Verso il reportage (1843-1933)
La sessantina di fotografie dei pescatori di Firth of Forth, a nord della Scozia, scattate nel 1843 da David Octavius Hill e Robert Adamson costituisce un vero e proprio servizio fotografico ante litteram. I loro autori speravano di realizzarne una pubblicazione che però non vide mai la luce.
In Francia, Charles Nègre è il primo a fotografare, sin dal 1851, gli spazzacamini, gli straccivendoli, gli operai, i contadini e i suonatori d'organo che incontra per strada. In questo modo, Nègre prosegue una tradizione realista e pittoresca, ben radicata nella pittura, nel disegno e nell'incisione, fin dai tempi di Jacques Callot. Nel 1857, l'Imperatore Napoleone III commissiona a Nègre un servizio fotografico riguardante l'Ospizio di Vincennes che il sovrano aveva fatto costruire per la cura degli operai feriti sui cantieri.
Con l'avvento della fotografia, la guerra cessa di essere quel grande soggetto eroico che era stata in pittura fino all'epoca romantica. Sono proprio i preparativi per la guerra di Crimea, nell'accampamento britannico, che Roger Fenton fotografò nel 1855, su richiesta dell'editore e mercante d'arte Agnew.
I soldati semplici appaiono come semplici comparse. Al contrario, la simbolica Valle dell'ombra della morte descrive bene la moltitudine di eroi anonimi che si sono immolati per la loro patria.
Allo stesso modo Edouard Baldus raffigurando con grande senso teatrale per conto del Ministero dell'Interno le devastazioni causate dalle inondazioni del Rodano, sopraggiunte nel maggio1856, si limita semplicemente ad accennare la triste sorte dei senzatetto. Difatti, per ragioni tecniche, Baldus deve scegliere tra la figura o lo sfondo poiché sia l'una che l'altro richiedono un diverso tempo di posa. Di conseguenza, le vittime non possono apparire in mezzo alle macerie. Una decina di anni dopo, lo scozzese Thomas Annan fotografa le catapecchie ad est di Glasgow ricorrendo ad una tecnica più rapida del negativo su lastra di vetro al collodio umido. Così facendo, Annan è in grado di fotografare questi quartieri, che necessitavano di una bonifica, con i loro abitanti.
Nel XIX secolo, con la creazione delle società etnografiche, i ritratti di uomini e di donne di tutte le "razze" si moltiplicano. Tali ritratti sono incisi su legno nelle riviste o mostrati durante le esposizioni universali. Su queste popolazioni considerate inferiori secondo i pregiudizi dell'epoca, alcuni fotografi rivolgono uno sguardo generoso. È questo il caso del sottotenente di vascello Paul-Emile Miot che fotografa a Terranova gli indiani Mic-Mac, o dell'esploratore Désiré Charnay che si interessa alle tribù Hovas o Malgasce in Madagascar.
Lewis Hine è uno dei riformatori che nell'America di fine ottocento decidono di lottare contro gli abusi della società capitalistica. Tutti si danno da fare ricorrendo a quegli stessi mezzi che la società del tempo mette a loro disposizione: la fotografia, la stampa e la pubblicità.
Per l'Ethical Culture School di New York, Hine realizza il suo primo servizio fotografico sugli emigranti sbarcati ad Ellis Island, in un momento in cui si parlava di limitare l'immigrazione. Una delle principali battaglie è condotta da parte del Child Labor Committee contro il lavoro minorile. Le didascalie delle fotografie, indicando con precisione i luoghi e l'età dei soggetti raffigurati, rendevano queste testimonianze completamente irrefutabili.
È un altro ente di carità americano, il Jewish Joint distribution Committee a commissionare intorno agli anni venti del XX secolo, uno sconvolgente servizio fotografico sulle condizioni di vita delle comunità ebree che, in Polonia, sfuggono ai pogrom.
Alcuni si avvicinano alla fotografia di carattere sociale a titolo privato: Félix Thiollier, proveniente da un'agiata famiglia borghese, dimostrando un enorme talento e mosso soltanto da un puro e semplice diletto, scatta migliaia di fotografie, buona parte delle quali hanno come soggetto le miniere di Saint-Etienne.
Mentre la fotografia rappresenta solo un aspetto della vita di Thiollier, cultore d'arte e d'archeologia, Peter Henry Emerson, invece, si dedica anima e corpo a questa disciplina. Profondo conoscitore della tecnica, egli pubblica sotto forma di libri, le fotografie che scatta con il pittore naturalista Thomas Godall. Seguendo l'esempio di Jean-François Millet, Godall vuole narrare la quotidianità degli abitanti delle paludi del Norfolk e dei marinai dell'East Anglia dei quali, peraltro, condivide la vita alla fine degli anni ottanta del XIX secolo.
Hine stesso ha dato un ritocco ai suoi ritratti degli immigrati ad Ellis Island, Paul Strand farà altrettanto con i contadini messicani, Bill Brandt chiederà addirittura ai suoi amici di posare per completare il suo servizio sui minatori. In definitiva, le libertà che i fotografi hanno preso nei confronti del " reale", l'averlo drammatizzato, è ed è stata una strategia efficace per esprimerlo fino in fondo.