The Pool
Nel 1898, Steichen realizza una serie di vedute di boschi scattate all'alba o, in caso di giornate molto luminose, al crepuscolo: "Che bel momento della giornata è il crepuscolo, quando gli oggetti spariscono e sembrano confondersi e un autentico e nobile sentimento di pace avvolge ogni cosa", così scrive nel 1901.
Questi paesaggi, in cui il cielo è quasi assente e che formano una sorta di decorazione astratta, ritmata dagli esili tronchi degli alberi, sono naturalmente messi in relazione da tutti i critici contemporanei con l'arte di Whistler. Di quest'ultimo, tali paesaggi possiedono il mistero e l'armonia delle tonalità. Essi, tuttavia, evocano anche gli scenari di Puvis de Chavannes, i "boschi sacri" dei Nabis e perfino, con alcuni anni d'anticipo, i boschi che Klimt dipinge intorno al 1901.
Sin dal 1901, The Pool attira l'attenzione di uno dei principali critici americani interessati alla fotografia, Charles Caffin. Quest'ultimo, con incredibile acume, mette in evidenza quanto l'artista debba molto all'estetica giapponese all'epoca in voga in Europa e negli Stati Uniti e che, in questo caso, si traduce con il gusto per la semplicità, l'astrazione decorativa, l'asimmetria e l'amore per il vuoto: "È bene ricordare che tra le risorse di cui dispongono i Giapponesi, la cui arte è, per quanto ne sappiamo, la più astratta in quanto formata da secoli di tradizione e giunta al massimo della sua potenza suggestiva, rientra anche una prospettiva in aplat. [The Pool] è senza ombra di dubbio un esempio caratteristico di questa combinazione della lavorazione in aplat e della delicatezza dei toni...".