Les Voleurs et l'âne

Honoré Daumier
Les Voleurs et l'âne
1858
huile sur toile
H. 59,0 ; L. 56,0 cm.
Achat en vente publique, 1893
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Honoré Daumier
Les Voleurs et l'âne
1858
huile sur toile
H. 59,0 ; L. 56,0 cm.
Achat en vente publique, 1893
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Honoré Daumier
Les Voleurs et l'âne
1858
huile sur toile
H. 59,0 ; L. 56,0 cm.
Achat en vente publique, 1893
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Gérard Blot
Honoré Daumier
Les Voleurs et l'âne
1858
huile sur toile
H. 59,0 ; L. 56,0 cm.
Achat en vente publique, 1893
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) / Franck Raux
Honoré Daumier - Les Voleurs et l'âne
Honoré Daumier - Les Voleurs et l'âne
Honoré Daumier - Les Voleurs et l'âne
Honoré Daumier - Les Voleurs et l'âne
/
Honoré Daumier (1808 - 1879)
Rez-de-chaussée, Salle 4

Per il soggetto di questo quadro, Daumier si è ispirato ad una favola eponima di Jean de La Fontaine: mentre due ladri si contendono l'asino che hanno rubato, un terzo uomo se ne impossessa.
Il pittore si sofferma sulla lotta violenta, selvaggia, sul viso stravolto e contratto in una smorfia del ladro a terra. La fonte primaria è, del resto, una rissa di strada riprodotta da Daumier in una litografia apparsa su Le Charivari del 23 agosto 1845.
In questo caso, la luce concorre a sottolineare la foga che muove questi corpi avviluppati. Il ritmo impetuoso e velatamente colorato della composizione esprime la potenza barocca di Daumier. In secondo piano, avvolta nell'ombra e con rapidi tratti, il pittore raffigura la fuga del terzo ladro in groppa all'asino.
Il museo d'Orsay è altresì in possesso di un disegno preparatorio alla pittura il quale, più dell'opera finale, mette ben in evidenza la potenza del tratto, il modellato che procede per masse e svela le qualità di scultore di Daumier che Delacroix definisce: "un misto tra Michelangelo e Goya". Questo stesso soggetto viene ripreso qualche tempo dopo da Gustave Doré in una litografia e da Cézanne in pittura, ma senza quel dinamismo e quel fervore così fondamentali di Daumier.