Galatée

Gustave Moreau
Galatée
Vers 1880
huile sur bois
H. 85,5 ; L. 66 cm avec cadre H. 115 ; L. 105 ; EP. 12 cm; pds. 112 kg.
Achat avec l'aide de Philippe Meyer, d'un mécénat japonais coordonné par le quotidien Nikkei et le concours du Fonds du Patrimoine, 1997
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Gustave Moreau (1826 - 1898)
Artwork not currently exhibited in the museum

Il soggetto di questo quadro è tratto dalla 12a favola del libro XIII delle Metamorfosi di Ovidio che affronta la gelosia che il gigante Polifemo nutre nei confronti dell'amore di Galatea per il pastore Acis. Due fotografie, scattate da Gustave Moreau nella sua sala da pranzo, testimoniano l'interesse del pittore per questo tema: la prima delle due foto raffigura infatti il Trionfo di Galatea di Raffaello, la seconda, invece, Polifemo di Sebastiano del Piombo.
In questo quadro, invece di illustrare il racconto, Moreau si limita soltanto alla prima riga: "Ecco un gigante spaventoso che ama una bella ninfa". Egli propone una rilettura personale, moderna e feerica della mitologia pagana, rifiuta l'aneddoto e si concentra sulla contrapposizione tra l'orrida bruttezza e la sublime bellezza, la bestia e la bella, l'amore e il disprezzo. La sua composizione appronta una lotta tra l'ombra e la luce, il minerale ed il liquido, il bene ed il male.
Il Polifemo di Moreau non è tuttavia un orco, egli è piuttosto un essere malinconico, perso nella contemplazione con l'unico occhio che possiede, di una donna a lui inaccessibile. Galatea, rifugiata nel fondo di una grotta troppo stretta per il gigante, rifulge proprio come una perla che brilla nel suo astuccio. Il cambiamento di scala tra i due personaggi si ripete anche tra Galatea e le minuscole nereidi divenute quasi invisibili in mezzo ad un viluppo di piante acquatiche e di coralli... Questa vegetazione che sembra soprannaturale è il risultato di studi minuziosi ed accurati da parte dell'artista, condotti su un testo di botanica marina conservato presso il Museo di storia naturale dove Moreau si era iscritto come libero studente nel 1879.
Il lavoro della pittura ad olio, in cui si mescolano lucidature e raschiature, conferisce un aspetto prezioso all'opera, simile a quello degli smalti. Il Salon del 1880 è l'ultimo al quale Moreau prende parte. Galatea segna il trionfo dell'artista e l'apogeo della sua carriera.