Portrait du marquis et de la marquise de Miramon et de leurs enfants
James Tissot
(1836 -
1902)
Rez-de-chaussée,
Exposition temporaire aval
Sulla terrazza del castello di famiglia, il marchese de Miramon posa in compagnia della moglie Thérèse e dei loro primi due figli. In questa tela, Tissot domina con eleganza le regole del ritratto mondano tanto che la composizione risulta la più complessa che l'artista abbia mai fino ad allora realizzato.
La scelta di un'ambientazione naturale, poco frequente nella storia del ritratto francese, rimanda alla tradizione inglese del ritratto aristocratico ambientato in campagna. La postura rilassata del marchese, la gamba ripiegata e lo sguardo rivolto altrove di uno dei due figli- segni tipici dell'insofferenza infantile che sembrano richiamare l'irrequietezza della giovane Giulia protagonista di La famiglia Bellelli di Degas-, il cane mite o l'incongrua e sofisticata natura morta a destra, vivacizzano la scena. In questo modo, attingendo esempi dall'arte d'Oltre Manica, l'artista si libera dalle convenzioni prestabilite.
A partire dal 1859, Tissot aveva scelto di rivendicare la sua anglofilia adottando il nome James e questo quadro, perfettamente in sintonia con il gusto dei suoi modelli, costituisce una delle prime espressioni artistiche della suddetta passione. Inoltre, l'incantevole nota autunnale dell'opera deve senza dubbio molto ai britannici Dante Gabriel Rossetti e John Everett Millais che Tissot frequenta a Londra. L'artista resta tuttavia fedele alla lezione ingresiana, specialmente nel riflesso cangiante delle stoffe, chiara testimonanza della accuratezza di un'evidente abilità ed esplicito richiamo all'attività commerciale di tessuti e cappelli della sua famiglia.
Il Ritratto del marchese e della marchesa de Miramon e dei loro figli appare dunque come un esempio principale dell'arte brillante, che fu quella praticata da Tissot negli anni sessanta del XIX secolo ed afferma l'importanza di un artista renitente soprattutto alle categorie prestabilite.
La scelta di un'ambientazione naturale, poco frequente nella storia del ritratto francese, rimanda alla tradizione inglese del ritratto aristocratico ambientato in campagna. La postura rilassata del marchese, la gamba ripiegata e lo sguardo rivolto altrove di uno dei due figli- segni tipici dell'insofferenza infantile che sembrano richiamare l'irrequietezza della giovane Giulia protagonista di La famiglia Bellelli di Degas-, il cane mite o l'incongrua e sofisticata natura morta a destra, vivacizzano la scena. In questo modo, attingendo esempi dall'arte d'Oltre Manica, l'artista si libera dalle convenzioni prestabilite.
A partire dal 1859, Tissot aveva scelto di rivendicare la sua anglofilia adottando il nome James e questo quadro, perfettamente in sintonia con il gusto dei suoi modelli, costituisce una delle prime espressioni artistiche della suddetta passione. Inoltre, l'incantevole nota autunnale dell'opera deve senza dubbio molto ai britannici Dante Gabriel Rossetti e John Everett Millais che Tissot frequenta a Londra. L'artista resta tuttavia fedele alla lezione ingresiana, specialmente nel riflesso cangiante delle stoffe, chiara testimonanza della accuratezza di un'evidente abilità ed esplicito richiamo all'attività commerciale di tessuti e cappelli della sua famiglia.
Il Ritratto del marchese e della marchesa de Miramon e dei loro figli appare dunque come un esempio principale dell'arte brillante, che fu quella praticata da Tissot negli anni sessanta del XIX secolo ed afferma l'importanza di un artista renitente soprattutto alle categorie prestabilite.