Edouard Vuillard (1868-1940)
Autoportrait octogonal, vers 1890
Collection particulière
© Collection particulière
Questa è una delle mostre più importanti che sia stata mai dedicata a Edouard Vuillard (1868-1940). Tale mostra dà la possibilità, per la prima volta, di analizzare in profondità la carriera dell'artista nel suo insieme, dall'ultimo decennio dell'Ottocento agli anni trenta del XX secolo. In tutto sono esposte 230 opere tra pitture, opere grafiche e fotografie - provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, così come dal fondo di bottega dell'artista.
Les Lilas, vers 1890
Collection particulière
© Collection particulière
Di umili origini - sua madre era una bustaia-, Vuillard si interessa da subito alla pittura. Al liceo Condorcet, dove all'epoca insegnavano Bergson e Mallarmé, l'artista fa la conoscenza di Ker-Xavier Roussel e di Aurélien Lugné-Poe che, all'inizio del 1889 lo fecero entrare nel gruppo dei Nabis a fianco di Ranson, Sérusier, Denis e Bonnard. Lo stile di Vuillard poggiava, all'epoca, su un ricco e vivace paradosso. Appassionato dall'arte dei musei - Le Sueur e Chardin - in questi anni Vuillard si dedica anche al sintetismo dei Nabis, unendosi all'avanguardia e alle sue guide, Emile Bernard e Gauguin. La pittura di Vuillard mostra allora una successione stupefacente di invenzioni, di inquadrature inedite e di radicalismo cromatico. L'artista realizza un gran numero di composizioni dal carattere audace in cui poche righe racchiudono figure simbolicamente rappresentate tramite colori violenti ( Les Lilas [I lillà] e Autoportrait octogonal [Autoritratto ottagonale], collezioni private).
Mai come Vuillard, nessun altro artista Nabi spinge così lontano la tentazione dell'indecifrabile ( Les Débardeurs [Gli scaricatori di porto], collezione privata), praticando una sorta di astrattismo ante litterm.
L'Oie, vers 1890-1891
Collection particulière
© Collection particulière
Così, per Solness e constructeur [Solness il costruttore] di Ibsen, allestito nell'aprile del 1894, le scenografie ideate da Vuillard comprendono un dispositivo di scena del tutto rivoluzionario in piano inclinato che troviamo anche in L'Oie [L'Oca] (collezione privata).
Intérieur, mère et soeur de l'artiste, 1893
New York, The Museum of Modern Art
© The Museum of Modern Art
Nell'ultimo decennio del XIX secolo, Vuillard affronta i temi che lo renderanno famoso: case dove sua madre, sua sorella e le operaie della corsetteria, circondate da carta da parati a macchie sono intente a sbrigare le loro faccende domestiche ( L'Aiguillée [La Gugliata], museo dell'Annunziata, Saint-Tropez; Sous la lampe [Sotto la lampada], Yale University Art Gallery, New Haven). Vuillard dipinge quest'universo come si tesse un arazzo- una delle sue grandi fonti visive negli anni novanta del XIX secolo - giocando con tutta la gamma degli effetti possibili di materia.
L'Aiguillée, 1893
New Haven, Connecticut, Yale University of Art
© Yale University of Art
Vuillard, tuttavia, riesce anche dare a queste rappresentazioni quotidiane un'atmosfera pesante ed inquietante che egli fa risalire ai suoi gusti letterari e teatrali (Madre e sorella dell'artista, Museum of Modern Art, New York).
Le Prétendant [Il Pretendente], Smith College Museum of Art, Massachusetts).
Les jardins publics. Les deux écoliers, 1894
Bruxelles, musées royaux des Beaux-Arts de Belgique
© Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique
La mostra pone l'accento su questa parte determinante della creazione di Vuillard con una raccolta inedita di opere: un insieme progettato per il dottor Vaquez (1896), paraventi di Stéphane Natanson, di Marguerite Chapin ed una parte della serie L'Album, tributo sensuale e affettuoso a Misia, la giovane e virtuosa pianista polacca, moglie di Thadée Natanson.
Misia et Vallotton à Villeneuve, 1899
Collection particulière
© Collection particulière
Tra il 1900 e il 1910, La Revue Blanche cessa le sue pubblicazioni, il Simbolismo si attenua. Vuillard frequenta le gallerie alla moda - Bernheim-Jeune in particolare - ed il mondo brillante e spensierato del teatro parigino dei boulevard. L'artista ha molti aspetti in comune con Sacha Guitry, Yvonne Printemps, Tristan Bernard ed Henry Bernstein. I suoi amici di sempre restano Misia e Thadée Natanson, e soprattutto Bonnard. Vuillard, tuttavia, espone le sue opere esclusivamente presso la galleria di Jos Hessel, un cugino dei Bernheim, la cui moglie Lucy diventerà per quaranta anni, musa protettrice e amante dell'artista.
La meule (détail), entre 1907 et 1908
Musée d'Orsay
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Vedi il bando dell'opera
Ogni anno, Vuillard accompagna gli Hessel in villeggiatura in Normandia o in Bretagna, luoghi che ispirano all'artista paesaggi e scene d'interni più sensibili alla luce e allo spazio rispetto alla sue opere di gioventù ( La Meule [Il Covone], museo delle Belle-Arti di Digione; Crépuscule au Pouliguen [Crepuscolo a Le Pouliguen], collezione privata), ma anche fotografie, esposte per la prima volta al pubblico.
Interrogatoire du prisonnier, 1917
Paris, musée d'Histoire contemporaine
© Paris, musée d'Histoire contemporaine
1914-1918, la guerra provoca un'interruzione nella sua carriera artistica. Vuillard, infatti, arruolatosi per qualche tempo come pittore dell'esercito, è in grado di fare sua una realtà divenuta tragica (L' Interrogatoire du prisonnier [Interrogatorio del prigioniero], museo di Storia contemporanea, Parigi). Al termine del conflitto, Vuillard continua ad esprimere nei suoi ritratti l'"inquietudine del tempo". Alcuni esempi pressoché sconosciuti sono presentati in questa mostra: industriali, banchieri ed attrici - i suoi clienti preferiti. "Non eseguo ritratti, dipingo le persone a casa loro", questa formula laconica di Vuillard la dice lunga sulle sue ambizioni artistiche, in larga misura alimentate dalla sua esperienza decorativa. In assenza di una specifica gerarchia, le sue modelle e l'ambiente che le circondano sono poste sullo stesso piano. Vuillard passa minutamente in rivista ogni segnale relativo ai mutamenti del gusto, della moda o dei progressi tecnici. In questo modo, il talento dimostrato da Vuillard nell'eseguire ritratti, ci fa sorvolare sul fascino sguaiato di Yvonne Printemps facendo apprezzare a Sacha Guitry l'austerità Art Déco del ritratto di Jeanne Lanvin.
Jeanne Lanvin, en 1933
Musée d'Orsay
Legs de la Comtesse Jean de Polignac, fille du modèle, 1958
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Vedi il bando dell'opera
Negli ultimi venti anni della sua vita, Vuillard raggiunge l'apice della sua carriera. Negli ultimi anni della sua vita, l'artista torna ad occuparsi di decorazione per il Teatro di Chaillot a Parigi e per la Società delle Nazioni di Ginevra (1938). Questa mostra si prefigge proprio la rivalutazione di quest'ultimo periodo, considerando attentamente il suo contributo al "ritorno dell'obiettività" tra la prima e la seconda guerra, o come, il pittore nabi rimanga un artista del suo tempo, interrogando la tradizione e osservando la vita moderna con lucidità e ironia.