esegue inizialmente dei busti. Il successo fu immediato, come testimoniano le diverse edizioni apparse subito dopo.
. La guerra del 1870 e la Comune interrompono il lavoro di Carpeaux che consegnerà il modello in scala reale soltanto nel 1872. La critica del Salon si scatena contro il gruppo scultoreo: "Quattro donne nude e allampanate si dimenano con aria attonita e furiosa sotto un grande globo che non riescono a sorreggere. Uno stile così sciatto è decisamente intollerabile nelle opere destinate all'aperto".
Il bronzo viene fuso nel 1874 senza tener conto del volere di Carpeaux che desiderava patinare le figure in modo da suggerire il colore della pelle delle diverse allegorie.
1827
11 maggio: nasce a Valenciennes da padre muratore e madre merlettaia.
1838
I Carpeaux si stabiliscono Parigi, Jean-Baptiste è iscritto alla Petite Ecole reale gratuita di disegno, dove segue i corsi di architettura, geometria, taglio della pietra, disegno e modellatura.
1842
Conosce il pittore Bruno Chérier, che rimarrà uno dei suoi amici più stretti.
1844
Primavera: allievo di Rude.
Autunno: ottiene 24 su 30 all'Ecole des Beaux-Arts.
1852
2 dicembre: proclamazione ufficiale del Secondo Impero, Napoleone III Imperatore dei francesi.
1854
Dopo sette tentativi, vince il Gran premio di scultura con Ettore implora gli dei a favore del figlio Astianatte.
1856
Arriva all'Accademia di Francia a Roma (Villa Medici) in ritardo di quasi un anno.
1857
Dicembre: porta a compimento il Pescatore con conchiglia. Riflette sul lavoro dell'ultimo anno, Ugolino,ispirato al XXXIII° canto dell'Inferno di Dante.
1858
Settembre: inizia il gruppo scultoreo di Ugolino.
1860
Primavera: ottiene la proroga del suo soggiorno a Roma.
Luglio: il consiglio municipale di Valenciennes accoglie la sua proposta di costruire un monumento a Watteau.
1861
Porta a compimento Ugolino.
1862
Febbraio-marzo: ritorno a Parigi.
Il gesso di Ugolinoè esposto all'Ecole des Beaux-Arts.
Luglio: esegue il busto della principessa Matilde.
1863
Aprile: Hector Lefuel, architetto del nuovo Louvre, gli commissiona la decorazione della facciata sud del padiglione di Flora: La Francia imperiale porta la luce nel mondo e protegge la Scienza e l'Agricoltura e Il trionfo di Flora.
Maggio: successo di pubblico al Salon con il bronzo di Ugolino e il busto della principessa Matilde.
L'imperatrice acquista il marmo del Pescatore con conchiglia.
1864
Conflitto con Lefuel per il progetto del padiglione di Flora.
Novembre: ospite a Compiègne, vede rifiutarsi l'esecuzione del busto dell'imperatrice e propone di realizzare il ritratto del principe imperiale.
1865
Aprile: prime sedute di posa del principe per un busto e una statua in piedi.
Agosto: gli viene ufficialmente commissionato uno dei quattro gruppi scultorei della facciata del nuovo Teatro dell'Opera di Parigi.
Novembre: lavora ai ritratti del principe imperiale.
1866
Agosto e ottobre: inaugurazione della decorazione del padiglione di Flora.
1867
Aprile: Esposizione universale a Parigi, successo dei marmi del Pescatore con conchiglia, del Principe imperiale e il cane Néro et di Ugolino.
Agosto: gli è commissionata la fontana dell'Osservatorio, nei giardini del Lussemburgo.
1868
Commissione del frontone dell'Hôtel de Ville di Valenciennes, conflitto con l'architetto.
Settembre: creazione dell'atelier di Auteuil.
1869
Gennaio: incontra Amélie de Montfort alle Tuileries, matrimonio ad aprile.
Maggio: espone al Salon il busto di Garnier, porta a compimento il gesso di Watteau.
Luglio: scandalo in seguito all'inaugurazione del gruppo de La Danza.
Notte tra 26 e 27 agosto: una bottiglia d'inchiostro viene scagliata contro La Danza. L'imperatore ordina di rimuovere il gruppo scultoreo.
1870
Il busto di Eugénie Fiocre e la Mater Dolorosa sono esposti al Salon.
4 settembre: abdicazione di Napoleone III e caduta del Secondo Impero.
1871
Febbraio: Carpeaux e la sua famiglia si rifugiano a Londra.
1872
Il busto di Gérôme et il gesso delle Quattro parti del mondo che sorreggono la sfera celeste sono esposti al Salon. Prime sedute di posa dell'imperatore, in esilio a Chislehurst, per l'esecuzione del suo busto.
1873
Peggioramento della salute di Carpeaux.
9 gennaio: morte di Napoleone III; compimento postumo del busto.
Agosto: la Commission des Beaux-Arts accetta il plastico della fontana dell'Osservatorios.
1874
Aprile: diagnosi di un cancro alla vescica.
Estate: incontro con il principe Stirbey.
1875
Febbraio: Amélie Carpeaux chiede la separazione dei beni a causa dei debiti e dell'abbandono del marito del tetto coniugale.
Primavera: soggiorno a Nizza con Stirbey.
12 ottobre: Carpeaux muore a Courbevoie all'età di quarantotto anni.