Jeune femme en toilette de bal

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Berthe Marie Pauline Morisot
Jeune femme en toilette de bal
1879
huile sur toile
H. 71,5 ; L. 54,0 cm.
Achat, 1894
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Berthe Marie Pauline Morisot
Jeune femme en toilette de bal
1879
huile sur toile
H. 71,5 ; L. 54,0 cm.
Achat, 1894
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Stéphane Maréchalle
Berthe Marie Pauline Morisot (1841 - 1895)
Niveau supérieur, Salle 31
Questa piacevole e originale rappresentazione di una giovane donna di cui ignoriamo l'identità, vestita in abito da sera, si colloca agli antipodi del ritratto mondano o ufficiale praticato dai pittori che partecipavano assiduamente al Salon. L'opera si situa alla confluenza dell'impressionismo e dell'arte di Manet, cognato di Berthe Morisot. Quest'ultima, tuttavia, nonostante la modernità del suo stile, ha sempre incontrato il favore della critica. Difatti, quando l'artista presenta una quindicina di quadri, tra cui questo, alla quinta mostra impressionista del 1880, Charles Ephrussi riporta sulla Gazette des Beaux-Arts una descrizione poetica e un'analisi concreta dell'insieme: "La Signora Berthe Morisot è francese per signorilità, eleganza, allegria e spensieratezza; ha una predilezione per la pittura allegra e turbolenta; sminuzza sulla sua tavolozza petali di fiori per poi disporli sulla tela in pennellate spiritose, soffiate, buttate giù un po' a caso, che si armonizzano, si combinano e finiscono col produrre un qualcosa di raffinato, intenso ed affascinante". Queste considerazioni, per quanto generiche possano essere, si adattano perfettamente a questo quadro. Esso raffigura, infatti, una modella immersa in una natura verde che si propaga, sia per quanto riguarda la forma che per il trattamento, nella scollatura decorata del suo abito.
Berthe Morisot, che può godere anche della stima dei suoi colleghi, vende immediatamente questo quadro al pittore di origine italiana, Giuseppe de Nittis (1846-1884) che aveva partecipato alla prima manifestazione impressionista. In un secondo momento, il quadro entra a far parte della collezione del critico d'arte Théodore Duret (1838-1927). Quest'ultimo, nel 1894, aderendo alle istanze dello scrittore e poeta Stéphane Mallarmé (1842-1898), vende questa sua raccolta allo Stato francese.
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