Claude Monet devant sa maison à Giverny
Questa immagine è stata scattata nella primavera del 1921 per il giornale L'Illustration. Altri due autocromi, realizzati anch'essi nello stesso periodo, arricchiscono la collezione posseduta dal museo d'Orsay. Stiamo parlando di Lo Stagno delle ninfee à Giverny e Il Roseto a Giverny. Questi tre autocromi hanno un notevole valore per la qualità con la quale sono stati realizzati, per le loro dimensioni e per il loro soggetto. Inoltre, mentre esiste un'enorme quantità di fotografie in bianco e nero che ritraggono Monet a Giverny, gli autocromi, al contrario, sono piuttosto rari. Tuttavia, soltanto la riproduzione dei colori può rendere la magnificenza del giardino di Giverny, il gioco brillante tra le forme e le sfumature delle varie specie botaniche. Questo soggetto, più di molti altri, esige il colore.
Tenuto conto della personalità del modello ritratto, Claude Monet davanti alla sua casa di Giverny presenta un indubbio interesse documentario. Riguardo alla sua provenienza e alla sua cronistoria questa copia segna, altresì, una tappa fondamentale nella storia della fotografia, sia per la riproduzione dei colori che per l'uso della fotografia stessa nei giornali. Il 15 gennaio 1927, alcune settimane dopo la scomparsa del pittore, un'altra versione di Monet davanti alla casa di Giverny, così come Lo Stagno delle ninfee accompagnano un articolo necrologico apparso su L'Illustration.
Inoltre, la tecnica stessa dell'autocromo, basata sulla giustapposizione di una moltitudine di punti colorati, dà risonanza alle tecniche della pittura impressionista e neoimpressionista. La veduta del giardino di Monet, appositamente allestito dal pittore per le sue tele, consente in questo caso, all'autore dell'autocromo in questione, un perfetto adeguamento tra il soggetto e la tecnica.
