Akseli Gallen-Kallela, al quale il Museo d'Orsay ha dedicato una mostra nel 2012, è il principale artista finlandese, l'unico ad aver avuto in vita un reale riconoscimento a livello internazionale, nonché uno degli attori più importanti di una cultura nazionale finlandese in piena rinascita, in un'epoca di lotta per l'indipendenza dalla Russia ottenuta nel 1917.
Grande picchio nero è uno dei suoi capolavori, il primo quadro del pittore a entrare nelle collezioni del museo d'Orsay e nelle collezioni pubbliche francesi, dopo l'acquisizione, nel 2006, di un tappeto realizzato a partire dai suoi disegni. Questa tela è rappresentativa di un pittore fondamentale di fine Ottocento, che ha spesso soggiornato a Parigi per lunghi periodi. D'altra parte, essa va ad arricchire il panorama delle scuole straniere presenti nel museo e attesta la loro vitalità, a lungo misconosciuta in Francia./p>
Dopo un primo apprendistato a Helsinki, è proprio a Parigi che Gallen-Kallela si forma, e precisamente all'Académie Julian (1884-1889) e nell'atelier di Cormon (1887-1889). Tuttavia, fa ritorno in Finlandia durante la lunga stagione estiva, il che gli impedisce di radicarsi completamente nell'ambiente parigino. Nella Ville Lumière, l'artista contribuirà in seguito alla decorazione del padiglione finlandese dell'Esposizione Universale del 1900. Il paesaggio ha giocato un ruolo determinante durante tutta la sua carriera, vettore dell'identità culturale finlandese al pari delle leggende del Kalevala o dei costumi e dell'artigianato popolare.
È durante l'estate 1892, mentre cerca una residenza nel cuore della Finlandia, nella Carelia settentrionale, che Gallen-Kallela soggiorna sulle rive del lago di Paanajärvi. Lì dipinge i suoi primi paesaggi «puri», sgombri da ogni figura, espressione diretta di un animo finlandese alimentato solo ed esclusivamente dalla natura, dagli spazi aperti di foreste e laghi.
Le Grand Pic noir [Palokärki], 1892-1894
Finlande, Helsinki, collection particulière
© Collection particulière / DR
Palokärki / Grande picchio nero viene dipinto durante questa ricerca di radicamento. Per la presenza dell'uccello, una «cresta di fuoco» in finlandese, il pittore carica il paesaggio di una dimensione allegorica, quella dell'uomo che urla la propria solitudine, secondo le parole dell'artista stesso. È stata anche avanzata un'interpretazione più politica, ovvero quella di un paese in lotta contro l'occupante russo, solo nelle avversità. Di questo soggetto, Gallen-Kallela esegue inizialmente un grande disegno a gouache, ma non è soddisfatto e lo strappa. La moglie ne raccoglie i pezzi e li rincolla su una tela l'inverno successivo, suscitando un ripensamento nell'artista (Helsinki, galleria nazionale finlandese), che decide così di realizzare l'attuale versione a olio, nello stesso imponente formato (145x91 cm), conclusa nel 1894.
Nel 1895, l'artista troverà infine il luogo desiderato, in riva al lago Ruovesi, a 200 km a nord di Helsinki, dove costruirà una grande casa-atelier in uno stile tradizionale tanto nell'ispirazione quanto nell'arredo, che mescola elementi modernisti Art Nouveau. L'identificazione con il luogo è tale che lo battezzerà Kalela, aggiungendovi persino il proprio patronimico (svedese) Gallen nel 1907.
Questa acquisizione è stata realizzata con il sostegno della famiglia dell'artista, in omaggio a Jorma, Pirkko e Aivi Gallen-Kallela.