Arbres se reflétant dans l'eau, Lacock Abbey
William Henry Fox Talbot
(1800 -
1877)
William Henry Fox Talbot è, assieme a Daguerre, uno degli inventori della fotografia. Tuttavia, è proprio il procedimento messo a punto da Talbot quello destinato ad un grande avvenire per il semplice fatto che l'inglese elabora uno specifico processo fotografico per lo sviluppo di immagini riproducibili con la tecnica del negativo / positivo detto calotipia o, in suo onore, talbotipia. Talbot, tuttavia, non è semplicemente un pioniere della fotografia. Egli è altresì un "luminare", soprattutto in ambito paesaggistico.
Alberi che si specchiano nell'acqua rivela una grande precocità e segna il culmine dell'arte paesaggistica nell'opera di Talbot. Come altri fotografi, l'inglese si lascia conquistare dallo spettacolo della natura, invece che dedicarsi alla descrizione di un luogo particolare. Così facendo, Talbot tenta di tradurre la percezione atmosferica. Poiché la tecnica da lui elaborata non era ancora in grado di cogliere i movimenti del cielo, il fotografo si concentra sullo stormire del vento tra le fronde o sugli effetti di luce sulla superficie dell'acqua. Dai limiti tecnici dei primi procedimenti fotografici, deriva una nuova visione, più semplificata e in un certo modo appiattita del paesaggio. Tale visione di certo influì in modo rilevante sui pittori di paesaggio, in particolare sugli impressionisti. Lungi da quest'ultimi, che dipingevano all'aperto, l'idea di non dover nulla alla rappresentazione fotografica di cui sono coetanei e dalla quale hanno assimilato una lezione: quella di una visione fugace dettata dallo sguardo e non più dalla mente.
Alberi che si specchiano nell'acqua rivela una grande precocità e segna il culmine dell'arte paesaggistica nell'opera di Talbot. Come altri fotografi, l'inglese si lascia conquistare dallo spettacolo della natura, invece che dedicarsi alla descrizione di un luogo particolare. Così facendo, Talbot tenta di tradurre la percezione atmosferica. Poiché la tecnica da lui elaborata non era ancora in grado di cogliere i movimenti del cielo, il fotografo si concentra sullo stormire del vento tra le fronde o sugli effetti di luce sulla superficie dell'acqua. Dai limiti tecnici dei primi procedimenti fotografici, deriva una nuova visione, più semplificata e in un certo modo appiattita del paesaggio. Tale visione di certo influì in modo rilevante sui pittori di paesaggio, in particolare sugli impressionisti. Lungi da quest'ultimi, che dipingevano all'aperto, l'idea di non dover nulla alla rappresentazione fotografica di cui sono coetanei e dalla quale hanno assimilato una lezione: quella di una visione fugace dettata dallo sguardo e non più dalla mente.
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