Faune
Nato a Lione nel 1855 da una modesta famiglia e morto a Parigi nel 1894, Jean-Joseph Carriès fu un singolare scultore molto ammirato sul finire del XIX secolo. Fu notato al Salon del 1881 per i suoi busti di "Diseredati", dove si fondevano insieme naturalismo e simbolismo, vivacizzati da patine sottili.
Molto esigente per quanto concerne la qualità dei bronzi, Carriès incontrò nell'ottobre 1883 il fonditore Pierre Bingen (1842-1900), specialista nella fusione a cera persa e autore di eccellenti ristampe che contribuirono ad accrescere la sua fama. La fusione a cera persa, magnificata dal prestigio del Rinascimento, ritrascriveva fedelmente il modello del gesso. Grazie a questa significativa collaborazione tra i due uomini, che tutte le testimonianze sono concordi nel descrivere come una vera e propria complicità nella "frenesia di fare bene", lo scultore potè ideare lui stesso le patine dei bronzi.
Il Fauno, che Carriès eseguì sia in gres di svariati colori , sia in gesso patinato, è una delle opere che evocano meglio questa vena introspettiva nella quale l'ibridazione dell'uomo e dell'animale assume un carattere onirico e malinconico.