Gauguin - Tahiti, la bottega dei tropici
Cento anni fa, l' 8 maggio 1903, moriva Paul Gauguin, isolato dal resto del mondo, nella sua Casa del Piacere, a Atuona, nelle isole Marchesi. Per celebrare quest'anniversario, una cinquantina di anni dopo la commemorazione della sua nascita, ricordata al museo dell'Orangerie nel 1949, il museo d'Orsay, la Réunion des musées nationaux e il Museum of Fine Arts di Boston rendono omaggio a colui che, alla vigilia della propria morte, rivendicava "il diritto di osare tutto".
Nel 1897, durante il suo secondo soggiorno a Tahiti, Gauguin iniziò a dipingere un quadro di grande formato che l'artista considerava come il suo testamento pittorico: "Ebbene, prima di morire ho voluto dipingere una grande tela che avevo in mente e per tutto il mese, ci ho lavorato su febbrilmente notte e giorno. Diamine, questa non è una tela fatta alla maniera di un Puvis de Chavannes, studi dal vero seguiti da cartoni preparatori...", scriveva l'artista al suo amico Daniel de Monfreid, per poi aggiungere: "Il tutto è di una grande eleganza e raffinatezza, fatto in punta di pennellessa, su una tela a sacco piena di nodi e di rugosità il che conferisce all'opera un aspetto piuttosto rustico."
Sul lato superiore sinistro del quadro, in un ampio aplat di colore giallo intenso, Gauguin firmava uno dei suoi principali capolavori inserendo la seguente dicitura: "Da dove veniamo ? Chi siamo ? Dove andiamo ?". Quaranta anni dopo, questa summa pittorica, inizialmente appartenuta al collezionista francese Gabriel Frizeau, entrava a far parte delle collezioni del museo di Boston.
Per la prima volta dopo oltre cinquanta anni, questa singolare opera fa il suo ritorno in Francia dove sarà circondata da altri otto quadri - frammenti-repliche o studi, a detta di Thadée Natanson - che erano stati esposti con la suddetta opera presso la galleria di Ambroise Vollard nel 1898.
Incentrata sui due soggiorni consecutivi di Gauguin a Tahiti (1891-1893) poi alle Isole Marchesi (1895-1903), la mostra si rifà alle fonti che sono alla base di Da dove veniamo ? attraverso le pitture e le sculture del primo viaggio, testimoni della progressiva appropriazione della cultura polinesiana ad opera dell'artista, della sua ricerca del "selvaggio", per poi mostrare il protrarsi di quest'opera-testamento nel corso degli ultimi cinque anni della vita tumultuosa di Gauguin.
Tutti questi tentativi di risposta alle domande che Gauguin si poneva a proposito della creazione artistica hanno suggerito all'artista il titolo del quadro di Boston: "Dove ha inizio l'esecuzione di un quadro e dove finisce ?", mentre si poneva la seguente domanda:
"Nel momento in cui i sentimenti estremi sono in fusione nel più profondo dell'essere, nel momento in cui esplodono, e che tutto il pensiero esce come la lava di un vulcano, non c'è in questo una nascita dell'opera improvvisamente creata, brutale se vogliamo, ma grande e di aspetto sovrumano ?... ma chi sa con certezza quando nel profondo dell'essere l'opera è stata cominciata ?"
Attorno a questa opera principale, punto cardine della mostra, sono riunite una cinquantina di pitture realizzate nel corso dei due soggiorni polinesiani dell'artista. Tra questi dipinti possiamo citare Les ancêtres de Teha'amana [Gli antenati di Teha'amana] (The Art Institute of Chicago), Te nave nave fenua, Terre délicieuse [Te nave nave fenua, Terra incantevole] (Ohara Museum of Art, Kurashiki, Giappone), Rupe Rupe, La cueillette des fruits [Rupe Rupe, La raccolta della frutta] (Museo Pouchkine, Mosca) - per non dimenticare una trentina di sculture e di oggetti d'arte (i celeberrimi "ninnoli ultra selvaggi" che risalgono alle fonti stesse del primitivismo), più di una sessantina di opere grafiche (disegni, pastelli, incisioni e monotipi), così come i manoscritti maggiori dell'artista, tra i quali Noa Noa, L'Antico culto mahori e il Cahier pour Aline.
Quest'insieme eccezionale sarà collocato nel contesto etnografico ed artistico oceaniano grazie alla presentazione di una quarantina di fotografie (G. Spitz, G. Arosa, H. Lemasson...) e di oggetti polinesiani paragonabili a quelli che Gauguin aveva avuto modo di vedere prima o dopo la sua partenza nei mari del Sud.
In totale, oltre duecento opere provenienti dai musei e dalle collezioni private d'Europa (Germania, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Italia, ...), America (Boston, Chicago, New York, Washington...), Russia e Giappone...