Gauguin e il Cristo giallo
Attorno all'Autoritratto con Cristo giallo (1889-1890) di Gauguin, sono state riunite per la prima volta, le seguenti opere: Il Cristo di legno policromo, risalente al XVII secolo e conservato nella cappella di Trémalo, nei pressi di Pont-Aven, e il quadro intitolato Il Cristo giallo (di proprietà dell'Albright-Knox Art Gallery di Buffalo).
Gauguin aveva in mente un triplo autoritratto composto dalla sua immagine rovesciata allo specchio, da una parte del Cristo giallo (il viso del Cristo, che riprende i tratti tipici dell'artista), immagine anche questa rovesciata allo specchio, l'insieme completato da un porta-tabacco che rappresentava la sua testa.
Il porta-tabacco raffigurante una testa con decorazioni grottesche conservato al museo d'Orsay, completa questa visione del pittore e del suo lavoro: la sua maschera contratta in una smorfia evoca una delle molteplici sfaccettature della personalità di Gauguin, quella di un' uomo incredibilmente energico e segnato dalle sofferenze; la fattura di quest'opera oscilla tra il sintetismo ed il primitivismo. Il Cristo giallo, immagine emblematica dell'artista, è un'opera che s'ispira in larga misura al crocefisso bretone; l'atmosfera religiosa e la visione dolorosa che si sprigionano da questa tela affascineranno pittori come Maurice Denis o Paul Ranson.
Qualche mese prima della sua partenza per Tahiti, l'artista aveva scelto di ritrarre la propria immagine attraverso opere forti e simboliche. L'Autoritratto con il Cristo giallo, vero e proprio manifesto dell'artista, è come l'annuncio metaforico di una redenzione tramite il primitivo ed il selvaggio.
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