L'Homme blessé

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Gustave Courbet
L'Homme blessé
entre 1844 et 1854
huile sur toile
H. 81,5 ; L. 97,5 cm.
Achat en vente publique, 1881
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Gustave Courbet
L'Homme blessé
entre 1844 et 1854
huile sur toile
H. 81,5 ; L. 97,5 cm.
Achat en vente publique, 1881
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Gustave Courbet (1819 - 1877)

Gli autoritratti occupano un posto centrale tra le opere di gioventù di Gustave Courbet. Rappresentano al contempo affermazioni estetiche e morali nelle quali Courbet rivendica sia un determinato retaggio della pittura antica, Olandesi e Veneziani in particolar modo, sia una appropriazione della drammatizzazione romantica.
Nel 1854, con uno sguardo già retrospettivo sulla sua opera, Courbet scriveva al suo mecenate Alfred Bruyas, nativo di Montpellier: "Nella mia vita ho realizzato molti miei autoritratti via via che cambiava il mio stato d'animo. Ho scritto la mia vita in una battuta". L'Uomo ferito aderisce a questa soggettività investendo la tematica romantica dell'artista reso eroico dalla sofferenza. L'opera iniziata nel 1844, fu ripresa da Courbet nel 1854 dopo che l'artista era stato lasciato dalla donna amata. La figura femminile che originariamente era appoggiata alla spalla del pittore, fu sostituita da una spada e Courbet aggiunse sulla sua camicia, all'altezza del cuore, una macchia rossa di sangue. L'artista snocciola in quest'opera, in maniera ambigua e suggestiva, il registro autobiografico più intimo, evocando un duello e una conseguente agonia che viene però confusa con l'abbandono sensuale del sonno.
Scheda Courbet

Rez-de-chaussée, Salle 6
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