Alla morte di Sérusier nel 1927, Il talismano entrò nella collezione di Maurice Denis, che aveva contribuito a farne un’opera fondatrice consegnando il racconto della sua genesi alla rivista Occident nel 1903: "Come vedete quest’albero?, aveva detto Gauguin davanti a uno scorcio del Bois d'Amour. È verde. Ebbene, metteteci del verde, il più bel verde della vostra tavolozza; e quest’ombra, decisamente blu? Non abbiate paura di dipingerla quanto più blu è possibile". Così ci fu presentato per la prima volta, in una forma paradossale e indimenticabile, il fertile concetto della "superficie piana ricoperta di colori assemblati in un certo ordine".
Lo studio di Sérusier è stato dunque posto al centro di una sorta di mito di origine che ne fissa l’interpretazione: una "lezione di pittura" impartita da Paul Gauguin che ispira al giovane pittore il manifesto di un’arte che sostituisca l’approccio mimetico con la ricerca di un "equivalente colorato". È alla luce di tale descrizione che i posteri vedranno in questo quadro l’annuncio di un nuovo concetto di pittura: pura, autonoma e astratta.
Commissariato
Estelle Guille des Buttes-Fresneau, direttrice del museo di Pont-AvenClaire Bernardi, curatrice del museo d'Orsay
Con la collaborazione di Estelle Bégué, archivista al museo d'Orsay
Mostra presentata anche al Museo di Pont-Aven, dal 30 giugno 2018 al 6 gennaio 2019
Con il generoso sostegno di B Signature