La Loge

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Pierre Bonnard
La Loge
1908
huile sur toile
H. 90,0 ; L. 120,6 cm.
Dation, 1989
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Pierre Bonnard
La Loge
1908
huile sur toile
H. 90,0 ; L. 120,6 cm.
Dation, 1989
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Sylvie Chan-Liat
Pierre Bonnard
La Loge
1908
huile sur toile
H. 90,0 ; L. 120,6 cm.
Dation, 1989
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Pierre Bonnard (1867 - 1947)
Alla fine degli anni ottanta del XIX secolo, Alexandre Bernheim, celebre mercante di quadri di Bruxelles, si stabilisce a Parigi. Nella capitale francese apre una galleria dove iniziano a lavorare subito i suoi due figli, Joseph, detto Josse, e Gaston. Intorno al 1900, la galleria si specializza nella pittura impressionista e nelle opere di artisti delle generazioni seguenti. I fratelli Bernheim, profondamente legati ai pittori nabis, in particolare a Pierre Bonnard e Félix Vallotton – il quale sposa una loro sorella - vendono un gran numero di opere di questi artisti ma ne acquistano altrettante che conservano e commissionano loro svariati ritratti di famiglia , tra i quali figura anche questa splendida tela del 1908.
Nel loro palco dell'Opéra de Paris, soggetto "moderno" salito alla ribalta alla fine dell'Ottocento, sono raffigurati Gaston, in piedi al centro del quadro circondato a destra dalla cognata Mathilde a sinistra, dalla moglie Suzanne, Sullo sfondo è ritratto Josse, fratello maggiore di Gaston.
Pur trattandosi di un'opera su commissione, Bonnard non si limita ad un esercizio accademico ma sviluppa in questa tela le sue considerazioni sulla forma e sul colore, suscitando, a quanto sembra, il disappunto di Gaston Berheim il quale accetta malvolentieri di vedere il suo viso tagliato a metà dal bordo superiore della tela. A sinistra e a destra di questa figura centrale, Bonnard sviluppa due zone di colori contrastanti. Mentre i personaggi sulla destra del quadro sono raffigurati in uno spazio illuminato da una tonalità arancione, la figura di destra è ritratta su uno sfondo rosso scuro che la mette completamente in disparte. L'assenza di sguardi tra i protagonisti e la dominante sensazione di stanchezza che traspare dalla tela, rimandano ad un'opera di Manet intitolata Il Balcone.
Artwork not currently exhibited in the museum
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