L'Espérance
Pierre Puvis de Chavannes, fortemente influenzato dalla guerra franco-prussiana, realizza molte opere relative a questo avvenimento. Fra tutte, questa Speranza esposta al Salon del 1872, è oggi conservata presso la Walters Art Gallery di Baltimora. Il museo d'Orsay ne possiede una versione ridotta, anche questa realizzata tra il 1871 e il 1872.
Il pittore rappresenta la speranza attribuendole le fattezze di una giovane donna nuda, seduta su una collinetta ricoperta da un panno bianco. Questa figura femminile risalta su un paesaggio desolato in cui l'architettura in rovina e le croci di fortuna dei cimiteri improvvisati evocano il conflitto. Tuttavia, molti elementi del quadro mostrano che un'era nuova, carica di promesse, è prossima a venire. Il ramoscello di ulivo che la giovane tiene in mano simboleggia la pace ritrovata mentre il chiarore che si intravede dietro le colline evoca l'alba di un nuovo giorno. Anche i fiori che spuntano tra i sassi della collinetta testimoniano questa rinascita. L'assenza di ogni dettaglio storico conferisce alla pittura una valenza simbolica universale.
La composizione semplificata dell'opera, l'utilizzo di colori opachi e l'assenza di modellato sono caratteristiche dello stile di Puvis de Chavannes.
Paul Gauguin che di questo pittore fu un grande ammiratore e che, nella sua casa di Tahiti, possedeva una riproduzione di questa pittura, nel 1901 inserisce questo quadro in una sua opera intitolata Natura morta con la Speranza.