Rosa Bonheur ha sempre vissuto e lavorato a contatto con la natura, la sua principale fonte d'ispirazione. Pur considerandosi una pittrice di figure ‒ essenzialmente animali ‒ ha ritratto molto anche il paesaggio, non come fine a se stesso ma allo scopo di studiare e di "rappresentare fedelmente la natura". Uno studio che conduce dal vivo durante i suoi viaggi, soprattutto in Auvergne, nel Cantal e nei Pirenei negli anni 1840 e 1850, quindi, dopo il suo trasferimento a By, durante le escursioni quotidiane nella foresta attigua di cui conosce ogni anfratto.
Lo stagno delle fate è un luogo particolarmente suggestivo. Situato lungo il sentiero "des Etroitures", questa distesa d'acqua perenne circondata da betulle ispirò numerosi pittori, disegnatori e fotografi. Il suo nome, evocatore di miti e leggende fantastiche, risultava ancora più eloquente in un'epoca segnata dall'industrializzazione e dallo sviluppo urbano. Pare che derivi da una leggenda secondo cui le fate avrebbero graffiato le pareti delle rocce circostanti. Fa anche pensare al celebre romanzo di George Sand, La Mare au Diable, il cui universo di romanzi detti campestri, ispirati dalla vita rurale e silvestre, è stato spesso paragonato a quello di Rosa Bonheur.
Lo stagno delle fate presenta la grande originalità di giustapporre una zona a colori e una in bianco e nero, come in riferimento alla tecnica fotografica. D'altronde Rosa Bonheur realizzò degli acquerelli su alcune fotografie della foresta di Fontainebleau, probabilmente in via sperimentale e non destinati alla vendita, applicando il colore su uno sfondo bianco e nero utilizzato come trama.
Finora, l'unico acquerello di Rosa Bonheur presente nelle collezioni di Orsay era un paesaggio recante in primo piano il tronco di una quercia, scelto dall'artista stessa insieme ad Anna Klumpke per essere offerto al Musée du Luxembourg e considerato oggi tra le opere più rappresentative del suo lavoro. Esso risulta complementare a questo disegno che offre invece un'ampia veduta del paesaggio.
Questo grande acquerello fa luce su un aspetto poco noto dell'opera di Rosa Bonheur, amante dei grandi dipinti animalier ma anche degli acquerelli leggeri, delicati e intensi, volti a catturare l'atmosfera magica della foresta.
Nel 2022 il Museo d’Orsay, in collaborazione con il Museo delle belle arti di Bordeaux, ha ospitato la prima retrospettiva dell'artista organizzata a Parigi dopo un secolo.