La manifattura Zsolnay di Pécs, nell'attuale Ungheria meridionale, fu fondata nel 1853 e conobbe uno sviluppo internazionale sotto la direzione di Vilmos Zso. È stata ed è tuttora famosa per i suoi vasi ispirati alle nuove correnti stilistiche di fine Ottocento: Art Nouveau, Jugendstil e simbolismo. Le sue produzioni furono rivelate al pubblico internazionale durante l'Esposizione universale di Vienna nel 1873; il loro successo fu poi confermato all'Esposizione universale di Parigi del 1878 e rimase costante fino alla Prima guerra mondiale.
A partire dal 1893, la manifattura mette a punto nuovi smalti, tra cui il rivestimento «eosino» in omaggio alla dea Eos, nota per conferire alle ceramiche la luce perlacea dell'alba, e il cosiddetto «blu labrador», blu scuro altrettanto famoso.
Nei primi anni del Novecento, alcune cose cambiano all'interno della manifattura: da una parte, si va sviluppando una produzione più semplice, quasi seriale, dai decori semplificati e forme lievemente stereotipate; dall'altra, si producono pezzi unici, artistici.
Il vaso in questione fa chiaramente parte dei pezzi a vocazione artistica degli ultimi anni del XIX secolo, caratterizzati da una forte ispirazione simbolista. A differenza del vaso acquisito nel 2016, la cui forma semplicissima aveva permesso al disegnatore di sfoggiare il suo talento, qui il rivestimento vitreo trasparente va a sottolineare la semplicità della forma, studiata per accogliere la montatura d'argento che dona all'opera la sua forza simbolista. Tale montatura si compone di due elementi principali: una cintura di steli recanti ognuno tre bacche che corre intorno al vaso e un serpente che si attorciglia all'ansa. Quest'ultimo motivo, spettacolare, richiama il vaso col serpente della stessa manifattura esposto a Torino nel 1902; lì però il serpente era di ceramica.
La montatura d'argento è opera di Oscar Julius Dietrich, orafo attivo a Vienna tra il 1881 e il 1924, che partecipò tra l'altro all'Esposizione universale di Parigi nel 1900 e all'Esposizione delle arti industriali nel 1925. La presenza di una montatura così ben conservata costituisce una rarità.
Grazie a questa acquisizione, la manifattura di Zsolnay potrà essere rappresentata nelle nostre collezioni di Art Nouveau internazionale con un secondo esemplare delle sue migliori creazioni. Essa va ad arricchire le collezioni di arti decorative dell'Europa centrale facendo da contrappunto alle collezioni viennesi, ben presenti nel nostro fondo. Questo vaso brocca si colloca in un nuovo approccio alla dimensione territoriale e identitaria dell'Art Nouveau.