Fotografia

Adrien Tournachon
Pierrot Photographe
Musée d'Orsay
Don de M. et Mme André Jammes, 1991
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
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La fotografia entra al museo

Quando, negli anni settanta, prende corpo il progetto di trasformare la stazione d’Orsay in un museo dedicato al XIX secolo, non esiste ancora in Francia un museo delle belle arti che possieda una sezione fotografica. Tuttavia, viene da subito deciso di assegnare un posto di rilievo a questa straordinaria invenzione dell’Ottocento.

Ci si trova allora davanti a una scelta: creare una collezione permanente oppure optare più semplicemente per l’organizzazione di mostre temporanee, allestite con opere prestate per l’occasione da altre istituzioni o da collezionisti privati. Diversi elementi fanno propendere per la prima soluzione. Questo conferisce al museo i mezzi per contribuire all’arricchimento del patrimonio francese, garantendogli al tempo stesso una certa autonomia in fatto di organizzazione delle mostre nelle proprie sale; inoltre, viene così scongiurato il pericolo di creare una sezione ''morta'' in quanto priva di collezioni proprie.

 

Portrait d'Eugène Delacroix de face, en buste, Riesener, Léon
Léon Riesener
Portrait d'Eugène Delacroix de face, en buste, en 1842
Musée d'Orsay
Acquis en vente publique par les Musées nationaux grâce à l'aide de la Commission nationale de la photographie, 1995
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
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Nel 1978 viene dunque presa la decisione di costituire un fondo fotografico al Museo d’Orsay. Non resta dunque che allestire ex novo detta collezione poiché, nel caso di questa tecnica, non esistono, come per la pittura e la scultura, dei corpus già costituiti nel corso degli anni dall’ex Museo del Lussemburgo o dal Louvre.

Il programma del Museo d’Orsay si delinea a poco a poco. Non si tratterà più di coprire tutto il XIX secolo, come inizialmente deciso, ma un periodo più ristretto che va dal 1848 al 1914.

Naturalmente, le date delle collezioni fotografiche non possono rigidamente attenersi a questi limiti temporali. Se da un lato, infatti, l’invenzione di questa tecnica viene ufficialmente proclamata il 19 agosto 1839 dall’astronomo e fisico Louis-François Arago, durante una seduta all’Accademia delle scienze di Parigi, dall’altro, il 1918 segna, da un punto di vista estetico, la nascita della fotografia moderna. Peraltro, è solo dopo la Prima guerra mondiale che il movimento pittorialista perde davvero il suo afflato e nasce in Germania ed Europa dell’Est la fotografia sperimentale che stravolgerà definitivamente gli schemi del XIX secolo.

Gli obiettivi della collezione

La collezione che inizia a essere costituita a partire dal 1979 persegue diversi obiettivi. In primo luogo, quello di testimoniare l'evoluzione formale di questa arte, fortemente influenzata dalle trasformazioni tecniche. L’uso della pratica fotografica si modifica profondamente nel tempo: poche cose accomunano infatti le prime fotocamere per la dagherrotipia, ingombranti, difficili da maneggiare e richiedenti lunghi tempi di posa, con i piccoli apparecchi istantanei che, apparsi alla fine del decennio 1880, ottengono immediatamente un notevole successo commerciale.

 

Arbres se reflétant dans l'eau, Lacock Abbey, Talbot, William Henry Fox
William Henry Fox Talbot
Arbres se reflétant dans l'eau, Lacock Abbey, vers 1843
Musée d'Orsay
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
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Un altro obiettivo è quello di raccogliere stampe antiche e originali, e cioè quelle ottenute dai fotografi a partire dai propri negativi o dagli editori nel caso di un’edizione.

 


Questa collezione, inoltre, è tenuta a rispettare il carattere internazionale del Museo d’Orsay e più precisamente a testimoniare gli stretti legami che si intessono tra fotografia francese e inglese sin dall’origine del medium, così come la sua diffusione in numerosi Paesi.


Insomma, l’uso della fotografia da parte degli artisti, che si tratti di pittori, scultori, decoratori, ma anche architetti e scrittori, diventa un asse portante della collezione.

Le prime acquisizioni

La collezione di fotografie si è costituita in primo luogo mediante le acquisizioni. Il Museo d’Orsay ha beneficiato a tal fine di crediti speciali fino al 1987 e viene periodicamente aiutato dal Fondo del Patrimonio. Dal 1989, il contributo della Commissione nazionale della fotografia ha permesso di condurre per diversi anni un’attiva politica di acquisizioni.

 

Moissac (Tarn-et-Garonne) Vue intérieure d'une galerie du cloître, église Saint-Pierre, Le Gray, Gustave|Mestral, Auguste
Gustave Le Gray, Auguste Mestral
Moissac (Tarn-et-Garonne) Vue intérieure d'une galerie du cloître, église Saint-Pierre, 1851
Musée d'Orsay
Achat, 1979
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
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Per la prima acquisizione, la scelta del museo si orienta su una raccolta di notevole valore del cosiddetto periodo ''primitivo'' ovvero l’epoca che va dal 1839 al 1863 circa, considerata l'età d’oro della fotografia francese e inglese. Costituita da Louis-Alphonse de Brébisson, anch’egli fotografo, questa raccolta riunisce una quarantina di opere di artisti suoi contemporanei. In particolare, essa contiene due pregevoli riproduzioni del capofila della scuola francese, Gustave Le Gray.

La prima, Le brick au clair de lune [Brigantino al chiaro di luna], è una marina, uno dei temi preferiti di Le Gray. La seconda riproduzione, invece, è una veduta del chiostro di Moissac e proviene dalla Missione eliografica, la prima committenza fotografica pubblica e collettiva della storia della fotografia, affidata nel 1851 a Edouard Baldus, Hippolyte Bayard, Henri Le Secq, Auguste Mestral e Gustave Le Gray.

I discendenti di alcuni fotografi possiedono ancora collezioni di immagini realizzate dai loro avi. È così che nel 1981, una serie acquisita da Joseph Nègre permette alle opere di Charles Nègre, suo bisnonno nonché uno dei più importanti primitivi francesi, di entrare nelle collezioni pubbliche francesi.

Nel 1987, Geneviève Noufflard, figlioccia dell’incisore e fotografo Henri Rivière, cede al Museo d’Orsay una raccolta di ottantatré istantanee. Questi scatti ci consegnano degli eccezionali scorci delle vie parigine e della vita contadina bretone alla fine del XIX secolo.

Nel 1993, il museo acquista dalla famiglia di Paul Burty-Haviland, figlio di un grande commerciante di porcellane americano residente a Limoges, una raccolta di centosettantanove riproduzioni di questo fotografo pittorialista americano nonché mecenate di Stieglitz.

 

Autoportrait avec Yvonne et Christine Lerolle, Degas, Edgar|Tasset, Delphine|Tasset, Guillaume Charles
Edgar Degas, Delphine Tasset, Guillaume Charles Tasset
Autoportrait avec Yvonne et Christine Lerolle, en 1895
Musée d'Orsay
Acquis avec l'aide de la Commission Nationale de la Photographie pour le musée d'Orsay, 1998
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
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Citiamo infine una delle principali acquisizioni del museo ovvero un autoportrait de Degas avec les filles du peintre Lerolle [autoritratto di Degas con le figlie del pittore Lerolle], acquistato nel 1998 dalla famiglia delle due modelle, presso la quale era conservato.

Anche le vendite pubbliche permettono al Museo d’Orsay di acquistare opere presenti sul mercato. Tra gli acquisti così realizzati, si cita quello del 1988 che ha consentito l’ingresso nelle collezioni di un sorprendente ritratto di Baudelaire eseguito da Nadar, un fondo di bottega del celebre ritrattista Eugène Disdéri acquistato nel 1995, un magnifico studio di cielo di Le Gray nel 1997 e un grande nudo pittorialista di Edward Steichen entrato al museo nel 1999.

Acquisti come quelli realizzati presso Roger Thérond nel 1985 o le numerose stampe di Nadar acquistate da Marie-Thérèse e André Jammes nel 1991, testimoniano il ruolo di pionieri che questi grandi collezionisti privati hanno svolto in Francia prima della nascita del Museo d’Orsay.

I depositi e le assegnazioni

Contemporaneamente, le collezioni vengono arricchite grazie ad assegnazioni e depositi provenienti da organismi che il più delle volte possiedono delle copie fotografiche a titolo puramente documentario e non hanno né i mezzi né la facoltà per conservarle. Le immagini così entrate nelle collezioni del Museo d’Orsay, spesso non classificate per artista, hanno uno statuto diverso.

Nel 1979, il Mobilier National effettua il primo deposito di fotografie al Museo d’Orsay. Si tratta di una cinquantina di studi di fiori realizzati da Charles Aubry e utilizzati come modelli dai decoratori.

Tre anni dopo, nel 1982, gli archivi fotografici del Patrimonio depositano al museo oltre centocinquanta negativi su carta della Missione eliografica del 1851. Questo trasferimento illustra l’interesse del Museo d’Orsay per i negativi su carta, considerati fino a quel momento lo ''strumento'' indispensabile per ottenere delle copie fotografiche.

Il valore plastico intrinseco al negativo stesso è da allora ampiamente riconosciuto.

 

Inondations du Rhône en 1856, à Avignon, Baldus, Edouard
Edouard Baldus
Inondations du Rhône en 1856, à Avignon, en 1856
Musée d'Orsay
Don de la Société des Amis du Musée d'Orsay, 1988
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
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Nel 1983, la manifattura nazionale di Sèvres deposita una raccolta di calotipi positivi, molto rari, di Edouard Baldus. Al suo interno si trovano immagini realizzate per la Missione eliografica, quelle di un servizio sulle inondazioni del Rodano commissionato da Napoleone III nel 1856 e di un altro servizio riguardante l’accorpamento del Louvre ai Palazzi delle Tuileries. Questo deposito comprende anche una trentina di grandi paesaggi dell’allora direttore della manifattura, Victor Regnault.

Sempre nel 1983, la biblioteca Thiers-fondation Dosnes deposita una ventina di vedute dei Pirenei, scattate nel 1853 dal conte Joseph Vigier, e poco meno di quaranta paesaggi dell'India risalenti al 1849-1850 immortalati dal barone Alexis de Lagrange. Nel 1986, in cambio di alcune ristampe moderne, il Museo d’Orsay si vede assegnare un fondo del Dipartimento delle antichità egiziane del Louvre. Riunito da Théodule Devéria, uno dei curatori del dipartimento, questo fondo annovera un gran numero di stampe e negativi realizzati dallo stesso Devéria, da John B. Greene e Félix Teynard.

Lo stesso anno, il Museo d’Orsay partecipa con la futura Biblioteca nazionale di Francia all’acquisizione di una serie di raccolte fotografiche di Eugène Atget intitolate Documents pour l'histoire du vieux Paris...[Documenti per la storia della vecchia Parigi...] In quella occasione viene depositato al museo un fascicolo contenente cinquantaquattro vedute del quartiere di Saint-Séverin.

Le donazioni

Per concludere, le donazioni fatte al museo rappresentano da subito un’importante fonte di acquisizione delle opere. Nel 1980, il Museo d’Orsay organizza la sua prima mostra fotografica nelle sale dell’ex Museo del Lussemburgo. Dedicata a Charles Nègre, questa mostra suscita una donazione da parte di Joseph Nègre.

Paysan et paysanne écossant des haricots, Humbert de Molard, Louis Adolphe
Louis Adolphe Humbert de Molard
Paysan et paysanne écossant des haricots, en 1852
Musée d'Orsay
Don de Monsieur et Madame d'Iray, 1980
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
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Tra gli altri gesti generosi, troppi per essere citati tutti, che hanno permesso l’ingresso nelle collezioni di opere di grandissimo valore, non possiamo non ricordare le stampe e i negativi di Adolphe Humbert de Molard offerti da uno dei suoi discendenti, Raoul Le Prevost d'Iray nel 1980.

L’anno dopo, la rivista Camera Work di Alfred Stieglitz donata da Minda de Gunzburg rappresenta un altro contributo notevole per il museo. Le tavole in rotocalco di questa rivista d’avanguardia hanno valore di originale, il che permette alle collezioni di vantare un panorama completo del pittorialismo sia statunitense che europeo.

Nel 1983, diverse migliaia di pezzi sono offerte dalla fondazione Kodak-Pathé di Vincennes, quindi, nel 1986, circa tremila fotografie raffiguranti la vita dell’alta borghesia sono donate dalla famiglia fondatrice della fabbrica di cioccolato Menier.

I preparativi in vista delle celebrazioni del centenario della scomparsa di Victor Hugo, morto nel 1885, sono all’origine delle donazioni di André Gaveau, Marie-Thérèse e André Jammes, nonché della famiglia di Jean Hugo. Entrano allora nelle collezioni delle fotografie scattate da Auguste Vacquerie e dai figli di Victor Hugo sotto la direzione del poeta.

Centinaia di copie fotografiche e di negativi realizzati da Pierre Bonnard tra il 1885 e il 1912 vengono cedute a titolo gratuito dai figli di Charles Terrasse nel 1987. Più di cinquecento autocromie e oltre ottocentocinquanta positivi su vetro un tempo appartenuti a Etienne Clémentel vengono donati dalle signore Barrelet-Clémentel e Arizzoli-Clémentel nel 1990.

Non bisogna poi dimenticare la seconda donazione dei coniugi Jammes nel 1991 - comprendente più di dieci fotografie scattate da Félix Nadar e Adrien Tournachon al mimo Deburau vestito da Pierrot - né i ritratti di Louise e Daniel Halévy eseguiti da Degas e donati dai figli della signora Halévy-Joxe nel 1994.

Oltre mille negativi e una cinquantina di autocromie di Paul Burty-Haviland entrano nelle collezioni nel 1993 e nel 1995 grazie alla generosità di Nicole Maritch-Haviland e di Jack Haviland. Infine, nel 2003, una donazione eccezionale della fondazione Georgia O'Keeffe permette l’ingresso nel Museo d'Orsay di ventidue copie originali di Alfred Stieglitz. Questo corpus, incentrato essenzialmente sulla fotografia ''pura'' del periodo moderno dell’artista, completa felicemente la donazione di Minda de Gunzburg rappresentativa del periodo pittorialista del fotografo.

 

Marthe au tub, vers 1908, Bonnard, Pierre
Pierre Bonnard
Marthe au tub, vers 1908, entre 1908 et 1910
Musée d'Orsay
Donation sous réserve d'usufruit de l'indivision Terrasse, 1992
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
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La politica di acquisizioni oggi

Alla sua apertura nel dicembre 1986, il Museo d’Orsay possedeva una collezione fotografica di circa dodicimila pezzi. Oggi ne annovera quasi quarantasettemila.

L’obiettivo resta quello di considerare ciascuna acquisizione in una duplice ottica di complementarietà con i fondi pubblici francesi e di coerenza rispetto agli assi che, sviluppati da ormai quarant’anni, hanno contribuito a forgiare quella che è l’immagine di questa collezione nel panorama istituzionale francese. È questa identità che si vuole consolidare e diversificare al tempo stesso.

Negli ultimi anni, gli sforzi sono stati canalizzati soprattutto verso la fotografia francese del periodo 1840-1850 e il pittorialismo internazionale di inizio Novecento. Alcune priorità più recentemente definite hanno già portato i propri frutti, tanto da imporre la collezione come un fondo di riferimento internazionale in ambiti nuovi come: gli esordi della fotografia a colori, la produzione delle fotografe francesi, britanniche e americane e non solo, gli usi amatoriali - o senza ambizione artistica rivendicata - della fotografia, soprattutto alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento con l'avvento dell’istantanea e la democratizzazione di questo apparecchio.

 

Ruisseau en forêt (Montmirail), Le Secq, Henri
Henri Le Secq
Ruisseau en forêt (Montmirail), vers 1853
Musée d'Orsay
Acquis en vente publique par l'Etablissement public du musée d'Orsay, 2005
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Alexis Brandt
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