Liberté
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© Musée d’Orsay, dist. RMN-Grand Palais
/ Patrice Schmidt
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)
/ Adrien Didierjean
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)
/ Adrien Didierjean
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)
/ Adrien Didierjean
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)
/ Adrien Didierjean
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)
/ Adrien Didierjean
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (musée d'Orsay)
/ Patrice Schmidt
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais
/ Patrice Schmidt
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (musée d'Orsay)
/ DR
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Frédéric-Auguste Bartholdi
Liberté
1889
statue sur piédestal en bronze
H. 287 ; L. 105 ; P. 75 cm; pds. 400 kg environ.
Achat, 1900
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay)
/ Adrien Didierjean
Frédéric-Auguste Bartholdi
(1834 -
1904)
Rez-de-chaussée,
Allée centrale des sculptures
La Libertà che illumina il mondo, statua di enormi proporzioni conosciuta in tutto il mondo, fu donata dai francesi al popolo americano per il centesimo anniversario dell'Indipendenza degli Stati-Uniti nel 1876. L'opera è considerata una delle icone della scultura francese del XIX secolo. Questo monumento commemorativo repubblicano che celebra l'amicizia franco-americana è frutto dall'impegno congiunto di Edouard Lefebvre de Laboulaye, antico oppositore del Secondo Impero, eletto deputato nel 1871, e di Bartholdi, un ambizioso scultore ufficiale nativo di Colmar di grande talento.
Già negli anni tra il 1867 e il 1869, all'epoca dello scavo del canale di Suez, Bartholdi aveva proposto di erigere proprio in questo luogo un faro formato da una colossale statua di donna, nello spirito del mitico colosso di Rodi, il cui aspetto è oggetto d'indagine da parte di alcuni archeologi dell'epoca che tentano di ricostruirne le fattezze. Un progetto, questo, a cui non venne dato seguito ma che fornirà a Bartholdi lo spunto iniziale per la statua della Libertà.
Lo scultore si rifà a un'iconografia classica, ispirata all'Antichità greco-romana e al neoclassicismo europeo. La forma semplice, austera e compatta, imposta dalle dimensioni stesse dell'opera, è accompagnata da attributi eloquenti: la torcia che apporta la luce, le tavole della legge e le catene spezzate della schiavitù fanno di quest'allegoria un'immagine di grande efficacia. La corona a raggiera s'ispira alla figura monumentale di La Religione, busto che Canova ideò per la tomba di papa Clemente XIII a Roma (1787-1792). Così facendo, Bartholdi propone un'immagine solida ed equilibrata dei valori comuni alle due repubbliche sulle sponde opposte dell'oceano Atlantico, in un mondo occidentale all'epoca in prevalenza monarchico. La struttura metallica interna è opera di Gustave Eiffel.
Tra il 1884 e il 1885, la statua in corso di realizzazione emerge gradualmente dalla bottega di rue de Chazelles nel XVII arrondissement di Parigi, svettando sopra gli edifici. L'inaugurazione nella rada di New York ha luogo il 28 ottobre 1886.
Questa versione in formato ridotto è acquistata dallo Stato nel settembre del 1900, quando l'artista è ancora in vita, per il museo del Luxembourg di Parigi e qui esposta fino al 1906. Dopodiché, su richiesta della vedova dello scultore, la statua è portata nei giardini del Luxembourg, dove resta per oltre un secolo, per essere infine trasferita al museo d'Orsay, legittimo erede del museo del Luxembourg.
Già negli anni tra il 1867 e il 1869, all'epoca dello scavo del canale di Suez, Bartholdi aveva proposto di erigere proprio in questo luogo un faro formato da una colossale statua di donna, nello spirito del mitico colosso di Rodi, il cui aspetto è oggetto d'indagine da parte di alcuni archeologi dell'epoca che tentano di ricostruirne le fattezze. Un progetto, questo, a cui non venne dato seguito ma che fornirà a Bartholdi lo spunto iniziale per la statua della Libertà.
Lo scultore si rifà a un'iconografia classica, ispirata all'Antichità greco-romana e al neoclassicismo europeo. La forma semplice, austera e compatta, imposta dalle dimensioni stesse dell'opera, è accompagnata da attributi eloquenti: la torcia che apporta la luce, le tavole della legge e le catene spezzate della schiavitù fanno di quest'allegoria un'immagine di grande efficacia. La corona a raggiera s'ispira alla figura monumentale di La Religione, busto che Canova ideò per la tomba di papa Clemente XIII a Roma (1787-1792). Così facendo, Bartholdi propone un'immagine solida ed equilibrata dei valori comuni alle due repubbliche sulle sponde opposte dell'oceano Atlantico, in un mondo occidentale all'epoca in prevalenza monarchico. La struttura metallica interna è opera di Gustave Eiffel.
Tra il 1884 e il 1885, la statua in corso di realizzazione emerge gradualmente dalla bottega di rue de Chazelles nel XVII arrondissement di Parigi, svettando sopra gli edifici. L'inaugurazione nella rada di New York ha luogo il 28 ottobre 1886.
Questa versione in formato ridotto è acquistata dallo Stato nel settembre del 1900, quando l'artista è ancora in vita, per il museo del Luxembourg di Parigi e qui esposta fino al 1906. Dopodiché, su richiesta della vedova dello scultore, la statua è portata nei giardini del Luxembourg, dove resta per oltre un secolo, per essere infine trasferita al museo d'Orsay, legittimo erede del museo del Luxembourg.