Hymne à la vie

Auguste Renoir
Hymne à la vie
1914
pendule : bronze, fonte à la cire perdue
H. 71 ; L. 51,2 ; P. 27,5 cm; pds. 45 kg.
Don Alfred Daber, 1981
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Auguste Renoir (1841 - 1919)
Niveau médian, Pavillon amont

Proprio sul finire della sua vita, Renoir va a vivere nel sud della Francia, à Cagnes-sur-Mer. Nonostante l'aggravarsi delle sue condizioni di salute che lo costringono alla sedia a rotelle, l'artista continua ad eseguire sculture. Grazie al mercante d'arte Ambroise Vollard, Renoir fa la conoscenza di Richard Guino, un allievo di Maillol. Dal 1914 al 1918, sotto la direzione di Renoir, Guino lavora a sculture i cui soggetti sono simili a quelli raffigurati nelle opere pittoriche: ritratti dei suoi parenti o figure nude, come nel caso di quest'orologio a pendolo raffigurante un uomo ed una donna che rendono omaggio ad un bambino.
La realizzazione in tre dimensioni dei soggetti ad opera di Guino, è preceduta da disegni e talvolta da schizzi realizzati da Renoir. Prevedendo il successo di queste sculture, Vollard fa di tutto per assicurarsi l'esclusiva della loro produzione e della loro diffusione in bronzo, arrivando perfino a sminuire il ruolo di Guino. Prima che a quest'ultimo venga pienamente riconosciuto, nel 1973, il merito di essere coautore delle opere, sarà necessario un lungo processo.
Quest'orologio a pendolo, eseguito nel 1914-1917, è stato realizzato in base a due varianti. Questo modello corrisponde alla prima versione, fusa in serie da Bisceglia. Quest'opera segna il ritorno di Renoir ai suoi esordi di decoratore: l'artista aveva, infatti, iniziato la sua carriera come pittore su porcellana.

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