Ravachol

Emmanuel Fremiet
Ravachol
en 1904
statuette en plâtre et corde
H. 24,6 ; L. 20,0 ; P. 15,6 cm.
Achat, 1998
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Jean-Gilles Berizzi
Emmanuel Fremiet (1824 - 1910)
Niveau médian, Salle 55

In linea di massima, le sculture di Fremiet sono realizzate in una maniera semplice e descrittiva, secondo un'estetica basata sulla precisione scientifica. È tuttavia pur vero che, nel corso della sua carriera, lo scultore sviluppa altresì una vena artistica molto diversa. Fremiet, infatti, si diletta a realizzare figure di fantasia, terrificanti e spesso umoristiche. Per restare in quest'ambito, citiamo quella che è considerata una delle principali creazioni dell'artista: i mobili della sala da pranzo di casa Dervillé.
Stéphane Dervillé (1848-1925), figlio di un celebre marmista, è uno degli organizzatori dell'Esposizione Universale del 1900 nonché commissario della sezione francese dell'Esposizione di Torino nel 1911. Costui commissiona a Fremiet l'arredamento del suo prestigioso immobile di rappresentanza, un tempo appartenuto a Sarah Bernhardt e situato nei pressi del parco Monceau a Parigi.
Questa mobilia caratterizzata da figure di animali e di fantasia, realizzata tra il 1890 e il 1904, è costituita da due gruppi in bronzo, Il pellicano gastronomo e La scimmia con le bolle di sapone (quest'ultime erano formate da lampadine elettriche), da due lampadari e da una coppia di statuette di genere fantastico che fanno da pendant: Chauchard e Ravachol.
Il tono dell'insieme è di natura completamente satirica, come testimonia la scritta incisa ai piedi delle scimmie: Libertà/ Abbasso Dervillé/ il gestore. Questa nota anarcoide fa piena luce sul titolo di questa deliziosa statuetta, metà lupo, metà animale fantastico, con le zanne spalancate. Ravachol allude in modo diretto ad un anarchico il cui vero nome è François Claudius Koenigstein, autore di molti attentati e ghigliottinato nel 1892. Il soprannome assegnato a questa coppia di statuine, il cui gesso fu acquisito dal museo d'Orsay nel 1993, richiama Alfred Chauchard (1821-1909), direttore dei Grands Magasins du Louvre, celebre collezionista e grande donatore dei musei nazionali... perfetto contrario del terrorista. Questo modello originale dà la possibilità di trattare un aspetto meno conosciuto dell'opera di Fremiet, egregiamente rappresentata nelle collezioni museali.