Chaumes de Cordeville à Auvers-sur-Oise

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Vincent Van Gogh
Chaumes de Cordeville à Auvers-sur-Oise
1890
huile sur toile
H. 73 ; L. 92 cm avec cadre H. 91,1 ; L. 111,1 cm
Don Paul Gachet fils, 1954
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Vincent Van Gogh
Chaumes de Cordeville à Auvers-sur-Oise
1890
huile sur toile
H. 73 ; L. 92 cm avec cadre H. 91,1 ; L. 111,1 cm
Don Paul Gachet fils, 1954
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Vincent Van Gogh
Chaumes de Cordeville à Auvers-sur-Oise
1890
huile sur toile
H. 73 ; L. 92 cm avec cadre H. 91,1 ; L. 111,1 cm
Don Paul Gachet fils, 1954
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Vincent Van Gogh
Chaumes de Cordeville à Auvers-sur-Oise
1890
huile sur toile
H. 73 ; L. 92 cm avec cadre H. 91,1 ; L. 111,1 cm
Don Paul Gachet fils, 1954
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Vincent Van Gogh (1853 - 1890)

Questo quadro è stato dipinto durante il periodo creativo più intenso e frenetico della carriera dell'artista, alcune settimane prima della sua tragica fine. Van Gogh ha lasciato la Provenza nel maggio del 1890, dopo essersi sottoposto volontariamente a trattamenti medici presso l'ospedale psichiatrico di Saint-Rémy. L'artista si è stabilito a Auvers-sur-Oise, a Nord di Parigi. Il 10 giugno, il pittore scrive al fratello Théo che sta lavorando a "due studi di case nella vegetazione". Corot, Daubigny, Pissarro o Cézanne hanno già evocato il quieto fascino di Auvers. Van Gogh, invece, lo trasformerà in una terra vulcanica in cui le case appaiono storte per effetto di un sisma.
Il pittore sottopone questo paesaggio ad una vera e propria trasmutazione scatenata da forze psichiche. Les tranquille case dai tetti di paglia che si possono ancora osservare in vecchie fotografie, sembrano come sollevate da una certa potente forza tellurica che dilata i volumi. Il disegno scapigliato, vorticoso, fa ondulare il tetto, avvolge a spirale i rami degli alberi, trasforma le nubi in arabeschi... Inoltre, la materia pittorica è lavorata ad impasto grasso, scavata nel suo spessore da veri e propri solchi.
Di certo, non è l'artista che, come i romantici, prova inquietudine al cospetto di questo paesaggio maestoso. Al contrario, è proprio lui che sconvolge e dà vita e vigore ad ogni singola catapecchia e ad ogni singolo cipresso. Come nel Cielo stellato del 1889 (New York, MoMA), tutti gli elementi del paesaggio si fondono nel deformarsi dei loro contorni conferendo così, all'intera veduta un aspetto fantastico.

Niveau supérieur, Salle 36
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