Les Rochers de Belle-Île, la Côte sauvage

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Claude Monet
Les Rochers de Belle-Île, la Côte sauvage
1886
huile sur toile
H. 65,5 ; L. 81,5 cm.
Legs Gustave Caillebotte, 1896
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Claude Monet
Les Rochers de Belle-Île, la Côte sauvage
1886
huile sur toile
H. 65,5 ; L. 81,5 cm.
Legs Gustave Caillebotte, 1896
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Claude Monet
Les Rochers de Belle-Île, la Côte sauvage
1886
huile sur toile
H. 65,5 ; L. 81,5 cm.
Legs Gustave Caillebotte, 1896
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Adrien Didierjean
Claude Monet (1840 - 1926)
"Mi trovo in un paese superbamente selvaggio, un ammasso di scogli e un mare dai colori incredibili; eccomi dunque pieno di entusiasmo sebbene abbia molte difficoltà, poiché era abituato a dipingere La Manica e avevo oramai le mie abitudini. L'Oceano, però, è tutta un'altra cosa" (lettera di Monet a Gustave Caillebotte).
Belle-île, la più grande delle isole bretoni, non è stata molto visitata dagli artisti e dagli scrittori nel corso del XIX secolo. Monet, che cerca di confrontarsi con paesaggi diversi e con altre atmosfere, vi soggiorna dal 12 settembre al 25 novembre 1886. In un primo tempo, rimane sbalordito da una natura così indomita, dal tempo che muta continuamente, dalle difficoltà di accesso ai luoghi che lo interessano. Tuttavia, le falesie a picco, gli strapiombi vertiginosi non spaventano l'artista che pianta il suo cavalletto sull'orlo del precipizio e sta ostinatamente davanti ai soggetti che ha scelto di raffigurare.
Monet dedica alle isole di Port-Domois cinque tele, tra le quali questa. L'unica che abbia un formato allungato che consente all'artista di dare maggiore ampiezza all'impeto, alla battaglia che contrappone il mare agli scogli. Lo spazio è suggerito dalla distribuzione delle rocce. L'orizzonte, posto molto in alto, lascia poco spazio al cielo, secondo le tecniche della stampa giapponese che presentano una certa affinità con l'estetica impressionista. La straordinaria vibrazione atmosferica del mare è resa ricorrendo a colori intensi. Tonalità azzurre, verdi, viola percorrono un mare increspato di bianco, con pennellate ampie e larghe oppure verticali, arrotondate, con accenti circonflessi, con virgole, nervose ma controllate. L'opera rivela un nuovo tipo di fattura, molto diverso da quello del periodo normanno di Monet ma più appropriato a questa grandiosa isola in cui tutto sfugge al controllo dell'uomo.
Artwork not currently exhibited in the museum
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