Table de style néo-grec

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Emile Hébert
Table de style néo-grec
1878
ébène et bois verni en noir, bronze doré patiné, marbre Saint-Jean fleuri
H. 80,0 ; L. 109,0 ; P. 72,5 cm.
Achat en vente publique grâce au généreux soutien de la société des Amis du musée d'Orsay, 2002
© Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Emile Hébert
Table de style néo-grec
1878
ébène et bois verni en noir, bronze doré patiné, marbre Saint-Jean fleuri
H. 80,0 ; L. 109,0 ; P. 72,5 cm.
Achat en vente publique grâce au généreux soutien de la société des Amis du musée d'Orsay, 2002
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Emile Hébert
Table de style néo-grec
1878
ébène et bois verni en noir, bronze doré patiné, marbre Saint-Jean fleuri
H. 80,0 ; L. 109,0 ; P. 72,5 cm.
Achat en vente publique grâce au généreux soutien de la société des Amis du musée d'Orsay, 2002
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Emile Hébert (1828 - 1893)
Artwork not currently exhibited in the museum

Questo tavolo è notevole per diversi motivi. Si tratta, in primo luogo, di un magnifico esemplare della produzione di bronzi d'arte di cui Parigi è, nella seconda metà del XIX secolo, la capitale indiscussa. Questo modello rappresenta, altresì, uno dei capolavori in mostra dell'Esposizione universale e offre un esempio perfetto del connubio tra arte e produzione industriale così in voga in quel periodo. Esso è, infine, un raro e superbo esempio dello stile neogreco che si impone sin dalla fine del secondo Impero.
Lo scultore Emile Hébert è uno di quegli artisti eclettici il cui talento versatile si presta perfettamente a composizioni decorative. Egli è uno dei collaboratori più richiesti della fabbrica di bronzi d'arte Servant. Questo connubio artistico sfocia in questo caso in una creazione raffinata nel più puro stile neogreco. Con le scoperte archeologiche, la Grecia classica diventa, infatti, un potente motore di rinnovamento e determina la nascita di uno stile originale che si estende a tutte le arti decorative.
Il lavoro dello scultore testimonia una vera e propria ricerca archeologica. In questo modo i piedi del mobile derivano da un antico pezzo di marmo frammentario che raffigura senza dubbio re Mida che suona il flauto.
Il vaso posto sulla traversa con decorazione naturalistica è ispirato all'arte orafa ellenica di fase tardiva. Le targhette presenti sulla fascia raffigurano forse l'infanzia di Bacco. La patina d'oro vecchio levigato dei bronzi, fortunatamente integra, risponde anche essa allo stesso desiderio di evocazione dell'antichità.

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