François-Rupert Carabin, scrivania detta «Piano di lavoro per un chimico»

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objet, François-Rupert Carabin, E. Bauduer, Bureau dit "Table de travail pour un chimiste", en 1899
François-Rupert Carabin, E. Bauduer
Bureau dit "Table de travail pour un chimiste", en 1899
Musée d'Orsay
© Musée d'Orsay, dist. RMN-Grand Palais / Sophie Crépy
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Carabin realizza questo tavolo nel 1899 su commissione del professore Georges Darzens, fratello di Rodolphe Darzens. Dopo essere stato presentato al Salon della Società nazionale delle Belle Arti quello stesso anno, il tavolo è rimasto in possesso della famiglia Darzens ed è stato esposto alle due mostre più importanti sull'opera di Carabin: nel 1934 al Museo Galliera e nel 1974 alla galleria del Lussemburgo.

François-Rupert Carabin, nato nel 1862 in una famiglia relativamente modesta di Saverne in Alsazia, subisce le dure conseguenze dell'annessione tedesca dell'Alsazia-Mosella e si ritrova ben presto a dover aiutare i genitori per provvedere ai bisogni della famiglia. È in questo contesto che inizia a lavorare come scultore di cammei e modellatore di maschere funebri, pur continuando ad andare a bottega dai falegnami e dagli scultori su legno del faubourg Saint-Antoine a Parigi. Carabin vuole essere contemporaneamente scultore, falegname, ceramista e medaglista.
Questa padronanza di diverse tecniche testimonia il suo interesse per le arti decorative. L'artista è tra coloro che ottengono l'apertura di una sezione «arti decorative» al Salon della Società nazionale delle Belle Arti, dove le sue creazioni creano scandalo sin dalla prima edizione nel 1891. Espone anche in Belgio e raggiunge una fama tale da essere chiamato dalle istituzioni di Vienna e di Darmstadt, dove però si rifiuta di andare, a quanto pare per patriottismo.
Nel 1920 lascia Parigi per insegnare alla scuola di arti decorative di Strasburgo, dove rimarrà fino alla morte nel 1932.

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objet, François-Rupert Carabin, E. Bauduer, Bureau dit "Table de travail pour un chimiste", en 1899
François-Rupert Carabin, E. Bauduer
Bureau dit "Table de travail pour un chimiste", en 1899
Musée d'Orsay
© Musée d'Orsay, dist. RMN-Grand Palais / Sophie Crépy
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Intorno al 1900, Carabin è ormai considerato un importante artista della scena parigina; al contrario, i fratelli Darzens, e in particolare il sulfureo Rodolphe, cadono nell'oblio. Rodolphe Darzens (1865-1938) è stato poeta, drammaturgo, critico letterario e giornalista sportivo; di temperamento vivace, si batte spesso e volentieri in duello. Frequenta la bohème parigina, i cabaret Le chat noir e Au Tambourin, e partecipa alla direzione di diversi teatri. Giornalista, scrive su varie riviste, ne fonda alcune pubblicate solo per pochi mesi.

Fu probabilmente Adolphe Willette (1857-1926) a presentargli Carabin, col quale diventa subito amico, essendo entrambi amanti della vita notturna. Questa amicizia prende una piega intima e familiare quando Rodolphe fa da padrino alla figlia di Carabin, Colette, nel 1905. Suo fratello George Darzens, chimico, ingegnere politecnico e appassionato di meccanica, mette a punto un prototipo di veicolo insieme a lui. Produce così una decina di auto che Rodolphe è incaricato di vendere.
I fratelli Darzens aiutano economicamente Carabin commissionandogli diversi lavori, tra cui questo tavolo. Presentato al Salon come «piano di lavoro per un chimico», è in realtà un mobile personale, pensato per l'attività di Georges Darzens. Se il tavolo in sé è molto rappresentativo del lavoro di Carabin, il piatto di rame inciso rimanda invece alle competenze scientifiche del committente. La forma generale del tavolo è molto semplice, la struttura del mobile immediatamente leggibile.

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objet, François-Rupert Carabin, Auguste Bauduer, Bureau dit "Table de travail pour un chimiste", 1899
François-Rupert Carabin, Auguste Bauduer
Bureau dit "Table de travail pour un chimiste", 1899
© Musée d'Orsay, dist. RMN-Grand Palais / Sophie Crépy

A movimentare questa struttura è soltanto l'asimmetria delle gambe, che sul lato sinistro sono inclinate verso l'esterno per sorreggere la parte scolpita. Quest'ultima è composta da una figura femminile nuda, con in mano un portadisegni aperto. Essa presenta le caratteristiche tipiche delle donne presenti sui mobili di Carabin: corpo nudo muscoloso, capelli raccolti a ciocche in uno chignon, viso impassibile dal mento sporgente. Per la sua composizione, in cui convergono un mobile dalle linee semplici e questa straordinaria figura femminile con un portadisegni, il tavolo rimanda naturalmente alla libreria per Henry Montandon, realizzata dieci anni prima (1889) e oggi conservata al Museo d’Orsay.

La parte bassa della libreria già presentava infatti un portadisegni di cui l'artista si era divertito a riprodurre i dettagli, come d'altronde anche in questo caso. Il portadisegni del tavolo è destinato a contenere i lavori del chimico ed è sobriamente animato dal nastro che scende di lato. Come sempre nei mobili di Carabin, la figura femminile è posizionata in modo insolito: seduta su una sbarra laterale e coi gomiti sul tavolo, ha un atteggiamento che è tutto fuorché naturale, e l'artista non sembra sforzarsi di renderla verosimile.
La faccia anteriore del cassetto è smussata verso il basso e presenta l'unico apporto strettamente ornamentale di Carabin: due elementi in ferro battuto dai motivi vegetali, che possono servire come maniglie. La lastra di rame incisa che ricopre il piano della scrivania non è opera di Carabin ma dell'incisore Bauduer, il quale, secondo la tradizione familiare, avrebbe eseguito l'opera a mano libera sotto gli occhi di Darzens. Le piante sarebbero un'allusione ai suoi lavori, soprattutto a quelli sulla preparazione delle essenze floreali (rose e violette).
Questo tavolo sarà prossimamente esposto nelle nostre sale di arti decorative dopo un leggero intervento di restauro.