Cadre historié
Ogni singolo elemento in questa cornice ricorda Gauguin e sua moglie, Mette Gad. Le due "G", iniziali dei loro rispettivi cognomi, l'elegante figura femminile (Mette), il banchiere panciuto (la sicurezza sognata da Mette) e il povero derelitto avvolto da un mantello troppo grande (la condizione dell'artista).
La fotografia, benché originale, è altresì carica di significati. Ritagliata dall'ultimo ritratto ufficiale della coppia, l'immagine risale al soggiorno danese di Gauguin (novembre 1884-giugno 1885), un periodo ricco di umiliazioni durante il quale l'artista viene rinnegato dalla famiglia della moglie. Gauguin mostra un interesse particolare per questo scatto che egli riproduce in pittura sul retro di un quadro e una cui stampa figura tra gli oggetti personali dell'artista al museo di Tahiti.
Quello che Gauguin esprime in quest'opera, è il momento della scelta, della rinuncia ad una vita agiata per seguire la sua vocazione artistica. Questa decisione tormenta l'artista per molti anni e getta sua moglie in uno stato di disperazione affettiva e morale il quale è all'origine di delusioni e rancori. La donna soffre maggiormente in quanto il loro è un matrimonio d'amore, fatto inconsueto negli ambienti borghesi dell'epoca. Tuttavia, una forza interiore spinge Gauguin verso il compimento del suo destino.
Malgrado la distanza affettiva e geografica, Mette è restata legata a questo ricordo dal quale non si è mai separata. Nel 1921, la donna ha lasciato la cornice a suo figlio Pola che l'ha poi venduta ai suoi tutori norvegesi, Frederick e Lucy Peterson.