L'impressionismo e la moda
Diffusione e sviluppo della moda
La dernière mode, 1874
Collection particulière
© Collection particulière / Droits réservés
Gli uomini e le donne che desiderano seguire la moda possono consultare numerose riviste specializzate che divulgano e commentano le creazioni delle sartorie, delle modiste, dei sarti da uomo ma anche dei grandi magazzini (Le Louvre, Le Bon Marché, La Ville de Saint-Denis...).
I grandi magazzini con diversi reparti non si limitano infatti a proporre gli elementi utili alla realizzazione delle "toilette" eleganti, ma offrono anche abiti femminili già confezionati di grande qualità e cappelli il cui stile cerca di rivaleggiare con quello dei migliori produttori di Parigi (Signore Maugas, Ghys, Roger, Camille...). Questi ultimi prendono il titolo di "sarti". Sul modello della sartoria Worth, fondata nel 1858 e di fama internazionale, le sartorie di alta moda crescono notevolmente nel corso degli anni fra il 1875 e il 1885.
Argenton sur Creuse, musée de la chemiserie et de l'élégance masculine
© Collection Musée de la Chemiserie et de l'élégance masculine, Argenton sur Creuse
Un personaggio essenziale nell'elaborazione dei modelli è il disegnatore tecnico che da semplice disegnatore di stampe e ricami, negli anni fra il 1840 e il 1860 estende il suo campo alla confezione di abiti per signora. Questi realizza un disegno litografato dell'abito, del cappotto, della mantellina, ecc. che il fabbricante o il negoziante di tessuti completa con dei campioni incollati sul bordo esterno del foglio.
Partendo da questi figurini, il disegnatore può creare modelli sempre più complessi che divengono veri e propri progetti. Questi vengono in seguito venduti alle sarte o ai grandi magazzini e la loro divulgazione è garantita dalle riviste e dai cataloghi. I disegnatori più noti nel mondo della moda sono Charles Pilatte, Emile Mille, Etienne Leduc e Léon Sault.
Il fenomeno della moda
Paris, les arts décoratifs, collections de l'union française des arts du costume, musée de la mode et du textile
© Photo Les Arts Décoratifs, Paris / Jean Tholance
Gli abiti femminili su crinolina sono considerati la perfetta espressione della moda durante il Secondo Impero francese. Il mercato dei sottogonna in acciaio conosce allora uno sviluppo eccezionale e produce un numero notevole di brevetti. Il corpetto e la gonna che compongono questi abiti dalle forme arrotondate sono il più delle volte confezionati separatamente. I corpetti da città, indossati su un corsetto e abbottonati sul davanti sono, nel corso degli anni ‘50 del XIX secolo, a baschine e hanno maniche svasate a pagoda. A partire dal 1860, le maniche diventano sempre più strette. I corpetti eleganti – per il teatro o per i balli – hanno ampie scollature, piccole maniche corte e sono molto stretti per affinare la vita.
Une robe noire portant la griffe de Mme Roger, 1878
Collection particulière
© Photo Gilles Labrosse
Tuttavia, dal 1866, le donne che dettano moda iniziano a disapprovare le crinoline, percepite come comuni e troppo scomode. Esse scelgono piuttosto gli abiti con strascico e gli abiti corti e rimboccati che annunciano i pouf e le polonaise. Per quanti riguarda i corpetti, questi diventano sempre più corti. La nuova moda, che si sviluppa a partire dal 1870, mette l'accento sulla curvatura della vita e sull'ampiezza della gonna rovesciata all'indietro, sostenuta da un sottogonna con armatura, detto tournure.
Così, dopo essersi ritrovata immersa in una massa di stoffa ingombrante, la donna è d'ora in poi ricoperta da un insieme complesso di volant, drappeggi e teli di stoffa che mescolano pizzo, velluto, pelliccia, passamanerie, mentre il busto resta prigioniero dell'abbraccio serrato dei corsetti con stecche. Questa silhouette affusolata raggiunge il suo apice negli anni fra 1876 e 1878.
Prospérie de Fleury e il suo abito
Dans la serre, vers 1881
Musée d'Orsay
Don de la société des Amis du musée d'Orsay, 1990
© Musée d’Orsay, dist. GrandPalaisRmn / Patrice Schmidt
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Il pittore Albert Bartholomé (1848-1928) formava con sua moglie Prospérie (1849-1887), detta Périe, figlia del marchese di Fleury, una coppia elegante, amante delle arti e un tantino snob. Il pittore Jacques-Emile Blanche (1861-1942) ha evocato l'atmosfera di questo salotto in cui Périe "si mostrava accogliente con la gente comune, i bohémien, gli intellettuali, i commensali, tanto che le serate in cui si discuteva di musica, pittura, libri e soprattutto di politica, nel corso delle quali Degas, nazionalista intransigente, dava il diapason con un'autorità che tutti, con la sola eccezione di Mary Cassatt, artista indipendente americana, gli riconoscevano, sembravano aver luogo in una regione diversa dalle altre, unica a Parigi".
Bartholomé presentò il ritratto di sua moglie al Salon del 1881 con il titolo di Nella serra. Questo quadro fu donato al museo d’Orsay nel 1990 dall’Associazione "Amis du musée". L’anno dopo, la galleria Bailly regalò al museo l’abito di cotone bianco con stampa a pois e righe viola indossato dalla donna.
Robe de Madame Bartholomé porté dans le tableau d'Albert Bartholomé, 1880
Paris, musée d'Orsay
Don de la galerie Charles et André Bailly, 1991
© Musée d'Orsay, dist. RMN-Grand-Palais / Patrice Schmidt
Alla morte dell’amata moglie, nel 1887, l’artista abbandonò la pittura e, su consiglio di Degas, si accostò alla scultura. La sua prima opera in veste di scultore è lo struggente sepolcro dove riposa la moglie (nel cimitero di Bouillant, Crépy-en-Valois) ma è con il celebre Monumento ai caduti nel cimitero del Père-Lachaise, inaugurato il 1° novembre del 1899, che l’artista si afferma.
L’abito che l’artista conservò come una reliquia, è formato da due pezzi. Il corpetto, sostenuto da stecche di balena, a pois e con maniche a tre quarti a righe come il collo sciallato, si prolunga a mo' di tunica sollevata sui fianchi da due guardinfanti che formano altrettanti lembi bordati di volant plissettati sul retro sotto un grosso nodo piano di faglia di colore viola. La gonna a righe, completamente plissettata, è più stretta sulla parte posteriore. L’insieme è decorato da nodi di faglia di colore viola e da bottoni di vetro a sfera.
Donne a casa loro
Paris, Galliera - musée de la Mode de la Ville de Paris
© Stéphane Piera / Galliera / Roger-Viollet
L'abbigliamento della donna in casa varia col trascorrere della giornata. Alla vestaglia – che va dal semplice accappatoio a un abito leggero con il quale si deve indossare un corsetto – e all'abito del mattino subentra una toilette pomeridiana più elegante. Per gli abiti del mattino, così come per gli abiti estivi, si usano stoffe leggere in cotone e giaconetta, con motivi a righe sottili o stampe a fiori, pois e nastri.
Tutta l'eleganza dell'abito, di taglio molto semplice – camicetta vaporosa o corpetto abbottonato sul davanti, gonna arricciata – sta nella disposizione dei volant decorativi e nella qualità della preparazione mediante un'inamidatura e una stiratura delle più delicate. Questi abiti possono essere acquistati semiconfezionati – cioè impreziositi da volant, pizzi e bordure, ma in pezzi ancora non cuciti fra loro che vengono poi adeguati alla taglia della cliente – nei grandi magazzini.
Portrait de Madame Charpentier et de ses enfants, 1878
New York, The Metropolitan Museum of Art
Catharine Lorillard Wolfe Collection, Wolfe Fund, 1907
© The Metropolitan Museum of Art, Dist. RMN-Grand Palais / image of the MMA
Per le stagioni meno clementi e per ricevere gli ospiti, si indossa un abito da città, in seta, ornato di volant, ruche e merletti. A differenza degli abiti per il mattino o estivi, la confezione degli abiti da città richiede un complesso di conoscenze tecniche che implica il ricorso a un sarto, o al reparto confezioni dei grandi magazzini parigini.
L'abito nero con scollo quadrato, impreziosito da velluto e pizzi chantilly, indossato da Mme Charpentier ritratta da Renoir, è un bell'esempio di abito da ricevimento scelto da una padrona di casa il cui salotto era molto frequentato. Tali abiti potevano essere eventualmente indossati per recarsi a teatro o a una cena.
Vedere ed essere visto
La Parisienne, 1875
Stockholm, Nationalmuseum
© Nationalmuseum, Stockholm, Sweden / The Bridgeman Art Library
Per la sera, esiste tutta una gamma di abiti a seconda delle circostanze e dell'età della donna.
Un abito da cena importante è diverso da un abito da ballo, e una toilette per una prima all'Opéra si differenzia da quella indossata per le rappresentazioni teatrali del tardo pomeriggio, alle quali la donna assiste vestita con un completo da città e con un cappello.
Gli abiti per le cene e il teatro sono di solito poco scollati e non scoprono le spalle, che restano nascoste sotto maniche a tre quarti, riccamente decorate. Queste toilette hanno la caratteristica di avere una parte anteriore e una parte posteriore dissimili: dei drappeggi stringono la gonna sul davanti mentre dietro si spiega uno strascico bordato di volant. A partire dagli anni 1867-1868 è ritenuto elegante lasciare che le gonne si trascinino per terra.
Une loge aux Italiens, vers 1874
Musée d'Orsay
Don de Jean Guérard, 1927
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
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Per i balli e le serate all'Opéra, gli abiti hanno ampie scollature e lasciano le spalle nude. Le acconciature, complesse, sono ornate di gioielli o fiori. Questi abiti sono obbligatoriamente in seta, ma di un'ampia varietà che va dal tulle e dalla tarlatana fino alle pesanti sete operate e al velluto. Le applicazioni di nastri, le gale di pizzo, le ruche e i volant possono essere tutte presenti sullo stesso abito, conferendogli stile. Ma anche il solo tessuto, con i suoi motivi e la sua tessitura, può garantire l'originalità del vestito, tanto più che si usano spesso due tipi di stoffe, un tessuto façonné e un velluto dalle tonalità contrastanti o in camaïeu.
Intimità
Nana, 1877
Hambourg, Hamburger Kunsthalle
© BKP, Berlin, dist. RMN-Grand Palais / Elke Walford
La figura femminile, negli anni '70 del 1800, è modellata da due accessori: il corsetto che stringe la vita e valorizza il seno, e la “tournure” che sostiene i risvolti delle "polonaise" sulle anche.
Per rimediare ai segni dolorosi delle stecche, la donna indossa prima una camicetta senza maniche sulla quale aggancia da davanti la stecca del corsetto, per tirare poi i cordoni di allacciatura posti sulla schiena, che annoda sul davanti e fa scivolare sotto il grosso gancio cucito nella parte inferiore del corsetto per evitare che cordoni e sottogonne risalgano. In seguito si mette un copribusto in tessuto fine.
Sulle gambe, mette calze tenute da giarrettiere a livello delle ginocchia. Infila un pantalone in tessuto fine, una tournure in crine o con stecche e infine un sottogonna ornato da lacci di chiusura e volant per sostenere la gonna.
Al Paradiso delle Signore
Paris, Galliera - musée de la Mode de la Ville de Paris
© Stéphane Piera / Galliera / Roger-Viollet
Qualsiasi donna che esca durante la giornata ha il dovere di portare un cappello: a capote o un chapeau-cabriolet in velluto o in paglia intrecciata, naturale o tinta, arricchito di pizzi, nastri di seta o velluto e di fiori in taffettà o in velluto di seta. Anche i guanti, che hanno il vantaggio di rendere piccola la mano, sono un accessorio di prima necessità.
Gli accessori funzionali, detti anche di "contegno" – ombrellini parasole, bastoni da passeggio, ventagli – creano gesti e atteggiamenti. In inverno, come in estate, le scarpe da sera sono in stoffa abbinata all'abito, a tacco piccolo rivestito, sempre décolleté e ornate con un fiocco o un nodo di pizzo e nastro.
Tutti questi dettagli concorrono all'elaborazione dell'immagine della donna di Parigi, che si distingue non per il rango sociale ma per la ricercatezza della sua toilette.
L’uomo di mondo parigino
Dans un café, 1880
Paris, musée d'Orsay (dépôt au musée des Beaux-arts de Rouen)
© RMN-Grand Palais (Musée d'Orsay) / Martine Beck-Coppola
Le scelte del vestiario maschile appaiono singolarmente limitate durante la seconda metà del XIX secolo. Il colore scompare a vantaggio dei colori scuri a tinta unita, il semplice panno ha preso il posto del velluto, della seta e del broccato.
Peraltro, si prende l'abitudine di adattare una medesima tenuta ad usi diversi. L'uomo di mondo parigino, una volta tolta la sua vestaglia da camera, vive al ritmo quotidiano di due tipi di abbigliamento successivi: alla tenuta diurna segue l'abito da sera.
Le linee generali dell'abbigliamento maschile manifestano una grande stabilità. La parte superiore del corpo è stretta in un tight o in una redingote, l'uno e l'altra sempre di colori scuri, a doppio petto o semplice, la cui lunghezza dei lembi può variare. La giacca corta è riservata alla villeggiatura. In compenso, l'epoca vede la consacrazione del cappotto, una specie di soprabito corto che non richiede alcuna competenza nel taglio.
Le Cercle de la rue Royale, en 1868
Musée d'Orsay
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
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La gamma dei tessuti utilizzati per i pantaloni, sempre di taglio ampio, è più vasta, consentendo molte disposizioni a partire da righe, quadri, motivi pied-de-poule o pied-de-coq. Ai piedi si indossano scarponcini con un tacco la cui altezza può variare e sui quali cade, scomparendo, la piega molto poco marcata dei pantaloni. Il capo è coperto da un cappello a cilindro. Bastone, ombrello e guanti completano la tenuta dell'uomo che si appresta a uscire. Ma questi viene innanzitutto giudicato in base all'impeccabilità dei polsini e del colletto della sua camicia – dritto o ripiegato – e della sua cravatta che conserva una certa ampiezza.
Artisti e uomini di mondo
Rue de Paris, jour de pluie, 1877
Chicago, The Art Institute of Chicago
Charles H. and Mary F. S. Worcester Collection, 1964.336
© The Art Institute of Chicago. Photography © The Art Institute of Chicago
Dal 1858 Théophile Gautier insorge contro una categoria di artisti che sosteneva che abiti neri e cappotto costituissero un ostacolo alla creazione di capolavori: "Il nostro abito è davvero così brutto come dicono? Non ha il proprio significato, poco compreso ahimè dagli artisti, tutti imbevuti di idee antiche? Con il suo taglio semplice e il suo colore neutro, valorizza molto la testa, sede dell'intelligenza, e le mani, strumenti del pensiero o segno della categoria."
Alcuni anni più tardi, nel 1863, Ernest Chesneau proclama a sua volta: "Che un grande pittore, un creatore di luci, osi audacemente la vita moderna, e se è davvero un artista, se non si burla del suo soggetto, se ha audacia e un pizzico di genio, realizzerà un capolavoro con i nostri abiti neri e i nostri cappotti.".E sarà Emile Zola, nel 1868, a congratularsi con Frédéric Bazille per la sua Riunione di famiglia, per aver pensato che si potesse essere “un artista mentre si dipinge una redingote".
Trois études de loups
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Thierry Le Mage
Il compito non era certo facile. Lo stesso Zola ha evocato in L'Opera (1886) i tormenti del pittore Claude Lantier, messo a confronto con la resa plastica della giacca in velluto nero del personaggio maschile della sua grande tela intitolata "Plein air". A questo fallimento fanno da contrappunto molti successi sorprendenti: redingote e cappelli a cilindro a colloquio di Degas, sognatori e bighelloni di Caillebotte, mariti e amanti premurosi di Manet, Monet, Renoir, Bazille che indossano la redingote o il tight con distinzione, e le cui mani sanno usare con naturalezza il cappello, il bastone da passeggio, l'ombrello, ma anche il sigaro e la sigaretta.
Divertimenti all'aperto
Femmes au jardin, vers 1866
Musée d'Orsay
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / RMN
Vedi il bando dell'opera
Per gli impressionisti l'evocazione degli svaghi all'aria aperta è strettamente legata al mondo della moda. Che si tratti dei parchi della capitale, dei giardini dei sobborghi o della foresta di Fontainebleau, questi spazi si prestano allo sfoggio di abiti eleganti, come dimostrano negli anni fra il il 1865 e il 1867 due grandi manifesti della “nuova pittura” che esaltano la bellezza fuggevole di una bella giornata d'estate: La colazione sull'erba e Donne in giardino di Monet.
Un corpetto modellante a vita alta, una camicia con baschine a media lunghezza o ancora un cappotto "a sacco" non aggiustato scendono sulle gonne a crinolina che tendono, a metà degli anni '60 del 1800, ad appiattirsi sul davanti per mantenere l'ampiezza solo sul retro. Gli strascichi, utilizzati persino durante le gite in campagna, si alzano mediante un sistema di lacci che lasciano emergere i sottogonna.
Etude de bélier
photo musée d'Orsay / rmn © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Thierry Le Mage
Righe più o meno sottili, blu o verdi, pois, spighette arabescate, guarnizioni scure di pistagna o passamaneria forniscono i principali motivi decorativi. Ma è anche il trionfo del bianco tinta unita.
Nel 1868, Lise Tréhot, compagna di Renoir, emerge da un sottobosco in abito di mussola bianca che lascia intuire, sotto la scollatura e le maniche, la delicatezza dell'incarnato. Ma la figura cambia, come dimostrato dalla silhouette longilinea della giovane abitante del quartiere parigino di Montmartre ritratta in L'altalena, che indossa anch'essa un abito in mussola bianca ma ravvivata da fiocchi di nastri blu. In compenso, l'abito cattura sempre, col rischio di vedersi scomparire, i giochi di luce.