Portrait de Mademoiselle L.L.
Artwork caption copied
James Tissot
Portrait de Mademoiselle L.L.
1864
huile sur toile
H. 123,5 ; L. 99,0 cm.
Achat en vente publique, 1907
© GrandPalaisRmn (musée d'Orsay)
Artwork caption copied
James Tissot
Portrait de Mademoiselle L.L.
1864
huile sur toile
H. 123,5 ; L. 99,0 cm.
Achat en vente publique, 1907
© GrandPalaisRmn (musée d'Orsay)
/ Hervé Lewandowski
James Tissot
(1836 -
1902)
Artwork not currently exhibited in the museum
A partire dal 1859, James Tissot espone con un certo successo al Salon opere che si ispirano alla storia e alla letteratura medievali. Nel 1861, l'artista ottiene un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato con l'acquisizione di Incontro di Faust e Margherite, un altro quadro presente nelle collezioni del museo d'Orsay. Tuttavia, nel 1864, Tissot abbandona questa vena e, come sostiene Théophile Gautier nel suo commento alla mostra: "entra nel nostro secolo". L'artista espone in questa occasione due ritratti: Le Due sorelle, un quadro anch'esso inserito nelle collezioni del museo d'Orsay, e questo Ritratto della Signorina L. L., della cui modella, ancora oggi, ignoriamo l'identità.
La grande riuscita di questa tela dipende proprio dalla sua composizione originale e un po' enigmatica (su cosa è esattamente seduta la giovane donna molto audace tanto da farsi raffigurare in questa posa?), ma anche dal sorprendente abbinamento di colori della giacca dello stesso rosso vivo come quello del costume degli zuavi, e dell'ambiente circostante di un verde spento. Se ai nostri giorni siamo propensi a ritrovare in questa tela l'influsso di Ingres nella posa, in particolare nel braccio destro che penzola con noncuranza sulla gonna di satin nero o nel riflesso nello specchio che fa pensare al ritratto di Madame de Senonnes o anche a quello di Madame Moitessier, i critici dell'epoca proposero altre filiazioni per questo amico di Manet e di Degas. Fu così che Jules Castagnary, grande difensore del realismo il 12 giugno 1864 scrisse questo commento pubblicato da Le Grand Journal: "Tissot, questo primitivo accanito degli ultimi Salon ha improvvisamente cambiato metodo e tende ad avvicinarsi a Courbet; ci congratuliamo con lui".
La grande riuscita di questa tela dipende proprio dalla sua composizione originale e un po' enigmatica (su cosa è esattamente seduta la giovane donna molto audace tanto da farsi raffigurare in questa posa?), ma anche dal sorprendente abbinamento di colori della giacca dello stesso rosso vivo come quello del costume degli zuavi, e dell'ambiente circostante di un verde spento. Se ai nostri giorni siamo propensi a ritrovare in questa tela l'influsso di Ingres nella posa, in particolare nel braccio destro che penzola con noncuranza sulla gonna di satin nero o nel riflesso nello specchio che fa pensare al ritratto di Madame de Senonnes o anche a quello di Madame Moitessier, i critici dell'epoca proposero altre filiazioni per questo amico di Manet e di Degas. Fu così che Jules Castagnary, grande difensore del realismo il 12 giugno 1864 scrisse questo commento pubblicato da Le Grand Journal: "Tissot, questo primitivo accanito degli ultimi Salon ha improvvisamente cambiato metodo e tende ad avvicinarsi a Courbet; ci congratuliamo con lui".