Saint Laurent, martyr
Pierre Lehoux
(1844 -
1896)
Rez-de-chaussée,
Salle 24
In un primo tempo Pierre Lehoux mirò alla grande pittura. Molto logicamente, dunque, a stimolare il suo pennello fu la pittura di storia, e in particolare di storia religiosa.
Davide e Golia, Il martirio di Santo Stefano, San Martino portato in cielo da due angeli figurano tra le opere che stabilirono la sua reputazione.
L'attenzione per le muscolature possenti rimanda a Michelangelo, mentre le scenografie elaborate poggiano su linee di forza diagonali che devono molto all'arte barocca.
Al pari di un Joseph Blanc, egli infonde una dimensione strana ai suoi quadri tramite l'uso di colori stridenti, non privi di un certo manierismo.
Tutte qualità che si ritrovano in questo San Lorenzo, martire.
Nel III secolo d.C., il diacono Lorenzo è condannato a morire bruciato su una graticola per aver distribuito ai poveri le ricchezze della Chiesa, bramate dall’imperatore Valeriano.
Al momento del supplizio, un angelo porta al santo un ramo di palma, simbolo del martirio.
Con quest’opera tanto ambiziosa quanto virtuosa, Lehoux si aggiudica il primo "Premio del Salon", conferitogli nel 1874. Una nuova ricompensa che mira a ridestare, all’epoca, l’interesse verso la pittura storica nei giovani artisti che abbandonano sempre di più il genere a vantaggio di soggetti moderni e paesaggistici.
La tela, tuttavia, fu difficilmente compresa; se ne denunciavano gli eccessi: "le pose contratte", "un ammasso confuso di scorci [...], un'accozzaglia urlante di gambe, braccia, torsi e teste che si sfiorano con abbondante uso di muscoli, senza armonia e senza dignità".
Benché ancora giovane, il pittore si vide acquistare il quadro dal museo del Lussemburgo.
Davide e Golia, Il martirio di Santo Stefano, San Martino portato in cielo da due angeli figurano tra le opere che stabilirono la sua reputazione.
L'attenzione per le muscolature possenti rimanda a Michelangelo, mentre le scenografie elaborate poggiano su linee di forza diagonali che devono molto all'arte barocca.
Al pari di un Joseph Blanc, egli infonde una dimensione strana ai suoi quadri tramite l'uso di colori stridenti, non privi di un certo manierismo.
Tutte qualità che si ritrovano in questo San Lorenzo, martire.
Nel III secolo d.C., il diacono Lorenzo è condannato a morire bruciato su una graticola per aver distribuito ai poveri le ricchezze della Chiesa, bramate dall’imperatore Valeriano.
Al momento del supplizio, un angelo porta al santo un ramo di palma, simbolo del martirio.
Con quest’opera tanto ambiziosa quanto virtuosa, Lehoux si aggiudica il primo "Premio del Salon", conferitogli nel 1874. Una nuova ricompensa che mira a ridestare, all’epoca, l’interesse verso la pittura storica nei giovani artisti che abbandonano sempre di più il genere a vantaggio di soggetti moderni e paesaggistici.
La tela, tuttavia, fu difficilmente compresa; se ne denunciavano gli eccessi: "le pose contratte", "un ammasso confuso di scorci [...], un'accozzaglia urlante di gambe, braccia, torsi e teste che si sfiorano con abbondante uso di muscoli, senza armonia e senza dignità".
Benché ancora giovane, il pittore si vide acquistare il quadro dal museo del Lussemburgo.