Au conservatoire

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James Ensor
Au conservatoire
vers 1893
huile sur toile marouflée sur panneau
H. 56,5 ; L. 71,5 cm.
Achat, 2009
© Musée d’Orsay, dist. RMN-Grand Palais / DR
James Ensor
Au conservatoire
vers 1893
huile sur toile marouflée sur panneau
H. 56,5 ; L. 71,5 cm.
Achat, 2009
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
James Ensor (1860 - 1949)
Nel 1880, mentre Bruxelles diventa una delle capitali del wagnerismo, James Ensor scopre la musica del celebre compositore tedesco. Ne resta entusiasta al punto di disegnare La cavalcata delle Valchirie (1883, collezione privata), opera in cui traspare, in tutta la sua evidenza, l'estro epico del compositore che pervade i paesaggi ensoriani.
Al conservatorio rientra in una serie più tardiva e si unisce ai quadri ironici, sarcastici o semplicemente umoristici, che il pittore realizza a partire dalla fine degli anni ottanta del XIX secolo. Uno alla volta, tutti gli esponenti della società belga vengono presi di mira - bagnanti, critici d'arte che non hanno sostenuto il pittore, giudici, medici, gendarmi, giocatori – e, ovviamente, intenditori accaniti ed esigenti. Quest'insieme di quadri obbedisce ad un meccanismo ben codificato presente nell'opera in oggetto: scena d'interno, simmetria, personaggi identificabili descritti con acidità, agitazione, dettagli grotteschi, addirittura escatologici, colori vivaci, disegno preciso, iscrizioni, gioco di parole.
Le personalità del conservatorio di Bruxelles non sono così risparmiate né da Ensor, né dal pubblico, che lancia indifferentemente fiori e foglie di alloro, ma anche animali quali il gatto, l'anatra e perfino l'aringa affumicata, figura feticcio totemica (l'artista gioca sulla somiglianza di suono tra hareng-saur = aringa affumicata e art Ensor ovvero arte di Ensor). Lo spartito tenuto da Madame Ida Servais, una famosa professoressa di canto, ripercorre un susseguirsi di mediocri giochi di parole che amplifica il carattere derisorio del culto wagneriano. Lo stesso Wagner appare sottoforma di un ritratto appeso sopra i personaggi, contratto in una smorfia, furente di collera e nell'atto di turarsi le orecchie.
Il modo in cui sono delineate le fisionomie richiama la grande passione che Ensor nutre per le maschere carnevalesche. Al conservatorio si colloca esattamente a metà strada tra la pittura e la caricatura, tra le figure fantastiche di Bosch o di Brueghel ed i disegni dei giornali illustrati contemporanei.
Artwork not currently exhibited in the museum
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