La Source
Iniziata verso il 1820 la tela viene portata a termine soltanto nel 1856. Ingres è all'epoca coadiuvato da due suoi allievi, prassi frequente per i grandi formati. L'influsso dei mezzi di espressione tipico della scultura sulla lavorazione della ninfa è sorprendente. In un formato verticale, il nudo in piedi sembra inserito in una nicchia. Unita alla posizione della modella, questa costruzione conferisce a La Sorgente l'immobilità del marmo. Questo paragone non desta stupore se si pensa all'importanza che la statuaria antica ha per la corrente neoclassica, di cui Ingres è il capofila.
I critici d'arte dell'epoca si interrogarono anche circa l'ambizione del pittore di costruire una figura di una bellezza ideale e sulla sua parte di realismo. Sui contorni del corpo, la pennellata diventa meno brillante, più vellutata come per suggerire la grana della pelle e dare l'illusione della carne. Ingres pur restando fedele all'insegnamento classico di David per l'importanza accordata alla linea e al disegno, oltrepassa questo ambito e il suo stile innovatore apre la strada ad artisti del calibro di Degas o Picasso. Il corpo disteso fornisce il pretesto alla serie di linee serpentiformi, la lavorazione del modellato è oggetto di una straordinaria semplificazione dei mezzi e l'assenza di profondità accentua la presenza della figura.
A casa del suo primo proprietario, il conte Duchâtel, il quadro era "circondato da grandi piante e fiori acquatici, affinché la ninfa della sorgente abbia ancora di più l'aspetto di una persona reale". Théophile Gautier così descrive questa sintesi tra reale ed ideale: "Mai corpo più morbido, più fresco, più pervaso di vitalità, più impregnato di luce si offriva allo sguardo nella sua pudica nudità. L'ideale questa volta ha soppiantato la finzione".