L'école de Platon

Jean Delville
L'école de Platon
en 1898
huile sur toile
H. 260 ; L. 605 cm; pds. 220 kg. avec cadre
Achat à Jean Delville, 1912
© Adagp, Paris, 2023 © Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Jean Delville
L'école de Platon
en 1898
huile sur toile
H. 260 ; L. 605 cm; pds. 220 kg. avec cadre
Achat à Jean Delville, 1912
© Adagp, Paris, 2023 © Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Jean Delville
L'école de Platon
en 1898
huile sur toile
H. 260 ; L. 605 cm; pds. 220 kg. avec cadre
Achat à Jean Delville, 1912
© Adagp, Paris, 2023 © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Jean Delville
L'école de Platon
en 1898
huile sur toile
H. 260 ; L. 605 cm; pds. 220 kg. avec cadre
Achat à Jean Delville, 1912
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Jean Delville - L'école de Platon
Jean Delville - L'école de Platon
Jean Delville - L'école de Platon
Jean Delville - L'école de Platon
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Jean Delville (1867 - 1953)
Niveau médian, Salle 59

Il Belgio fu, alla fine del XIX secolo, uno dei maggiori e più importanti luoghi di origine del simbolismo europeo.
L'opera, sia pittorica che letterale, di Jean Delville fu la testimonianza del versante più esoterico di tale corrente artistica. Alla metà degli anni ottanta del XIX secolo, la scoperta da parte dell'artista dell'ambiente simbolista parigino, nonché i rapporti che egli riuscì a stabilirvi, lo portarono a rompere con il naturalismo che gli derivava dalla sua formazione accademica.
Difatti, l'amicizia che lo legò al Sâr Péladan e la sua partecipazione regolare ai Salon della setta misteriosofica della Rose-Croix, testimoniarono la sua adesione ad un'arte di idee, votata più all'evocazione che alla descrizione.
La Scuola di Platone, decorazione destinata alla Sorbona dove però non fu mai collocata è, per svariate ragioni, un'opera sorprendente. Le sue dimensioni monumentali, l'ambizione del suo intento, un'interpretazione della filosofia classica vista nell'ottica dell'ideale simbolista, rivelano di primo acchito la singolarità di tale composizione. L'opera vanta illustri e prestigiosi modelli di referimento che spaziano da Raffaello a Puvis de Chavannes ma, gli stessi, sono resi più attraenti dall'insolito fascino di una gamma cromatica volontariamente irreale.
L'ambiguità che emana da questo manierismo di fine secolo confonde, deliberatamente, ogni frontiera tra purezza e sensualità.