Autoportrait symbolique
Quasi ogni anno, dal 1886 al 1941, Emile Bernard dipinge il suo ritratto. Per l'artista questa è l'occasione per mostrare la sua evoluzione stilistica e per esprimere i suoi stati d'animo. L'Autoritratto simbolico del 1891 illustra chiaramente la situazione in cui versa Bernard in questo specifico momento e mostra la nuova svolta che l'artista imprime alla sua arte.
Il pittore, infatti, attraversa in quel momento un periodo di solitudine che lo spinge a rimettere tutto in discussione. Bernard che ha da poco perso l'amico Van Gogh e rotto con Paul Gauguin, non ha ancora avuto la soddisfazione di vedere riconosciuta l'importanza del ruolo da lui esercitato nella scuola di Pont-Aven. Nemmeno la sua vita sentimentale è serena e Bernard, in preda a molti dubbi, si abbandona ad un'espressione mistica e religiosa, molto evidente in questa straordinaria composizione a duplice registro.
Il personaggio visibile in primo piano è Bernard che, come sua consuetudine, si raffigura con la fronte ampia, i baffi e il pizzetto. Lo sguardo introspettivo dell'artista, i toni cupi, esprimono la sua inquietudine e le sue perplessità.
Il busto del pittore spicca su uno sfondo rosso onirico, dominato da un'immagine cristica circondata da figure di bagnanti. Quest'ultime sono altresì presenti nei quadri che Bernard dipinse dal 1887 al 1890, nei quali l'artista esprime la sua profonda ammirazione per Cézanne. Autocitandosi, Bernard rivendica così il suo status di artista.
Attingendo all'immaginario simbolista e mettendo assieme registri narrativi di diverso tipo, Bernard realizza con il suo Autoritratto simbolico un'opera cerniera. L'artista apre così la strada ad una certa modernità espressiva, in particolare a Edvard Munch, ma anche alle stravaganze pittoriche di André Derain o di Pablo Picasso degli anni 1905-1908.