Les Yeux clos

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Odilon Redon
Les Yeux clos
1890
huile sur toile marouflée sur carton
H. 44,0 ; L. 36,0 cm.
Achat à Odilon Redon, 1904
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Odilon Redon
Les Yeux clos
1890
huile sur toile marouflée sur carton
H. 44,0 ; L. 36,0 cm.
Achat à Odilon Redon, 1904
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Odilon Redon (1840 - 1916)
Artwork not currently exhibited in the museum
Negli anni novanta del XIX secolo, Odilon Redon illustra a colori alcuni suoi disegni e una parte delle sue incisioni. Nella tela Gli occhi chiusi, dipinto nel 1890 e che con ogni probabilità è un ritratto di sua moglie Camille Falte, l'artista riprende la composizione di un disegno anteriore.
Gli occhi chiusi del sonno o della morte evocano il mondo interiore, il sogno, l'assenza o l'apparizione, temi prolifici in Odilon Redon, come egli narra in A soi-même [A se stesso], il suo diario intimo pubblicato nel 1922. L'estrema diluzione della pittura rende la stessa quasi immateriale, lasciando apparente la grana della tela. Il busto sembra fluttuare in uno spazio che l'artista lascia indefinito.
Questo viso fa riferimento ai busti del rinascimento italiano del XV secolo e, in particolare, ai marmi di Francesco Laurana. Esso conserva senza dubbio anche il ricordo dello Schiavo morente di Michelangelo, esposto al Louvre, la cui visione aveva sconvolto Redon che, nel suo diario, aveva commentato il fascino insolito degli "occhi chiusi".
Icona del simbolismo in pittura, questa è la prima opera di Redon, scelta nel 1904 nella bottega dell'artista da Léonce Bénédite, l'allora direttore del museo del Luxembourg, che entra a far parte delle collezioni nazionali.
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